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Una conduzione «naturale»

Cerchiamo ora di capire qual è l’approccio di questi acquariofili, al di là del metodo da essi usato.

1) Alla base e all’origine di tutto ci sono l’osservazione e lo studio dei processi fisiologici di animali, piante e batteri.
Non è un caso se Walstad, Lorenz e Lessona sono tre scienziati…
Ogni elemento dell’acquario ha la sua fisiologia, ossia funziona in un determinato modo.
Alcuni pesci hanno un organismo che necessita di un pH molto acido, altri non ne hanno bisogno; certi pesci necessitano di molto spazio, altri meno; alcuni pesci hanno bisogno di un’acqua tenera, altri di un’acqua dura.
La stessa cosa riguarda le piante: alcune vogliono molta luce, altre preferiscono l’ombra; alcune necessitano di molto ferro, altre no.
Ovviamente potremmo dire altrettanto dei batteri: un pH bassissimo, ad esempio, li stermina immediatamente.

Boraras brigittae
Boraras brigittae

Cercheremo quindi di capire le necessità e il funzionamento di ogni elemento del nostro acquario.

2) Dopo averli osservati e studiati, l’acquariofilo sfrutta al massimo i processi fisiologici degli elementi dell’acquario.
Non li ostacola, non cerca di reprimerli: li valorizza il più possibile.
Questo tipo di conduzione non esclude l’intervento dell’uomo; esso è tuttavia molto ridotto, perché la natura lavora al posto dell’acquariofilo.
Oltre al risparmio di tempo, abbiamo anche un risparmio economico. Spesso non è necessario utilizzare costosi prodotti per acquariofilia: se conosciamo i processi biologici del nostro acquario possiamo sfruttarli a nostro favore.

Acquario di Diana Walstad
Acquario di Diana Walstad

3) Il terzo principio che emerge chiaramente dalle parole dei tre acquariofili ai quali facciamo riferimento è questo: considerano l’acquario come un sistema. Anzi: un eco-sistema, nel quale i processi fisiologici di tutti gli elementi interagiscono reciprocamente tra di loro, creando quel «giusto equilibrio» del quale scrivono Lorenz e Lessona.

Acquario di Monica
Acquario di Monica

Questo significa considerare l’acquario come un ambiente complesso (che non vuol dire «complicato»).

In sintesi:

  1. osservazione e studio;
  2. sfruttamento dei processi fisiologici;
  3. complessità.

Questi sono i cardini dell’acquario naturale di cui spesso parliamo sul forum e che molti di noi considerano un punto di riferimento.

Spero, con questo semplice articolo, di aver contribuito a chiarire cosa intendiamo per «acquario naturale»; e di aver suscitato in qualche lettore il desiderio di cimentarsi in questo tipo di Acquariofilia.

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