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Se state leggendo questo articolo probabilmente vostro figlio ha ricevuto da poco un pesce rosso ad una festa, avete trovato una vaschetta dove metterlo ed iniziate ad informarvi su come tenerlo! Qui troverete tutto quello che un neofita dovrebbe sapere.


Il Carassius auratus, comunemente conosciuto come «pesce rosso», è ingiustamente considerato un pet di facile gestione, dalle poche esigenze e di breve durata.
Sfatiamo questo mito!

La crescita del pesce rosso
Il piccolo Tommy a due anni è cresciuto tanto da aver bisogno di una nuova vasca (foto di Zaio73)

Il nostro amico, pur essendo di robusta costituzione, presenta delle esigenze di allevamento non inferiori a quelle di altri pesci d’acquario.

Siate pronti ad accantonare l’immagine del pesce rosso nella boccia, niente è più distante dal suo mondo ideale!
Un esemplare in salute, infatti, può raggiungere età e dimensioni ragguardevoli a dispetto delle credenze popolari.

Pesce rosso cresciuto
Fish ha 15 anni ed è lunga 25 cm senza contare la coda (foto di Gioele)

Il nuovo arrivato: un pesce rosso

Quando comprate un Carassio, di solito ha da 1 a 3 mesi di età. È in un tempo molto breve che le sue dimensioni lieviteranno, la sua sistemazione deve tenerne conto fin dall’inizio.

Il negoziante che dovesse proporvi 3 pesci rossi in una boccetta sa molto bene che vi sta creando un problema.

La crescita del pesce rosso o Carassius auratus
Crescita del Carassius auratus (disegno di Marta)

I pesci rossi non sono tutti uguali, si possono dividere principalmente in due categorie, con esigenze differenti:

Omeomorfi: dal corpo affusolato e la coda singola.
Possono raggiungere i 30 cm di lunghezza e arrivano a vivere vent’anni e più.
Molto agili nel nuoto e in grado di svernare all’aperto.
L’ambiente ideale per loro, detta in tutta sincerità, sarebbe il laghetto.
Si adattano alla vita in acquario se vengono rispettate le loro esigenze di spazio.

Eteromorfi: più tozzi e a coda doppia.
Vivono tra i 10-15 anni, raggiungendo i 20 cm di lunghezza.
Sono varietà ornamentali selezionate per esaltare la forma tondeggiante del corpo. Sono piuttosto impacciati nel nuoto e svantaggiati nella competizione alimentare se collocati con altri pesci.
Data la loro sensibilità alle basse temperature e la delicatezza legata alla loro conformazione, sono pesci che vanno allevati in acquario.

In questo articolo potete trovare tutte le informazioni su Pesci Rossi: storia, razze, curiosità

Giovani pesci rossi
Giovani Carassi (foto di Hcanon)

E adesso come devo fare?

Avrete già capito che una mini vasca non è che una soluzione assolutamente provvisoria per il vostro pesce!

Se siete intenzionati a migliorare le sue condizioni di vita, trasferitelo intanto in un contenitore di plastica robusta: visto il suo costo irrisorio, l’unico limite alle dimensioni sarà lo spazio che avrete a disposizione in casa.
Considerate che 80-100 litri sono solo un punto di partenza per esemplari ancora piccoli.

Inserite un aeratore per mantenere un buon livello d’ossigeno; fate cambi d’acqua piccoli e frequenti per mantenerla pulita.

Se non vi è possibile allestire un acquario in piena regola, valutate l’idea di cedere l’animale a chi possa soddisfare le sue esigenze: potrete destinare gli omeomorfi ad un laghetto privato e gli eteromorfi a chi potrà ospitarli in un acquario adeguato.

Gruppo di pesci rossi in un pond esterno
Gruppo di Carassi in pond esterno (foto di Setol)

Attenzione: per legge non si possono liberare i pesci rossi in natura perché sono infestanti e rappresentano un grosso problema per l’ecosistema autoctono.

Se invece siete convinti di cominciare ad allestire la vasca giusta, mettetevi comodi e buona lettura!

Premessa

L’intento dell’acquariofilo è quello di ricreare, in uno spazio ristretto, un ecosistema acquatico stabile che imiti la natura.

I pesci che abitano la nostra vasca producono scorie attraverso feci e urina. Di queste scorie, le più rappresentate sono i composti azotati, che in alte concentrazioni sono dannosi per i pesci.

Molto brevemente, possiamo dire che nel filtro e nel fondo dell’acquario si annidano batteri che trasformano, attraverso il ciclo dell’azoto, i composti ammoniacali (NH4/NH3) prima in nitriti (NO2) e poi in nitrati (NO3).
Questo prodotto finale è meno tossico dei precedenti e ben tollerato dai Carassi, ma va comunque tenuto a bada fondamentalmente in due modi:

  • Inserendo piante che lo utilizzino come nutriente
  • Intervenendo dall’esterno con i cambi d’acqua.

L’acquario per il pesce rosso

La vasca

Elemento critico molto dibattuto anche tra acquariofili esperti: immaginate pagine e pagine di forum a disquisire di quanto debba essere grande la vasca che ospita dei carassi.

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Qualcuno dice: «almeno 100 litri per omeomorfo, 50 per eteromorfo» oppure «vasche lunghe non meno di 150 cm» e ancora «la lunghezza della vasca deve essere 6 volte la lunghezza massima del pesce».

Ognuna di queste formule sottende una verità di fondo innegabile: i pesci rossi crescono molto e sporcano molto.
Se aggiungiamo che sono animali socievoli e gregari, e che non vivono bene in solitudine (consigliamo di tenere almeno 3 esemplari), va da sé che le dimensioni della vasca dovranno essere veramente importanti.

Sicuramente saranno superiori a quelle che avevate in mente a causa di certi stereotipi che faticano ad essere superati, e che qui abbiamo il dovere di smantellare. Mentre scriviamo, va appunto in onda una pubblicità in cui un noto showman interloquisce con un eteromorfo dentro una boccia da trenta litri!

Acquario per pesci rossi allestito con piante
La vasca di Hcanon: 160 cm di lato lungo

Il filtro

Con i pesci rossi è consigliato predisporre un filtro adeguato alle dimensioni della vasca.
Nel filtro vengono inseriti due tipi di materiale filtrante:

  • Biologico: costituito dai cannolicchi, fatti di materiale poroso adatto a far attecchire i batteri «buoni».
  • Meccanico: costituito da spugne a maglie grosse e fini.

Poiché l’equilibrio tra le diverse popolazioni batteriche presenti nel filtro e in vasca non si raggiunge istantaneamente, l’inserimento dei pesci deve necessariamente avvenire quando il filtro è ben maturo. Preparatevi ad un’attesa di almeno un mesetto.

Il fondo

Il pesce rosso ha l’abitudine di scandagliare il fondo con la bocca alla ricerca di cibo come fosse un’aspirapolvere, motivo per cui si sconsiglia l’uso di fondo fertile.

È opportuno predisporre un fondo di ghiaietto inerte di granulometria non troppo fine e dai bordi non taglienti. Si sente dire, infatti, che alcuni esemplari siamo morti per occlusione intestinale dopo aver ingerito accidentalmente granelli di dimensioni non adatte. Non è stato confermato, ma nel dubbio è meglio evitare.

Gli arredi

Meglio optare per sassi e legni dai bordi arrotondati, per evitare che i pesci si feriscano. Questo è particolarmente importante se si sceglie di allevare le varietà eteromorfe più delicate, come i Bubble eye e i Celestial eye.
Non eccedere con gli arredi: meglio lasciare una buona porzione di vasca fruibile per il nuoto.

Le piante compatibili con il pesce rosso

Come forse già saprete, o imparerete, le piante non hanno solo una funzione estetica, ma una più importante funzione fitodepurativa, in particolare se sono a crescita rapida.

Il problema è che il pesce rosso si nutre volentieri delle varietà a foglia tenera e la sua abitudine di grufolare nel fondo lo porta a sradicare le piantine che tenteremo di interrare. Per di più l’assenza di fondo fertile non ci lascia grandi possibilità di scelta.

Acquario per pesci rossi allestito con piante
Con tantissime piante Roby70 riesce ad allevare due pesci rossi omeomorfi in 125 litri

Tra le specie a crescita rapida citiamo Egeria densa o Ceratophyllum demersum, grandi consumatrici di inquinanti: se inserite in quantità sufficiente si svilupperanno più di quanto il pesce riesca a mangiarne.

Altre piante a crescita intermedia sono la Vallisneria o il genere delle Cryptocoryne, con foglie dure e un apparato radicale ben sviluppato, difficile da sradicare.

Anubias e Microsorum pteropus sono invece a crescita lenta, con un potere fitodepurativo trascurabile. Se le scegliete, abbiate l’accortezza di non interrare il rizoma: sono piante epifite da legare a legni e sassi.

Citiamo infine la grande famiglia delle piante galleggianti che comprende Pistia stratiotes, Limnobium laevigatum e simili.

Nella scelta delle piante acquatiche bisogna tenere conto delle allelopatie. Sappiate che, tra quelle qui menzionate, Egeria con Ceratophyllum o Vallisneria con Cryptocoryne sono allelopatiche.

Se le varietà di cui sopra diventassero un gustoso snack per i vostri pesci, potreste infine giocarvi la carta delle emerse coltivate in idroponica, cioè senza la terra del vaso.

Acquario per pesci rossi allestito con piante emerse e senza filtro
La «Vascaccia» di Gioele: 150 cm con piante emerse che sostituiscono il filtro

Gli stralci del Pothos, o di una comune pianta da appartamento, con le radici in acqua e la parte aerea fissata a bordo vasca, abbatteranno egregiamente i valori degli inquinanti.

I valori dell’acqua per il pesce rosso

Il pesce rosso ben si adatta ad un range di pH piuttosto ampio: vive tranquillamente in acque basiche (cioè con pH superiore a 7) e con durezze elevate; si può perciò utilizzare l’acqua del rubinetto, che normalmente in Italia ha queste caratteristiche.

Ricordiamo comunque che un pH inferiore a 7 comporta alcuni vantaggi.

Al diminuire del pH, infatti, si avrà una preponderanza dello ione ammonio (NH4, molecola non tossica) rispetto all’ammoniaca (NH3, molto tossica); inoltre valori di pH troppo alti inibiscono le piante nell’assorbimento dei nutrienti.

Qualora, dunque, volessimo ottimizzare il nostro ecosistema aggiustando i valori, potremo utilizzare l’acqua d’osmosi o la demineralizzata per tagliare l’acqua di rete.

Per quanto riguarda la temperatura, abbiamo già detto che bisogna distinguere tra omeomorfi (pesci da esterno che possono svernare a temperature molto basse, a patto che non ghiacci il volume d’acqua) ed eteromorfi adatti a temperature simili a quelle dei nostri appartamenti.

In caso di temperature estive torride, un aeratore o una ventola possono aiutare ad arricchire l’acqua di ossigeno. Questo gas, infatti, con il caldo diventa meno solubile e la sua concentrazione in acqua diminuisce.
I pesci manifestano un malessere legato a questo aspetto boccheggiando vicino alla superficie dell’acqua.

Carassi omeomorfi varietà cometa
Carassi omeomorfi varietà cometa (foto di Hcanon)

Gestione dell’acquario

I cambi d’acqua

Il problema più comune con i Carassi è tenere gli inquinanti a livelli accettabili: un neofita potrebbe non avere la corretta percezione dello stato della vasca, o non essere particolarmente esperto nel mantenere le piante in buona salute.
Possono essere d’aiuto i test dei nitriti e dei nitrati, che, rivelando la misura di questi elementi, possono indicarci se intervenire o meno.

I nitriti, che indicano la performance della flora batterica, devono avere sempre valore 0, in quanto molto tossici.

I nitrati, risultato finale dell’attività batterica di trasformazione delle feci, sono la forma di azoto meno tossica per i pesci. In parte la loro presenza è funzionale alla crescita delle piante ed è molto ben tollerata dai carassi.
Tuttavia livelli eccessivi, o via via crescenti, sono sintomo di squilibro in vasca: l’accumulo è segno del fatto che le piante non sono in grado di compensare la quantità di carico organico prodotto dai pesci.

L’unica contromisura utile a riportare in vasca condizioni normali è il cambio parziale d’acqua. Va da sé che, più l’acquario è piantumato e grande, meno frequenti saranno i cambi necessari, più piacevole sarà la nostra esperienza.

Tali cambi dovranno essere in misura non superiore al 30% del volume d’acqua totale.

Si raccomanda di reintegrare acqua alla stessa temperatura di quella della vasca per non stressare i pesci.

Nelle acque della rete idrica è presente il cloro, sostanza volatile e dannosa: per eliminarla sarà sufficiente far riposare l’acqua nuova per 24 ore, o in alternativa utilizzare un biocondizionatore.

L’acqua della vasca è naturalmente soggetta ad evaporazione: Reintegrate il volume perso con acqua demineralizzata o d’osmosi per evitare che, col tempo, aumenti la concentrazione di sali disciolti.

Pulizia del fondo e del filtro

Qualora ci trovassimo nelle condizioni di dover effettuare cambi d’acqua, evitiamo di smuovere il fondo. Anch’esso, come il filtro, è un ottimo substrato per i batteri utili, che vi si annidano.

Per quanto riguarda il filtro, la parte biologica non andrà mai toccata! Evitiamo di togliere i cannolicchi dal cestello, di sciacquarli, di lasciarli all’asciutto!

La parte meccanica, ovvero le spugne, va sciacquata in un recipiente preventivamente riempito con acqua dell’acquario. Questa operazione va fatta meno spesso di quanto si pensi, solo quando la portata del filtro è ridotta dai detriti.

L’alimentazione del pesce rosso

La regola d’oro da seguire quando si alimenta un pesce rosso è somministrare piccole quantità da consumare in pochi minuti.

La dieta deve essere varia, composta non solo da mangime preconfezionato, ma anche da vegetali freschi bolliti e sconditi.
Si consigliano generalmente due pasti al giorno.

In commercio sono presenti svariati tipi di mangimi industriali per pesci rossi, è importante saper leggere l’etichetta per poter scegliere. Gli ingredienti sono indicati in ordine decrescente: il primo è presente in quantità maggiore, l’ultimo in quantità minore.
Scegliamo mangimi che non abbiano i cereali al primo posto.

Altro parametro da considerare è la proteina grezza (o greggia): si esprime in percentuale e deve essere compresa tra il 35 e il 40%.

Per le varietà ornamentali, a causa della conformazione dell’apparato digerente più soggetto a problemi, scegliamo sempre cibi affondanti, avendo l’accortezza di far ammollare la dose per qualche minuto in un contenitore con acqua dell’acquario.
Questo eviterà che il mangime secco si espanda una volta ingerito, e gonfiandosi porti ad occlusioni e difficoltà di galleggiamento.

Almeno 2 volte alla settimana il pasto consisterà in verdure fresche sbollentate e spezzettate: zucchine, spinaci, cetrioli, bietola, cicoria, broccoli, zucca, carote, cavolfiori, lattuga, piselli sgusciati… Evitiamo vegetali in barattolo, in quanto ricchi di sali aggiunti e conservanti.

Un giorno alla settimana si consiglia il digiuno.

Consigli utili

Dedicate quotidianamente qualche minuto di osservazione ai vostri pesci! Campanelli d’allarme come squilibri nel nuoto, variazioni della livrea e delle pinne o cambiamenti comportamentali indicano che possono esserci problemi di salute.

Nel caso, munitevi di una vaschetta di quarantena di 10-20 litri in base alla taglia del soggetto da isolare.
Non utilizzate mai farmaci in acquario per non compromettere l’attività del filtro e, soprattutto, non improvvisate terapie se non siete esperti!

Vi salutiamo con un video che mostra i pesci rossi che nuotano e interagiscono in grandi vasche dedicate al loro benessere. Buona nuotata e arrivederci sul forum di Acquariofilia Facile, dove potremo parlare insieme dei vostri nuovi amici!

Buona visione

[In copertina: dettaglio di una foto di Ahmed Zayan, da unsplash.com]

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