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I Trichopsis sono pesci poco diffusi, ma sicuramente interessanti. In fase di corteggiamento emettono dei particolari suoni gracidanti che ne caratterizzano la specie. Conosciamoli meglio con questo articolo di Starman.


I gourami appartenenti al genere Trichopsis sono conosciuti da biologi e acquariofili per la loro peculiarità di produrre suoni udibili dall’orecchio umano.
Poco diffusi in acquariofilia, sono però molto affascinanti e abbastanza facili da allevare.

Trichopsis pumila
Trichopsis pumila (foto di Dandano)

Sono allevati principalmente dagli appassionati di Anabantoidei.
Il loro mantenimento in acquario è abbastanza semplice, a patto di rispettare le loro esigenze in termini di alimentazione, ambito in cui possono risultare abbastanza schizzinosi, e di convivenze, evitando di abbinarli a pesci troppo vivaci o aggressivi.

Partendo dal presupposto che sarebbe meglio inserirli in allestimenti monospecifici, potranno condividere l’acquario con piccoli ciprinidi tranquilli e dalle esigenze simili, come Boraras e Trigonostigma.

Boraras brigittae
Boraras brigittae – possono convivere con i Trichopsis (foto di Nicola70)

Inoltre, i Trichopsis soffrono la troppa corrente d’acqua, pertanto si potrà fare a meno del filtro e un’eventuale pompa di movimento non dovrà essere troppo forte.

Sopra la superficie dell’acqua, l’aria non dovrà essere troppo fredda o secca, per prevenire infezioni al «labirinto», particolare organo situato sotto le branchie che permette di respirare aria atmosferica.
Il labirinto ha reso possibile, per questi pesci, la sopravvivenza in acque carenti d’ossigeno.

Labirinto

I Trichopsis, affini a Betta, Malpulutta e Pseudosphromenus, in passato erano compresi nel genere Ctenops (che ad oggi conta una sola specie, C. nobilis) appartenente alla famiglia degli Osphromenidae.

Il genere Trichopsis comprende ad oggi tre specie, ed è attribuito al biologo italiano Giovanni Canestrini, naturalista specializzato in ragni, che ebbe un importante ruolo nel divulgare le teorie sull’evoluzione del celeberrimo naturalista britannico Charles Darwin.

Giovanni Canestrini
Giovanni Canestrini (fonte: Wikipedia)

Classificazione

  • Ordine: Perciformes
  • Sottordine: Anabantoidei
  • Famiglia: Osphronemidae
  • Sottofamiglia: Macropodusinae
  • Genere: Trichopsis
  • Specie: T. pumila (Arnold, 1936); T. schalleri (Ladiges, 1962); T. vittata (Couvier & Valenciennes, 1831)

Trichopsis pumila

È la specie più diffusa del suo genere, talvolta reperibile in commercio tramite ordinazioni nei negozi oppure con scambi tra appassionati.

I T. pumila sono i più piccoli tra i gourami gracidanti, con le loro ridottissime dimensioni che arrivano fino a 4 cm.

Trichopsis pumila
Trichopsis pumila (foto di Monica)

Diffusione e habitat

In natura è stato ritrovato tra Indonesia, Laos e Cambogia.
Abita acque basse a lento flusso, generalmente tenere ed acide, con l’immancabile ambratura dovuta ai tannini rilasciati da legni e foglie in decomposizione.

Tassonomia

Conosciuto inizialmente con il nome di Ctenops pumilus, oramai obsoleto, la sua descrizione risale al 1936, ad opera di Arnold.

Allevamento e riproduzione

Molto discusse sono le misure dell’acquario; in ogni caso, è meglio non scendere sotto i 40 cm di lato frontale, ma dimensioni maggiori sono certamente più idonee.

Trichopsis pumila
Trichopsis pumila sotto un intrico di radici di Pistia (foto di Stefano94)

È importante che l’allestimento della vasca preveda nascondigli riparati da luce e corrente, possibilmente con acqua leggermente ambrata e piante galleggianti; immancabili le barriere visive, per ridurre le liti e spartire i territori.

L’acqua dovrà mantenere un pH inferiore a 7 e una temperatura tra i 22 e i 28°C.
Utile il mantenimento di una certa stagionalità nelle temperature.

I T. pumila possono essere allevati in colonia. Mostreranno un comportamento estremamente interessante e vivace, con corteggiamenti e parate accompagnati dai famigerati «gracidii».

Abbraccio riproduttivo dei Trichopsis pumila
Coppia di Trichopsis pumila intenti in un abbraccio riproduttivo (fonte: Wikimedia Commons)

Questi pesci sono costruttori di nidi galleggianti, e adottano cure parentali paterne.
Per stimolare i riproduttori è consigliabile innalzare la temperatura e nutrirli con alimenti altamente proteici, come artemia salina e chironomus.

Dopo uno spettacolare corteggiamento a pinne spiegate e colori brillanti, accompagnato dai famosi suoni comunicativi, avviene la deposizione tramite «abbraccio», nei pressi del nido.
L’operazione si ripeterà fino a quando la femmina non avrà esaurito le sue uova.

In questo video dell’utente Stefano94 possiamo vedere una giovane coppia di T. pumila intenta nell’accoppiamento. Con l’abbraccio la femmina espelle le uova, e il maschio le porta nel nido di bolle.

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A questo punto il maschio resta da solo a prendersi cura della nidiata.
Sorveglierà e difenderà le uova, prima, e le larve, poi.

Appena nati, gli avannotti non sanno nuotare e restano «appesi» al nido in posizione verticale, con un evidente sacco vitellino.
Una volta consumato quest’ultimo, gli avannotti diventeranno indipendenti: è la fase del nuoto orizzontale, in cui potranno esser nutriti con alimenti vivi di piccole dimensioni come naupli di artemia e copepodi, o mangimi commerciali adatti a piccoli avannotti.

Trichopsis vittata

Con i suoi 7 cm è la specie più grande del genere Trichopsis.
Meno diffuso del parente T. pumila, probabilmente per la livrea meno accattivante, è però altrettanto particolare, e dal comportamento interessantissimo.

Trichopsis vittata
Trichopsis vittata (fonte: Wikipedia)

Diffusione e habitat

T. vittata è una specie molto diffusa nell’Indocina. È stato ritrovato in diversi habitat, dalle Isole Banda, nei pressi del’Isola Ceram e le coste della Nuova Guinea, fino ai canali di Bangkok!
È presente anche in Vietnam e nelle Isole di Sumatra, in cui abita acque a lento scorrimento.

Canali di Bangkok abitati dai Trichopsis vittata
Canali di Bangkok abitati dai Trichopsis vittata

Tassonomia

È stato descritto nel lontano 1831 ad opera di Cuvier e Valenciennes ne «Histoire naturelle des poissons», volume 7 p. 387, con il nome di Osphromenus vittatus, non più in uso.

Allevamento e riproduzione

Generalmente, per una coppia si consiglia un acquario di almeno 60 cm di lato lungo. Tuttavia, sarebbe meglio optare per una vasca di almeno un metro per poter inserire una colonia, assai più interessante.

È importante studiare bene l’allestimento, optando per un arredamento naturale che crei molte barriere visive.

T. vittata non è molto esigente in termini di valori, ma come T. pumila predilige acque tenere e acide.

Per stimolare i riproduttori è molto utile innalzare la temperatura sui 27-29°C e optare per una dieta proteica con alimenti vivi.

Trichopsis vittata
Trichopsis vittata (foto di Husci)

Dopo il corteggiamento, che avviene con spettacolari parate accompagnate dal gracidio della coppia, avviene la deposizione sotto al nido appositamente costruito dal maschio.
Anche gli esemplari di T. vittata si uniscono nell’abbraccio riproduttivo, ripetuto fino a quando la femmina non avrà espulso le sua circa 200 uova.

A questo punto il maschio si occuperà del nido, mentre la femmina sorveglierà il territorio circostante, come avviene in Betta macrostoma quando il maschio pratica l’incubazione orale.

Il tempo di schiusa delle uova ha durata variabile a seconda della temperatura.
Gli avannotti, una volta usciti dall’uovo, restano attaccati al nido a consumare il sacco vitellino; dopodiché saranno autonomi.
In questa fase potremo nutrirli con alimenti di minuscole dimensioni; particolarmente indicati sono i naupli di artemia appena schiusi.

Trichopsis schalleri

È la specie più rara del genere Trichopsis. Gli esemplari possono raggiungere i 5 centimetri.

Trichopsis schalleri
Trichopsis schalleri (fonte: Wikipedia)

Diffusione e habitat

Stando a quanto riportato da Jorg Vierke in «Labirinth fishes of the world», T. schalleri sarebbe stato rilevato per la prima volta da Schaller, da cui prende il nome, nella regione Nam Mun in Thailandia.

Anche Linke ne ha trovato un ceppo tra le risaie di Nong Khai e in alcuni canali, insieme a Trichopsis vittata e Betta smaragdina.
Secondo la letteratura recente, T. schalleri sarebbe molto diffuso nel fiume Mekong.

Fiume Mekong
Fiume Mekong, popolato da Trichopsis schalleri

Tassonomia

Attribuito a Ladiges, che lo descrisse in «Trichopsis schalleri spec. nov. A new gourami from Thailand» nel 1962.

Allevamento e riproduzione

Per una coppia può essere sufficiente un acquario di 50 centimetri di lato lungo.
Per osservarne meglio i comportamenti, si consiglia di allevarli in colonia in una vasca a partire dagli 80 centimetri.

Il pH dell’acqua dovrebbe essere mantenuto in un range di 6 – 6.5, mentre la temperatura deve esser compresa tra i 21 e 26°C.
Per stimolare i riproduttori si può alzare la temperatura e adottare una dieta proteica.

Come il cugino T. vittata, la coppia di T. schalleri depone sotto al nido di bolle tramite il tipico abbraccio, che si ripeterà fino a quando le uova (100-150) non saranno terminate; a quel punto il maschio resterà a guardia del nido, mentre la femmina sorveglierà l’area circostante.

Una volta autonomi, gli avannotti potranno essere nutriti con piccoli alimenti vivi, come  copepodi e naupli di artemia salina.

Ringrazio gli utenti del forum Acquariofilia Facile che hanno messo a disposizione le foto e i video mostrati in questo articolo.
Per qualsiasi informazione, la sezione Anabantidi del nostro forum vi aspetta.

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