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L’acquario delle Boraras

Le dimensioni di questi Ciprinidi, spesso, ci spingono a collocarli in acquari molto piccoli; in realtà, le loro esigenze di nuoto non sono esigue come si potrebbe pensare.
Inoltre, i maschi diventano territoriali durante la riproduzione, non dimentichiamo che vivono in banchi numerosi.
Devono stare in gruppi di almeno 10-15 esemplari, anche se sarebbe meglio andare ben oltre.

Più che la capienza, sono importanti le due dimensioni orizzontali; la base dell’acquario dovrebbe essere di almeno di 30 x 45.
La dimensione più importante rimane comunque la lunghezza; un cubo non sarebbe la scelta più azzeccata.
Se l’acquario è alto 30 cm, le dimensioni consigliate corrispondono a circa 40 litri, ma l’altezza della colonna d’acqua è quasi ininfluente.
Anche in natura, le Boraras brigitte vivono in pozze poco profonde.

Allevarle in gruppi consistenti le renderà meno timide.
Otterremo una maggiore naturalezza, nell’aspetto e nel comportamento; i maschi mostreranno i loro migliori colori ed un comportamento interessante, quando competono con gli altri per l’attenzione delle femmine.

Boraras brigittae
Gruppetto di Boraras brigittae – foto di Nicola70

In buona sostanza, l’acquario apparirà più “in salute”, anche visivamente, regalandoci anche un miglior effetto estetico.

Nell’allestimento saremo piuttosto vincolati. È molto importante che l’acquario sia ricco di nascondigli.
Le Boraras brigittae sono molto timide. Fornire adeguati ripari le farà sentire al sicuro, quindi le invoglierà a trascorrere più tempo nelle zone aperte dell’acquario.

Come abbiamo già detto, anche la luce dovrebbe essere filtrata.
A questo scopo sono molto adatte le piante galleggianti, come la Salvinia natans, le solite Pistia o il Ceratophyllum demersum; ma anche piante a stelo che si sviluppino a pelo d’acqua, come le Limnophila, certe specie di Rotala, oppure Myriophyllum.

Boraras brigittae
Boraras brigittae tra steli di Ceratophyllum

Per fornire altri ripari, rendendo l’acqua ambrata come in natura, potremo aggiungere legni di mangrovia, ma anche di quercia, castagno e albicocco, purché scortecciati e bolliti.
Nei primi tempi questi legni galleggeranno, sarete costretti a tenerci un peso; in seguito resteranno a fondo imbevendosi d’acqua.

Anche uno strato di foglie, sul terreno, aiuterà ad abbassare il pH, rilasciando preziosi tannini.
La loro presenza conferirà maggior naturalezza al vostro allestimento.

Letto di foglie per le Boraras brigittae
Letto di foglie

La portata del filtro dovrà essere ridotta, perché le Boraras non gradiscono la corrente.

Una valida scelta, forse la migliore, consiste nell’allestire l’acquario coprendo la superficie con piante galleggianti, per poi inserire sul fondo solo legni e muschi: Taxiphyllum barbieri e Vesicularia dubyana sono solo i più famosi.
Oppure possiamo aggiungere piante sciafile (con scarse esigenge di luce), come Microsorum e Cryptocoryne.
Anche le Anubias sono perfette, pur provenendo da un’altra area geografica.

In questo caso, l’erogazione di CO2 artificiale sarebbe superflua.
A quelle piante non serve, mentre il pH viene tenuto basso dagli acidificanti naturali.
Considerando il modesto carico organico, qualcuno potrebbe decidere di togliere perfino il filtro, visto l’assorbimento di inquinanti delle piante galleggianti.

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