Informazioni comuni a tutte le specie
Di seguito presentiamo le informazioni comuni alle quattro specie di Trigonostigma.
Allestimento consigliato
Il Trigonostigma è un pesce da banco. Quando è solo o con pochi esemplari è molto timido: resta isolato e vicino a ripari; insieme ad altri esemplari (minimo 10), invece, i suoi colori sono più vivaci e nuota insieme agli altri occupando la parte centrale dell’acquario.
Per questo motivo, nonostante sia un pesce piccolo e non sia un gran nuotatore, è meglio inserirlo in acquari lunghi almeno 60 centimetri. Un banco composto da decine di esemplari richiede almeno un centinaio di litri.
Sono pesci gregari, ma se in salute (e non intimiditi da altri pesci più esuberanti) possono prodursi in varie parate di intimidazione e scatti/danze, soprattutto in due periodi: inserimento e deposizione.
In queste esibizioni possono rovinarsi le pinne, ma hanno una velocità di recupero elevata: nel giro di due o tre giorni si rimarginano (eccetto in caso di carbonati estremamente bassi).
L’allestimento tipico per i Trigonostigma comprende legni, radici e foglie sul fondo (avendo l’accortezza di lasciare abbastanza spazio per il nuoto). In questo modo si ricreerà un ambiente esteticamente simile a quello in cui vive in natura, ma non solo: foglie e legni rilascerano tannini che renderanno l’acqua leggermente scura.
Questo pesce sembra infatti gradire gli allestimenti non troppo luminosi, che offrono spazi in ombra o mezz’ombra.
Per questo motivo useremo un fondo scuro, o comunque non troppo chiaro.
Il substrato può essere composto da sabbia, pietrisco arrotondato o fondi leggeri (Akadama, Manado).
È meglio evitare materiali calcarei poichè tendono ad alcalinizzare l’acqua, alzando il pH.
Il movimento dell’acqua non è necessario, ma nemmeno sgradito.
Ovviamente cercheremo di offrire ai Trigonostigma un acquario ben piantumato.
Alimentazione
Nel suo habitat naturale è un predatore che si nutre di piccoli insetti, invertebrati, crostacei e microplancton.
In acquario può si può nutrire con mangime secco di qualità, integrato con larve di chironomi, zanzara o piccoli stratiomidi, piccoli crostacei come Daphnia, Cyclops, Ostracoda e Artemia salina, vegetali sbollentati, uova di lumaca o piccole chiocciole.
Occorre prestare particolare attenzione alla quantità. Essendo piuttosto vorace, mangia tutto il cibo che gli viene messo a disposizione; lo stomaco gonfio impedisce lo svuotamento della vescica natatoria e il pesce è costretto a restare a galla, o riesce a scendere in profondità ma con grandi sforzi e notevole stress. Meglio, quindi, nutrirlo senza eccedere.
Può restare senza cibo anche per una decina di giorni, accontentandosi dei microorganismi che trova in vasca.
Abbinamenti
Considerato l’allestimento poco luminoso richiesto dal Trigonostigma, la scelta delle piante è quasi obbligata: Cryptocoryne, Taxiphyllum e Microsorum. Le Cryptocoryne sono particolarmente indicate perché sono le piante acquatiche che vivono negli habitat del Trigonostigma. A queste piante asiatiche si può aggiungere tranquillamente una africana ombrofila, l’Anubias. Possono essere utilizzate anche delle piante galleggianti.
Il Trigonostigma è un pesce molto tranquillo e pacifico, che non da problemi di convivenza.
Può essere abbinato a qualsiasi specie che gradisca lo stesso allestimento.
Solitamente gli vengono affiancati altri ciprinidi, Botia e Betta; può essergli abbinato anche il Pangio semicincta.
Riproduzione
La riproduzione del Trigonostigma avviene in modo particolare.
Innanzitutto si formano delle coppie; in genere è la femmina che sceglie tra più maschi che si presentano per il corteggiamento.
Una volta che la femmina ha scelto il maschio, i due cominciano una danza molto caratteristica: si mettono a fianco l’uno dell’altro e cominciano a girare in tondo muovendo rapidamente le pinne ventrali.
Terminato questo rituale la femmina, seguita dal maschio, depone le uova (da poche decine a oltre 200) sulla pagina inferiore di una foglia larga; se è disponibile in vasca, di una Cryptocoryne. Dopodichè Il maschio feconda le uova.
Le uova fecondate si schiudono entro 24/36 ore.
Solitamente gli espei non hanno comportamenti accudenti nei confronti della prole, anzi: frequentemente i genitori mangiano le uova che essi stessi hanno deposto.
Sebbene sia relativamente facile assistere alla danza di corteggiamento in cattività, è difficile che questi piccoli ciprinidi si riproducano.
Alcuni allevatori facilitano l’accoppiamento isolando la coppia selezionata in una vasca con acqua calda. Tuttavia le temperature alte non stimolano tanto quanto un loro abbassamento rapido.
È sufficiente aggiungere dell’acqua fredda nell’acquario; la mattina seguente (depongono preferibilmente alle prime luci) saranno pronte ad accoppiarsi e a rilasciare le uova sulle foglie. L’acqua fredda avrà una temperatura compresa tra i 17-18 e i 20 °C e ha la funzione di simulare la pioggia.
Il maschio viene inserito per primo, in modo che possa prendere possesso del territorio; dopodichè viene inserita la femmina.
Dopo l’eventuale deposizione, la coppia viene rimessa nella vasca principale.
Gli avannotti si nutrono di infusori, crostacei di dimensioni molto contenute – ad esempio nauplii di Cyclops – e altri piccoli organismi. Dopo qualche settimana catturano dafnie, ostracodi, piccoli vermi e accettano mangime secco sbriciolato.