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Cryptocoryne undulata

Il primo a proporre il nome “Cryptocoryne undulata” fu lo scrittore tedesco Albert Wendt, nel 1955.
Osservando i margini di queste foglie…

Cryptocoryne undulata

…non deve essere difficile capire la sua scelta.

Wendt era un acquariofilo, con particolare interesse per le Cryptocoryne.
Ci vollero oltre vent’anni, prima che il nome venisse accettato nel mondo accademico, nel frattempo la pianta venne eroneamente chiamata Cryptocoryne willisii.
Oggi, la scoperta della specie viene quindi attribuita a Wendt, che aveva ragione con vent’anni di anticipo… senza essere uno scienziato.

Nella prima metà del ‘900, la pianta era stata addirittura confusa con la nevillii, forse perché il luogo di origine è sempre lo Sri Lanka.

Cryptocoryne undulata

Come si capisce dalle immagini, può essere facilmente scambiata per una Cryptocoryne beckettii, con la quale condivide l’aspetto molto variabile.
L’unico modo certo, per distingere le due specie, è quello di aspettare che la pianta si sviluppi pienamente.
Occorrerano parecchi mesi, ma sulla undulata vedrete il rizoma spuntare dal terreno; quello della beckettii, invece, rimarrà sottoterra anche dopo anni.

Pure in questo caso, Madre Natura ce la offre anche in varietà triploide, ma è decisamente più rara.
In acquariofilia… è il contrario: la pianta diploide sembra meno adatta alla coltivazione sommersa; pertanto, quelle che troviamo nei negozi sono quasi sempre triploidi.
Comunque ha poca importanza, sulle forme e i colori che la pianta assume.

Sembra che la triploide diventi leggermente più grande, fino a circa 20 cm, rendendola simile alla becketti anche nelle dimensioni.
E’ difficile vedere la diploide oltre i 12-15 cm, a meno che la luce non sia davvero bassa.

Secondo esperienze di acquariofili, la triploide avrebbe una maggior tendenza a colorarsi di marrone; ma su questo è sempre la luce che incide maggiormente.

Cryptocoryne undulata

Condizioni di coltivazione

Per la maggior parte degli acquariofili, la Cryptocoryne undulata è la più facile da coltivare, sia in forma emersa che sommersa.
Abbiamo già visto altre piante, in questo stesso genere, capaci di adattarsi a qualunque acquario; ma la undulata è davvero un caso straordinario.

Oltre a crescere con qualsiasi durezza, terreno, acidità e luce, è anche la più veloce a riprendersi dopo la cosiddetta “peste”, quando passa da un acquario ad un altro.
Questo può essere un problema, perché anche la propagazione per stoloni risulta più rapida; alcuni la considerano infestante.
Questa sua vivacità può essere rallentata da un fondo inerte, formato da sola ghiaia.

La luce non è importante, per il suo sviluppo, ma lo è per l’aspetto che vogliamo ottenere.
Il colore può variare dal verde scuro ad un marrone marmoreo, ma anche le forme si adattano alle lampade.
Con illuminazione debole, la pianta può allungare il gambo fino a 15 cm, nel tentativo di portare la foglia più vicino alla luce.

Un’ultimo consiglio sulla temperatura
Quasi dappertutto si legge “26-28 °C” come limite massimo, ma numerose esperienze dimostrano che la pianta regge ben oltre i 30, quantomeno per la durata della stagione estiva.
Inoltre può scendere fino a 15 °C, anche se rallenta un po’ il suo sviluppo rispetto ai soliti 22-25.
Probabilmente, è la Cryptocoryne con l’intervallo di temperatura più alto.

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