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L’Hottonia palustris, che forse conoscete come «violetta d’acqua» o «erba scopina» è una specie rustica e molto appariscente, ma non certamente una delle più diffuse tra gli acquariofili. Vedremo però che non ha nulla da invidiare a varietà esotiche e rare cultivar.


Molti acquariofili sognano di coltivare piante raccolte nei nostri corsi d’acqua… a patto che abbiano lo stesso effetto scenografico di quelle acquistate a caro prezzo in negozio o su un sito specializzato! Se siete tra questi, probabilmente avete trovato la specie che fa per voi.

Il suo aspetto è simile a quello del Myriophyllum mattogrossense; ha foglie sottili e segmentate riunite in verticilli, cioè disposte tutto attorno allo stelo in corrispondenza dei nodi, come i petali di una margherita.

Hottonia palustris foto di Christian Fischer
Hottonia palustris (foto di Christian Fischer)

Se le condizioni lo permettono, raggiunge notevoli dimensioni: nel suo habitat può crescere fino a 80 cm.

Lì si ancora al fondo fangoso tramite un rizoma strisciante, esteso e ramificato. In corrispondenza dei nodi produce numerose radici avventizie, apprezzate dagli acquariofili per il loro colore argenteo. In acquario non sono indizio di particolari carenze, ma semplicemente una peculiarità di questa specie.

Le foglie crescono esclusivamente sommerse anche in natura. L’unica parte che emerge è lo «scapo fiorale», un piccolo fusto senza foglie, al cui apice si trovano piccole e graziose inflorescenze rosa pallido, da cui il nome popolare di «violetta d’acqua». Generalmente le infiorescenze si sviluppano nei mesi di aprile e maggio, ma è molto difficile poterli osservare in acquario.

Hottonia palustris - inflorescenza (foto di Christian Fischer)
Hottonia palustris – inflorescenza (foto di Christian Fischer)

Habitat naturale

L’Hottonia palustris è una pianta europea, diffusa soprattutto nei paesi settentrionali del continente.

Diffusione Hottonia palustris
Diffusione Hottonia palustris

Forma fitti cespugli e vive principalmente in acque calme e ombreggiate, povere di nutrienti e poco profonde, come quelle che si trovano negli stagni, nelle anse dei fiumi, nelle paludi.

Un tempo era molto diffusa anche nell’Italia settentrionale ma ora, a causa delle bonifiche, è sempre più rara.
Qui sotto potete osservare la sua diffusione nel Bel Paese… sotto una certa latitudine scompare. La cartina indica che è stata segnalata anche nel Lazio, ma esclusivamente nella provincia di Viterbo, sulle sponde del lago di Bolsena e nella Riserva naturale del Monte Rufeno.

Diffusione Hottonia in Italia
Diffusione Hottonia in Italia (fonte: IPFI, Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia)

La sua diffusione dipende soprattutto dalla temperatura: l’Hottonia preferisce acque fresche. Per questo non è molto adatta ad acquari tropicali e non sopporta temperature sopra i 25° C. Invece è perfetta sia per gli acquari di acqua fredda che per i pondpurchè non abitiate nell’Italia meridionale.

Oltre alle alte temperature soffre le acque eutrofizzate, cioè quelle in cui l’aumento di qualche nutriente provoca lo sviluppo incontrollato di una sola specie, generalmente un’alga, che prende il sopravvento. L’eutrofizzazione è causata soprattutto dall’uomo e si verifica, ad esempio, in seguito ad attività industrali e al dilavamento dei fertilizzanti usati nell’agricoltura intensiva.

Hottonia palustris sommersa (foto di Christian Fischer)
Hottonia palustris nel suo habitat (foto di Christian Fischer)

Esiste un’altra specie di Hottonia, la inflata, diffusa nella zona sud-orientale degli Stati Uniti d’America. Sopporta temperature più elevate, fino a 30° C, ma purtroppo nel nostro continente è impossibile reperirla in natura; quindi, se la volessimo coltivare, dovremmo affidarci al commercio.

Hottonia inflata
Hottonia inflata

Valori richiesti

Ottima ossigenatrice, la Hottonia è una pianta piuttosto facile da coltivare, a patto di ricreare in acquario le condizioni del suo habitat naturale.

Abbiamo visto che predilige acque povere di elementi. La nostra esperienza in acquario lo conferma: sembra infatti soffrire acque con una conducibilità elevata.

È ghiotta di nitrati e fosfati, che avremo l’accortezza di tenere a valori piuttosto elevati. Nel caso siano insufficienti, l’Hottonia palustris ci mostrerà in maniera evidente la loro carenza:

  • la carenza di nitrati si manifesta con un’ingiallimento della pianta;
  • la carenza di fosfati, invece, con un imbrunimento della pianta e un deperimento generale che può arrivare fino alla morte.

Non è particolarmente esigente per quanto riguarda gli altri nutrienti, tranne uno. Il suo stato di salute è proporzionale alla disponibilità di CO2: per vederla bella e in salute l’erogazione artificiale è quasi indispensabile. Come la Cabomba, in natura raggiunge molto rapidamente la superficie dove l’anidride carbonica è abbondante. Non a caso i suoi steli possono raggiungere notevoli dimensioni.

L’Hottonia dà il meglio di sè in acque leggermente acide, come quelle della maggioranza dei nostri acquari.

Hottonia palustis violetta d'acqua
Foto di Shadow

Ecco uno schema riassuntivo dei valori richiesti da questa specie:

  • Temperatura……………. Min 1° C – Max 25/26° C
  • Acidità…………………….. Min pH 6.2 – Max pH 7
  • Durezza…………………… Min 6 dGH – Max 18 dGH
  • Durezza carbonatica… Min 2 dKH – Max 14 dKH

Nella mia piccola esperienza ho notato che, se posta in acquari con forti concentrazioni di nutrienti e CO2 ottimale, tende ad allargare le foglie come la Proserpinaca palustris.

Luce e fondo

Se cerchiamo informazioni sull’Hottonia palustris nei testi di botanica, leggiamo che «gradisce l’ombra o la mezz’ombra».
Se invece cerchiamo informazioni su libri o siti di acquariofilia, scopriamo che «Si raccomanda un’illuminazione intensa».
A questo punto il dubbio è legittimo: si tratta della stessa pianta?
Certamente si!
Il punto è che l’ansa di un fiume in mezz’ombra è comunque più luminosa di un acquario con illuminazione intensa. Tralasciando lo spettro, l’intensità della luce naturale non è mai paragonabile a ciò che riusciamo a fornire con una plafoniera o delle CFL.
Nel suo ambiente naturale l’Hottonia palustris vive bene in ambienti ombreggiati; nei nostri acquari necessita di abbondante illuminazione.

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Hottonia palustis violetta d'acqua

Si nutre principalmente dall’acqua, quindi l’apparato radicale le serve quasi esclusivamente per ancorarsi al terreno. In acquario può crescere rigogliosa su qualunque fondo; tuttavia, vivendo in acque calme e su terreni fangosi che trattengono efficacemente le radici, non ha un apparato radicale molto sviluppato. Un fondo piuttosto compatto e pesante come un terriccio fertilizzato o del ghiaino inerte facilita molto la piantumazione ed evita che la pianta possa essere sradicata accidentalmente.

Possono andare bene anche fondi drenanti come Manado e Akadama, a patto che non vengano lavati privandoli della polvere.

La riproduzione

Nel suo habitat l’Hottonia palustris si riproduce tramite i «turioni», germogli che si staccano dalla pianta madre e si depositano sul fondo dove superano il periodo invernale. In primavera si sviluppano dando origine a una nuova piantina.

Hottonia palustris turioni
Hottonia palustris – Turione

Nei nostri acquari difficilmente riesce a produrre turioni perché è assente l’alternarsi delle stagioni. Possiamo però riprodurla in due modi:

  • per talea, ripiantando le potature;
  • tagliando il rizoma e interrandolo poco distante.

Collocazione in acquario

Per quanto riguarda la collocazione in acquario, la «violetta d’acqua» è molto versatile.

Può essere utilizzata per lo sfondo, lasciandola crescere in altezza; i getti laterali copriranno presto la vista del vetro posteriore.

Molti la posizionano al centro dell’acquario. Questa è la soluzione che garantisce il miglior impatto visivo, ma richiede un pò piu di fatica. Infatti l’Hottonia è una pianta a crescita molto rapida: potandola frequentemente emetterà numerosi getti laterali e formerà bellissimi e folti cespugli.

Infine è possibile tenerla galleggiante, in modo che riceva più agevolmente luce e CO2: in questo caso forma dei meravigliosi cuscinetti dai quali a volte emerge il fiore.

Insomma: dovunque la mettiate, se ben curata, darà sicuramente un aspetto rigoglioso al vostro acquario.

Abbinamenti

Per la sua elevata resa estetica,spesso viene utilizzata in acquari di tipo olandese.
Alcuni preferiscono abbinarla a piante rosse, che ben risaltano sui fitti cepugli verde brillante che può formare.

Occorre sempre tenere presente che non tollera le alte temperature ed evitare di inserirla in allestimenti che richiedono più di 25° C. Il nostro Shadow l’aveva inserita in un acquario tropicale, ma l’Hottonia non ne gradiva l’elevata temperatura: perdeva tutte le foglie e deperiva. Trasferita in un allestimento a 22°, si è ripresa in modo esplosivo.

Hottonia palustris con coppia di Apistogramma
Hottonia palustris con coppia di Apistogramma (foto di Shadow)

Considerata la sua delicatezza è meglio evitare anche gli acquari con pesci particolarmente irruenti o fitofagi, come i carassi. È un’ottima scelta, invece, per acquari che ospitano poecilidi.

Allelopatia

In un acquario che ospita l’Hottonia palustris difficilmente vedrete alghe e cianobatteri, infatti è una pianta fortemente allelopatica verso tutte le specie di alghe.

Non abbiamo notizie di casi allelopatia verso altre piante.
Qualora ne abbiate riscontrati vi invitiamo a segnalarli registrandovi sul forum di Acquariofilia Facile. Ricordo che l’iscrizione è veloce e gratuita.

hottonia palustris

Curiosità

L’Hottonia palustris è stata classificata da Carl Linnaeus nel 1753 e fu la prima pianta classificata dal noto botanico.
Fu chiamata Hottonia in onore del botanico olandese Peter Hotton, professore di botanica presso l’università di Leida.
«Palustris», ovviamente, fa riferimento al suo habitat.

Carl Nilsson Linnaeus
Carl Nilsson Linnaeus, italianizzato in Linneo

Pare che questa pianta abbia diverse proprietà trapeutiche. Anticamente era considerata una pianta officinale, in grado di curare dolori articolari e reumatismi.

È anche una delle 38 piante usate nella floriterapia di Edward Bach; secondo la teoria del medico britannico, servirebbe a curare distacco, solitudine e orgoglio.

A causa della progressiva scomparsa del suo habitat e dell’aumento dei bacini eutrofizzati, questa pianta è in via d’estinzione. Per questo motivo è inserita nella lista rossa della flora italiana.

Sta scomparendo anche in altri paesi, ad esempio in Germania dove è addirittura protetta.
Se vogliamo che continui a ravvivare i nostri spazi acquatici naturali, quindi, preferiremo procurarcela presso altri acquariofili, piuttosto che prelevarla nel suo habitat.

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