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Come adattare le piante d’acquario alla vita emersa? In questo articolo spieghiamo come farlo e quali vantaggi possiamo trarne.


Molte piante, tra quelle coltivate nei nostri acquari, in natura vivono in forma emersa.
Tale forma garantisce l’accesso alla CO2 atmosferica e l’impossibilità di essere attaccate dalle alghe.

Ceratopteris pteridoides

Tuttavia, per l’andamento stagionale delle precipitazioni, nelle regioni tropicali più umide vengono periodicamente sommerse.
Per far fronte al fenomeno, hanno sviluppato un adattamento alla vita sommersa, che noi sfruttiamo per tenerle in acquario.

Possono passare da una forma all’altra in qualsiasi momento, anche se ciò comporta un periodo di stress… lo stesso a cui assistiamo regolarmente, quando introduciamo una nuova pianta in acquario.
Non dimentichiamo che le aziende, generalmente, coltivano le piante in forma emersa.

In questo articolo, vedremo come adattare una pianta alla vita emersa, minimizzando lo stress.
Possiamo ottenere diversi vantaggi, che vedremo subito nel prossimo capitolo…

I vantaggi

È preferibile adattare le nostre piante prima dell’estate, in modo da aumentare la loro resistenza al periodo più difficile dell’anno.
Potremo riporre la pianta emersa in un angolo fresco del giardino: la temperatura rimarrà più mite e godrà del fresco notturno.

Hydrocotyle

Nell’acquario, la differenza tra notte e giorno è minore, a causa della capacità termica dell’acqua.
Inoltre, all’aperto sarà assente l’elemento che aggrava maggiormente il caldo estivo: le lampade.
Tra l’altro, numerose esperienze dimostrano che nessuna fluorescente, nessun LED e nessuna HQI hanno la stessa efficacia della luce naturale.
Infine, anche la maggior disponibilità di CO2 giocherà a favore delle nostre piante.

Un altro vantaggio è poter assistere alla fioritura.
Solo le piante prettamente acquatiche fioriscono sommerse. Considerato valore estetico, la pianta può essere collocata come una normale specie da interno

In alternativa, possiamo creare una zona di riparium in una vasca aperta.

Riparium acquario

A tal fine si possono impiegare i vasetti di vendita, riempiti con Gravelit acquistabile per pochi euro.
Per fissarli ai vetri, le ventose sono perfette.

Non è consigliabile far crescere la pianta dal fondo, con una parte emersa e la base in acqua.
In queste condizioni la parte sommersa perderebbe le foglie e si riempirebbe di radici. L’effetto estetico sarebbe negativo, a meno che non sia stato studiato e voluto.

Altra possibile applicazione consiste nell’ornare il bordo di un bonsai pond, collocando la pianta in un vaso da vivaio opportunamente sforacchiato.
Verrà fissato vicino alla superficie del pond, con un gancio in acciaio inox, di quelli per appendere gli strofinacci.
Per incollarlo, è sufficiente eliminare il biadesivo e sostituirlo con silicone.

Impiegando piante acquatiche emerse, si può inoltre realizzare un Wabi-Kusa

Wabi Kusa

…una composizione di origine giapponese, in cui si cerca di unire Arte e Scienza, naturalezza e creatività.

Come fare

Innanzitutto, bisogna appurare se la nostra piantina può essere adattata.
La maggior parte delle specie a foglia larga è idonea, ma non esiste una regola fissa.

Negli articoli di Acquariofilia Facile, generalmente, è indicata l’esistenza di una forma emersa.
In ogni caso, la registrazione sul nostro forum è gratuita, semplice e veloce, quindi approfittatene per venire a chiedere, se avete qualche dubbio.

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Occorre precisare che la difficoltà di adattamento può variare, tra differenti specie.
Ad esempio, le Hydrocotyle sono semplicissime; le Limnophila, invece, hanno un livello di difficoltà molto maggiore.

Il metodo che propongo si compone di due fasi:

  1. passaggio alla forma emersa;
  2. adattamento all’aria poco umida.

Nella modalità migliore (a mio parere), i due step non sono nettamente distinti; non occorre nessun intervento tra i due.

Vediamo cosa ci occorre

  • Un contenitore senza buchi. Sono perfetti quelli in plastica.
    Io uso le vaschette in cui vendono… Vaschetta plastica …le insalate già lavate, al supermercato.
  • Un foglio di pellicola trasparente, per alimenti. Pellicola In alternativa può andare bene del “tessuto non tessuto” (TNT), ma il fissaggio risulta molto più complesso, quindi… perché complicarsi la vita?
  • Per il materiale di fondo, alcuni consigliano prodotti drenanti, come Gravelit o Akadama, ma io mi trovo benissimo con del semplice… Terriccio giardinaggio terriccio universale da giardinaggio.

Ecco come procedere…

Innanzitutto occorre preparare il fondo.
Eliminiamo le parti più grossolane e mescoliamo il terriccio con acqua.

Terriccio con acqua

Se incliniamo il contenitore, il terriccio non deve rimanere compatto, ma tendere lievemente a scivolare come nella foto.
Dovremo ottenere una consistenza tale che le talee non sprofondino, quando le inseriremo.

Talee su terriccio

A questo punto, risulta chiaro perché è importante che il nostro “vaso” sia privo di buchi.
È sufficiente uno strato di fondo da 3/4 cm di spessore.

Si può piantumare…

Scegliamo steli piuttosto in salute; come accennato, dovranno affrontare un periodo di stress.
Per comodità, è meglio che siano sui 5 cm.

Ricopriamo la nostra piccola serra con la pellicola trasparente.

Vaschetta coperta

L’umidità interna sarà prossima al 100%.
Posizioniamo la mini-serra in un luogo ombreggiato, in modo che riceva la luce diffusa ma non il Sole diretto… altrimenti le piantine verranno letteralmente “cotte a vapore”.

Ora non rimane che attenderne la crescita, adattata alle nuove condizioni in cui le abbiamo poste.

Sviluppi successivi

Dopo l’attecchimento, occorre praticare alcuni fori sulla pellicola, iniziando a ridurre l’umidità interna.
Con il tempo, aumenteremo il numero e le dimensioni delle aperture, fino all’eliminazione totale della pellicola.
Ci vuole indicativamente un mesetto, ma il tempo richiesto varia in base alla specie, nonché ad alcuni fattori ambientali; pertanto, per regolarsi, risulta fondamentale osservare le risposte delle piantine ai nostri interventi.
Se tende ad appassire nonostante l’abbondanza di acqua nel substrato significa che stiamo abbassando l’umidità troppo in fretta.

Escludendo la riduzione dell’umidità, la manutenzione richiesta è praticamente nulla.
Non è necessario nemmeno annaffiare: quell’acqua, inserita all’inizio, è sufficiente fino alla rimozione della plastica.

Talee in crescita

Non serve nemmeno concimare: durante un periodo di stress la crescita è lenta e il consumo di nutrienti va di pari passo.
Inoltre, i terricci da giardinaggio sono già ricchi di sostanze nutritive.

Lo sviluppo sarà rallentato per qualche tempo, anche dopo aver tolto la plastica.

Talee sviluppate

Quando l’adattamento sarà realmente completo, la crescita tornerà rapida secondo le caratteristiche della specie.

…E in acquario?

A volte, se abbiamo un acquario chiuso, la “metamorfosi” si verifica autonomamente.
È possibile se i cespugli sono molto fitti e raggiungono la superficie, o se è presente uno strato di piante galleggianti. Comunque è piuttosto raro.

Alcuni fissano uno stelo ad un supporto galleggiante, lasciando la parte bassa in acqua; a contatto con l’aria, la parte alta si adatta alla vita emersa.
Questa tecnica non è applicabile in tutti gli acquari chiusi, ma solo se la distanza delle lampade è piuttosto consistente; in caso contrario, le piantine verranno bruciate dal calore.

Foglie bruciate

La pianta, comunque, non è pronta per la vita emersa; ha superato solo il primo step e non può affrontare la bassa umidità ambientale cui la sottoporremmo.
Dobbiamo preparare la stessa mini-serra per acclimatarla gradualmente.

Personalmente, ritengo sia meglio adattarla nella vaschetta fin dall’inizio, pur disponendo di un acquario con le caratteristiche sopra indicate.
In acquario aperto, è molto probabile che la pianta si secchi, a causa dell’umidità troppo ridotta.

E poi?…

Finito il processo di adattamento, è possibile rinvasare la pianta.
Anche in questo caso, è meglio usare un contenitore privo di buchi; occorre infatti mantenere il terriccio intriso d’acqua: non dimentichiamo che si tratta di piante palustri.

In alternativa, possiamo realizzare un Wabi-Kusa, un riparium, oppure ornare un laghetto.
Voglio ricordare che quelle piante, nella forma emersa, ci permetteranno di assistere anche alla fioritura:

Fioritura

In ogni caso, è necessaria una opportuna fertilizzazione, per sostenere la crescita.

A questo scopo, io ho trovato utili le indicazioni di due articoli di questo portale:

Si tratta di consigli per fertilizzare l’acquario, non i vasi, ma aiutano molto a capire i concetti generali sulla fertilizzazione.
Sono pertanto applicabili a qualsiasi pianta, acquatica, terricola o palustre.

Se le nostre piante emerse non sono esposte alla pioggia, verranno annaffiate periodicamente con acqua di rete; questo dovrebbe impedire carenze di calcio e di magnesio.
In tal caso, dovrebbero bastare gli stick da giardinaggio, proposti nel secondo articolo:

PMDD Stick NPK vari

L’acqua piovana, invece, tende a dilavare il terriccio impoverendolo di tutti i sali.
Questo ci costringe ad una fertilizzazione più spinta, ma soprattutto dovremo integrare anche calcio e magnesio.

Se la pianta è in vaso, si può impiegare un normale concime “tutto in uno”, molto comuni nel giardinaggio; tuttavia, si rischia la formazione di accumuli nel terreno, perché non è detto che le piante assorbano i nutrienti in quelle esatte concentrazioni.
Sono valide le solite considerazioni che facciamo sempre per le piante da acquario: è praticamente impossibile definire a priori il rapporto tra i vari nutrienti.

Durante l’estate, è meglio posizionare la pianta all’esterno, in modo che possa beneficiare di maggior luce e di un clima più idoneo.
Vi ricordo che le nostre piante d’aquario sono quasi sempre tropicali.
Per la maggior parte, possono essere esposte ad alcune ore di sole.

Durante l’inverno, invece, occorre ricoverarle in casa; soffrirebbero molto sotto i 10 °C.
La posizione deve essere comunque ben illuminata.
Se lo spazio è sufficiente, e le imposte non vengono aperte nelle prime ore della giornata, è perfetta la zona tra le tapparelle e la finestra.
Meglio se riceve poco la luce solare diretta.

Ora… non vi rimane che provare!
Prendete qualche potatura dall’acquario, e provate l’adattamento alla vita emersa.

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