banner

Facciamo un tuffo nel fiume Congo e vediamo come poter replicare all’interno delle nostre vasche alcuni spaccati di questo bellissimo ecosistema


Quando nel mondo dell’acquariofilia si parla di Africa spesso ci si limita a parlare dei grandi laghi africani, ma il continente nero ha molto di più da offrire. Il fiume Congo è forse il miglior esempio dei tesori dimenticati che aspettano solo qualcuno che abbia voglia di avventurarsi alla loro scoperta.

Tramonto sul fiume Congo

Viaggio in Africa…

Immagine aerea fiume Congo Un fiume da Guinness dei primati

Il fiume Congo non è un fiume qualsiasi: con i suoi 4.370 km di lunghezza complessiva, è il secondo fiume più lungo del continente africano, battuto solo dal ben noto Nilo. E’ anche il secondo fiume al mondo per portata (41.000 m³/s) e il primo per profondità, dato che arriva a toccare i 220 metri di profondità.

Fiume Congo
Fiume Congo
Vista aerea del fiume Congo
Vista aerea del fiume

Il suo bacino supera le dimensioni del continente indiano e lungo il proprio corso il fiume cambia spesso la sua natura fino a diventare irriconoscibile, arrivando a contatto con la seconda più grande foresta pluviale del pianeta.

Il fiume ad oggi accoglie più di 800 specie animali e vegetali, molte della quali endemiche, a cui si aggiungono quelle ancora in larga parte non studiate, sia per l’impervia geografia della regione che per le tensioni politiche e sociali che da decenni devastano le sue sponde.

mappa repubblica del Congo Parametri dell’acqua

Le sue immense dimensioni e l’enorme numero di affluenti contribuiscono a rendere stabili in media i valori dell’acqua nel corso dell’anno

Nonostante ciò i parametri dell’acqua subiscono dei cambiamenti, anche significativi, lungo tutto il suo corso poiché la morfologia stessa del fiume evolve considerevolmente nella sua corsa, passando da ampi bacini a flusso lento a ripidi torrenti tortuosi, da vasti e placidi laghi a impetuose cascate alte decine di metri.

A livello di durezze per esempio, si va dal Lago Tanganyika, che contribuisce alla titanica massa d’acqua del fiume Congo, alle ben più acide e “morbide” acque del fiume Sankuru, nel Kasai Orientale.

Dal fiume alla vasca

Capito il contesto geografico e ambientale in cui il nostro modello di riferimento si inserisce, è giunto il momento di vedere come fare a replicare almeno in parte questo ecosistema nei nostri acquari.

Alla luce di quanto detto sopra, non è possibile proporre un univoco modello di acquario biotopo per il fiume Congo e risulta superfluo approfondire ecosistemi difficilmente riproducibili in ambiente domestico.

In questo articolo quindi si proporranno l’analisi e i consigli per riprodurre ecosistemi che non abbiano bisogno di vasche enormi o impianti professionali, elencazione ovviamente esemplificativa e tutt’altro che esaustiva.

1 – I laghi Tumba e Mai-Ndombe

Lungo il corso del fiume si incontrano due laghi molto simili e al contempo molto diversi tra loro: il lago Tumba e il lago Mai-Ndombe.

Entrambi i laghi sono caratterizzati da acque acide e ricche di tannini, con una biodiversità estrema; mentre il primo però è stato estremamente sfruttato dalla pesca fin quasi al completo esaurimento, il secondo rimane ancora oggi quasi del tutto inesplorato da biologi e appassionati.

Lago Tumba

E’ il più piccolo dei due, con una superficie di soli 830 km2, acqua estremamente acida, scura e con un pH che si assesta stabilmente in valori che oscillano tra 3.6 e 4.6, cosa che impedisce la crescita delle piante.

La maggior parte della flora è costituita dalle foreste paludose che lo circondano e da cui provengono i detriti vegetali che, accumulandosi sul fondo e decomponendosi, rilasciano i preziosi tannini responsabili dell’acidità dell’acqua.

Il bacino ospita circa 60 specie autoctone ma purtroppo è pesantemente minacciato dalla pesca commerciale e dall’invasione consistente di specie alloctone che stanno soppiantando quelle indigene.

La vasca che vuole replicare questo habitat dovrebbe essere allestita con fondo di sabbia fine, necessariamente inerte, coperto da foglie di catappa e pignette di ontano che aiutino ad ambrarla e mantenere il pH su valori non superiori a 5.

I pesci che si possono ritrovare in questa parte di corso idrico sono*: Alestipetersius caudalis, Aphyosemion elegans, Hemichromis fasciatus.

*Per l’elenco completo vedere tabella 1 in “Appendice”

banner

Lago Mai-Ndombe

Il lago Mai-Ndombe si estende in media per 2,300 km2 tra il Parco Nazionale Salonga a nord e il fiume Lukene-Fimi a sud, comprendendo anche una vasta area di foresta parzialmente sommersa.

Il suo nome nel linguaggio locale significa “acqua nera” ad indicare il colore che i tannini e gli acidi umici rilasciati dai rifiuti vegetali in decomposizione hanno dato all’acqua. Di questo lago si sa ancora molto poco ma, recentemente, alcune specie di pesci endemiche di questo bacino hanno fatto la loro comparsa in commercio.

L’allestimento della vasca è simile al precedente, con la solo accortezza di aumentare ancora di più i tannini, dato che in natura il colore dell’acqua di quest’area di fiume è veramente molto scuro.

I pesci che si possono ritrovare qui sono*: Alestopetersius brichardi, Nanochromis transvestitus

*Per l’elenco completo vedere tabella  1 in “Appendice”

2- Malebo Pool

malebo pool del fiume Congo: visione aerea
Malebo Pool: visione aerea

Uno dei punti maggiormente conosciuti, a cui mi sono ispirato per la realizzazione della mia vasca, è Malebo Pool, (noto anche come Stanley Pool o Lake Nkunda, per gli amanti della toponomastica indigena).

Questo è un vasto bacino idrico che si forma nella parte finale del corso del fiume; è lungo 35 km e largo 23 km, rappresenta uno dei pochi tratti navigabili del fiume, dove la corrente non è così impetuosa.
Con una profondità variabile tra i 3 e i 10 m, questo bacino è non solo una delle zone più praticabili del fiume, ma anche il luogo ideale per la pesca e la raccolta di specie endemiche.

Malebo ospita centinaia di specie ittiche differenti e la maggior parte dei pesci congolesi che finiscono nelle nostre vasche viene pescata proprio sui suoi fondali sabbiosi, tra le piccole rapide lungo le sponde rocciose o tra i canneti di papiro che costellano le pozze lungo le rive.

Questo tratto di fiume è un esempio dei cosiddetti “black water”, con pH acido, a tratti estremo, conducibilità minima (attorno a 23 µs/cm ) e durezze attorno a 1.15°F

Per creare una vasca da dedicare a questo biotopo bisognerà predisporre un fondo di sabbia fine possibilmente di colore scuro ed inerte, sebbene i nostri ospiti siano pesci piuttosto adattabili.

Nell’ottica di dare il miglior ambiente possibile ai nostri pesci, è bene distinguere se si intende replicare l’habitat ripario, dove la corrente è limitata e la vegetazione rigogliosa, o le zone centrali a corrente più sostenuta.

Habitat ripario

Se la nostra scelta ricade su questo habitat, si consiglia di prevedere numerosi sassi di grosse dimensioni, legni che forniscano riparo e, ove occorra, riferimenti territoriali.

La vegetazione dovrebbe essere abbondante con piante galleggianti a schermare la luce diretta e una buona area libera al centro per il nuoto.

La corrente del filtro non deve essere troppo intensa, visto che nel modello reale la velocità dell’acqua è relativamente bassa.

Alcune delle piante che si possono incontrare in questo habitat sono: Anubias sp, Bolbitis sp, Ceratopteris spp, Cyperus alternifolius, Cyperus spp., Eichhornia crassipes, Eclipta prostrate, Lasimorpha senegalensis, Ludwigia spp., Nymphaea spp., Pistia strationes. 

Esempio di disposizione della vegetazione in acquario
Esempio di disposizione della vegetazione

Esempio di disposizione della vegetazione in acquario

Dettagli vegetazione in acquario I pesci che si possono ritrovare in quest’area sono*: Aphyosemion christyi, A. cognatum, Ctenochromis polli, Phenacogrammus interruptus, Tetraodon mbu

*Per l’elenco completo vedere tabella in “Appendice”

Habitat zona centrale del fiume

Nel caso in cui si voglia dedicare la vasca alla zona centrale del corso d’acqua, è bene considerare innanzitutto la corrente, che deve essere intensa ma non eccessiva. Essa sarà sicuramente gradita dai vostri ospiti, che necessitano di acque maggiormente ossigenate.

Per il vostro allestimento sarebbe consigliabile predisporre grossi massi e legni che forniscano ai pesci sia aree esposte alla corrente ma anche zone riparate. Anche i reofili più accaniti cercheranno, ove possibile, di ripararsi dalla corrente mentre riposano e il rischio che si verifichino lotte per il controllo dei punti migliori non è inverosimile.

Le piante in questo habitat sono quasi assenti ma potete sicuramente introdurre alcuni esemplari del genere Anubias, Bolbitis, Ceratopteris e Crinum.

I pesci diffusi in questa zona sono*: Lamprologus teugelsi, Steatocranus casuarius, S. tinanti 

*Per l’elenco completo vedere tabella 2 in “Appendice”

3 – Basso corso del fiume

Pur rappresentando solamente il 2% del corso del fiume  in questo “breve” tratto si trovano circa il 30% delle specie note e di queste un terzo circa è endemico.

Questo tratto del fiume Congo è costituito da cascate e rapide ed è caratterizzato dall’altitudine che si abbassa di circa 270 m; pur essendo estremamente tortuoso, il letto è molto profondo (attorno ai 100 m in media) e caratterizzato da diffuse irregolarità del fondale. Tutti questi fattori contribuiscono a rendere questo tratto particolarmente turbolento.

L’acqua mantiene durezze molto basse ma, a causa della turbolenza, la forte ossigenazione comporta un considerevole innalzamento del pH, che sale attorno al 7.0-7.5.

Nonostante la conformazione risulti decisamente inospitale alla vita, offrendo ben pochi ripari dalle impetuose correnti, proprio queste caratteristiche sono la ragione per cui questo tratto impervio del fiume presenta la più elevata biodiversità di tutto il bacino.

Molte specie di pesci che abitano questa zona presentano adattamenti morfologici unici quali musi allungati per poter rovistare tra i sedimenti o corpi appiattiti che consentono loro di resistere alle correnti. Si tratta di evoluzione convergente poiché è emerso da ricerche genetiche che anche specie morfologicamente simili sono in realtà geneticamente non imparentate tra loro.

Alcune di queste specie hanno sviluppato adattamenti simili tra loro per poter sopravvivere anche alle alte pressioni e nell’oscurità delle profondità del fiume, adattamenti che impediscono loro di sopravvivere in superficie se non per pochi minuti. Alcuni esempi di queste specie sono Lamprologus lethops, Mastacembelus brichardi, Gymnallabes nops.

Caratteristiche del basso corso del fiume (sebbene vi siano popolazioni sparse lungo quasi l’intero corso) è la prevalenza delle specie del genere Steatocranus e Nanochromis. Pur condividendo in parte l’habitat, l’adattamento alle forti correnti è più evidente nelle specie del genere Steatocranus, principalmente reofile e che privilegiano le aree rocciose delle rapide, rispetto a quelle del genere Nanochromis che invece prediligono i fondali sabbiosi. In particolare questa differenza è fortemente accentuata nelle  specie del genere Steatocranus che abitano il basso corso del Congo, dove è ben evidente lo sviluppo di una dentatura specializzata nel consumo di aufwuchs, molluschi e legni

Albero filogenetico Steatocranus e Nanochromis
Albero filogenetico Steatocranus e Nanochromis

Pesci ritrovabili in questa zona sono*: Nanochromis parilus, Steatocranus casuarius, S. tinanti, Teleogramma brichardi.

*Per l’elenco completo vedere tabella 3 in “Appendice”

Possibili ospiti per le nostre vasche

Quello che segue vuole essere un elenco esemplificativo dei possibili ospiti da introdurre nei nostri acquari, una fonte di ispirazione più che un vero e proprio compendio per l’allevamento.

Un consiglio che mi sento di dare prima di approfondire questo tema è quello di informarsi sulla provenienza degli ospiti che andrete a mettere in vasca: sebbene nell’ultimo periodo vengano proposti con maggiore frequenza esemplari allevati, purtroppo molti ancora provengono da catture in natura.

  • Ctenopoma acutirostre

Detto anche pesce foglia o pesce leopardo per la livrea maculata e la forma appiattita che ricorda, appunto, una foglia, questo anabatide africano molto affascinante è un predatore molto attivo nelle ore crepuscolari che tende imboscate alle sue prede mimetizzandosi tra la vegetazione e i detriti che abbondano nel suo habitat naturale.

Data l’attività notturna che lo caratterizza, è consigliabile che l’illuminazione in vasca non sia eccessiva e, possibilmente, sia smorzata da abbondanti piante galleggianti.

La specie in oggetto predilige acque tenere e con poca o nulla corrente, pH acido attorno al 6, temperatura pari a 25 gradi.

E’ un pesce longevo, con un aspettativa di vita ventennale, e di taglia media, anche se questa dipende dall’età raggiunta. Sebbene non smetta di crescere per tutta la durata della sua vita, difficilmente in cattività supera i 15 cm.

Questa specie è robusta e adatta a convivere con la maggior parte delle specie provenienti dal fiume Congo ma si sconsiglia l’abbinamento con pesci troppo piccoli o in vasche destinate alla riproduzione, poiché tutto quello che può essere individuato come potenziale preda verrà inevitabilmente attaccato.

I maschi si distinguono dalle femmine dalle piccole spine che presentano sulle branchie, anche se ad oggi si hanno poche notizie di riproduzioni avvenute con successo in acquario.

Sebbene spesso venga tenuto in vasca un singolo esemplare, questo è un pesce dall’indole gregaria che non disdegna la compagnia dei suoi simili, a patto che siano introdotti contemporaneamente insieme in vasca e in età giovanile. Esemplari adulti cresciuti da soli tendono a dimostrarsi più timidi e remissivi rispetto alle controparti cresciute in gruppo e sono assolutamente intolleranti nei confronti di esemplari aggiunti successivamente.

  • Hemichromis lifalili

Detto ciclide gioiello per i suoi colori sgargianti, è noto per la ferocia con cui difende la prole e di cui molte vasche di comunità hanno fatto le spese.

Robusto e prolifico, compare spesso in vasche non adatte alla sua indole ma, con le giuste precauzioni, una coppia può sicuramente essere allevata con successo in compagnia di robusti Caracidi o Synodontis provenienti dal fiume Congo senza troppi problemi. E’ importante però che la vasca sia ben studiata per fornire ripari e barriere visive e, soprattutto, abbia le dimensioni adeguate.

  • Lamprologus congoensis

Ciclide poco diffuso ma molto interessante che abita le rapide del basso corso del fiume Congo, raggiunge i 15 cm di lunghezza massima ma in acquario difficilmente supera i 12 cm.

I maschi difendono un harem e sono molto territoriali e aggressivi tra loro, si consiglia quindi di ospitare un maschio con almeno tre femmine in una vasca di minimo 120×40 cm di base.

E’ un pesce onnivoro, che predilige acque leggermente più dure delle precedenti specie (GH intorno a 10°) e con pH stabilmente sopra il 7. La temperatura deve essere mantenuta a 25°C per la maggior parte dell’anno, sebbene temperature leggermente superiori favoriscano la riproduzione.

E’ importante assicurare un’acqua ben ossigenata, corrente sostenuta ma non eccessiva, con molte rocce disposte in modo da creare piccole grotte che possano offrire dei ripari alle femmine e fungano da siti per la riproduzione.

  • Microctenopoma ansorgii

Altro esponente degli anabatoidei africani, questi pesci hanno catturato l’attenzione di un pubblico sempre più vasto per i loro colori spettacolari e gli affascinanti comportamenti.

Questa specie è caratterizzata da colori molto accesi, con la livrea del maschio che è tra le più spettacolari che si possano trovare tra i pesci africani, sebbene al di fuori del periodo riproduttivo non sia altrettanto appariscente.

Di carattere schivo, trascorre la maggior parte del tempo nascosto tra la vegetazione, al riparo dalla luce diretta e da possibili predatori. In natura si trova lungo le rive di piccoli corsi d’acqua e nelle aree dove la corrente è meno forte, nascosto tra la vegetazione.

La sua indole pacifica lo rende adatto alla convivenza con specie tranquille ma i maschi tendono ad essere territoriali e molto aggressivi tra loro. In vasche di grosse dimensioni possono convivere anche più maschi, ma a condizione che vi siano sufficienti femmine.

Si tratta di un predatore attivo soprattutto nelle ore notturne, in natura si nutre di piccoli insetti; in cattività, ove possibile, sarebbe bene alimentarlo con cibo vivo o surgelato poiché si adatta difficilmente al secco.

La vasca destinata ad ospitare questi esemplari dovrebbe essere almeno 80cm x 40cm di base per una coppia; il fondo non è importante ma meglio che sia inerte, dato che questo pesce è decisamente più a suo agio in acque acide e con durezze basse, con fondo preferibilmente coperto di foglie di catappa.

E’ opportuno inserire un’abbondante vegetazione galleggiante o palustre che schermi la luce, così da infondere coraggio ai pesci e fungere anche da supporto per i nidi di bolle.

  • Nanochromis transvestitus

Il genere Nanochromis è tra i più diffusi generi di ciclidi che abitano il fiume Congo, presente praticamente in tutto il bacino con diversi esponenti più o meno diffusi.

N. transvestitus in particolare è localizzato unicamente nel lago Mai-Ndombe.

Questo animale è uno dei più piccoli ciclidi del mondo; il maschio è leggermente più grande della femmina e raggiunge i 6 cm.

Predilige ambienti estremofili, con pH inferiore a 5, anche se gli esemplari provenienti dagli allevamenti a fini commerciali si dimostrano più tolleranti a valori neutri.

Tutte le specie di Nanochromis formano coppie stabili, depongono in caverne e praticano cure parentali. La scelta ideale sarebbe quella di ospitare una coppia formata in vasche di almeno 60 cm di lato lungo, con fondo di sabbia fine inerte (amano scavare), coperto di abbondanti foglie in decomposizione, il tutto affiancato da un ambiente ricco di nascondigli e ripari.

Qualora si intendano allevare più coppie di questo ciclide si consiglia di prevedere un territorio minimo di 60 cm x 30 cm per ciascuna coppia, poiché tendono a manifestare una spiccata aggressività intraspecifica, soprattutto in fase riproduttiva.

  • Nanochromis parilus

E’ la specie più diffusa in commercio poiché la più semplice da catturare e tra le più presenti in natura. Predilige i tratti a scarsa intensità di corrente nel basso corso del Congo, dove le acque sono leggermente più fresche e le durezze più alte.

La dimensione in natura varia tra i 4.5 cm e gli 8 cm, con il maschio leggermente più grande della femmina, che si presenta più colorata con un ventre di colore rosso violaceo.

Relativamente pacifici con altri ospiti, mostrano una spiccata aggressività intraspecifica per cui una singola coppia andrebbe tenuta in un territorio non inferiore a 60 cm x 30 cm. La vasca andrebbe arredata con numerosi nascondigli e caverne per favorire la deposizione delle uova e un substrato di sabbia fine per permettere loro di scavare in libertà senza il pericolo di ferirsi.

Si dovrebbe prevedere una leggera corrente a smuovere la superficie, dato che amano acque ben ossigenate e più fresche della media del fiume Congo, tra i 20 C° e i 25 C°.

Sono poco tolleranti a rialzi degli inquinanti e soffrono il deterioramento della qualità dell’acqua, per cui si consiglia di introdurli in vasche molto mature e monitorare attentamente i parametri dell’acqua.

  • Pantodon buchholzi

Il pesce farfalla africano (nome derivante dall’aspetto delle sue pinne) è sicuramente uno dei predatori più affascinanti che frequentino i corsi d’acqua di tutto il mondo.

Predatore notturno infaticabile, passerà le giornate mimetizzato tra la vegetazione galleggiante e la notte divorerà senza problemi qualsiasi pesce abbastanza piccolo da entrargli in bocca. E’ in grado di catturare insetti compiendo prodigiosi balzi fuori dall’acqua, lunghi anche diversi metri.

È noto anche per avere una predilezione per l’assaggio delle pinne altrui, atteggiamento che vanno necessariamente considerati se si valuta un suo inserimento in vasca. Fortunatamente questo pesce non supera i 12 cm, quindi può essere ospitato con relativa sicurezza con caracidi e ciprinidi di taglia media come i Phennacogrammus interruptus.

La vasca ideale per questi ospiti dovrebbe avere una base piuttosto ampia, con acqua acida e tenera, se possibile priva di corrente o ridotta al minimo, ricca di vegetazione affiorante o galleggiante. Il fondo per loro è di poco se non nullo interesse, dato che difficilmente si avventurano per più di qualche istante sotto il pelo dell’acqua.

E’ assolutamente sconsigliato l’allevamento in vasche aperte, sia per la certezza che il pesce tenterà di catturare qualsiasi cosa voli al di sopra della vasca finendo inevitabilmente sul pavimento, sia perché questi pesci in natura si sono adattati a vivere anche in acque completamente prive di ossigeno respirando aria direttamente dal pelo dell’acqua, aria che dovrà possibilmente essere mantenuta calda e umida.

  • Phenacogrammus interruptus

Il celeberrimo Tetra del Congo non ha certo bisogno di presentazioni. E’ famoso per la spettacolare livrea dei maschi e le dimensioni non proprio contenute, è un eccellente rappresentante degli Alestidi africani.

Si tratta di un pesce tranquillo e pacifico, persino timido, ma che spesso involontariamente può spaventare i coinquilini più pavidi a causa delle sue dimensioni e della sua iperattività. Essendo un pesce gregario per natura, è inutile dire che sono raccomandate vasche superiori al metro per ospitare degnamente un piccolo gruppo di questi pesci.

  • Phenacogrammus

Questi pesci sono caratterizzati da livree meravigliose e comportamenti sicuramente affascinanti ma, allo stato attuale, i pochissimi esemplari reperibili provengono tutti da prelievi in natura. Questo purtroppo  li rende estremamente sensibili alle condizioni della vasca in cui andranno ospitati.

Inoltre attualmente il prezzo è decisamente proibitivo per la maggior parte degli appassionati, giustificato unicamente dalla loro relativa novità: si va decine di euro per singoli esemplari fino ad un paio di centinaia per le varietà più rare.

Ciononostante, ipotizzando che siano relativamente semplici da riprodurre come i P. interruptus, presto saranno sicuramente disponibili esemplari di allevamento a prezzi più contenuti.

Sicuramente non si tratta di pesci banali, ma, a meno di non essere seriamente motivati ed appassionati di caracidi africani, sconsiglio vivamente l’acquisto di questi esemplari.

A fine meramente accademico, propongo un elencazione di quelli che ritengo avranno più successo nei prossimi anni: Alestipetersius ansorgii, A. brichardi, A. caudalis, A. nigropterus, Bathyaethiops breuseghemi, B. greeni, Penacogrammus auranticus, P. auranticus “ringo”, P. sp fantastique, P. sp. “Makoua Orange”, Nannopetersius lamberti

  • Steatocranus casuarius

Ciclide reofilo tipico del basso corso del Congo, sebbene abiti le zone più turbolente del fiume spesso viene ritrovato in zone di acqua stagnante ai margini della corrente. Dagli studi condotti sul genere Steatocranus è emerso che, sebbene in natura frequentino zone a forte corrente e necessitino di acque ben ossigenate, essi prediligono sostare al riparo dalla corrente, arrivando a competere attivamente tra loro per i posti più protetti.

Il maschio raggiunge i 12 cm mentre la femmina difficilmente supera gli 8 cm; questi animali formano coppie stabili per la vita che si riproducono in grotte (preesistenti o scavate per l’occasione).

Relativamente pacifico, non è insolito che in fase di cura della prole specialmente durante il nuoto libero degli avannotti, possa “confinare” gli altri ospiti agli angoli della vasca con il suo energico atteggiamento, che molto raramente sconfina però in aggressione.

Se si decide di ospitare questi esemplari il consiglio è quello di predisporre una vasca con corrente moderata e ricca di ripari dove i pesci possano riposarsi a loro discrezione, prevedendo un substrato di sabbia che consenta loro di scavare dei tunnel tra una zona e l’altra.

  • Synodontis nigriventris

Diffuso in tutto il bacino del Congo e in Cameroon, è noto soprattutto per la caratteristica posizione a testa in giù in cui trascorre la stragrande maggioranza della sua vita (da qui il nomignolo di Upside-down Catfish).

Principalmente vegetariano sebbene non disdegni il cibo secco, si nutre prevalentemente in superficie, da qui il motivo per cui ha sviluppato questa particolare posizione.

Essendo una tra le più pacifiche specie del genere Synodontis, è un animale gregario che ama la compagnia di membri della propria specie, rendendo consigliabile l’acquisto di almeno 5 esemplari per poterne ammirare i comportamenti sociali naturali.

  • Tetraodon schoutedeni

Questo pesce non si trova comunemente in commercio ma è una delle specie più adatte all’allevamento domestico poiché difficilmente raggiunge i 10 cm di lunghezza e non è eccessivamente aggressivo con i coinquilini.

Originario di Malebo Pool, frequenta le zone vicine alle rapide, dove l’acqua è più fresca e ossigenata ma la corrente non è così forte da impedire il nuoto nè la crescita di una folta vegetazione.

Non vi sono molti report sul suo allevamento ma sembra un pesce gregario, per cui sembrerebbe essere consigliabile l’allevamento in gruppi di almeno 4 esemplari.

La vasca dovrebbe essere ampia, almeno 120 cm di lato lungo, ricca di radici contorte, vegetazione rigogliosa e barriere visive per stemperare eventuali battibecchi. Gradisce una leggera corrente e necessita di una qualità dell’acqua eccellente poiché, essendo privo di scaglie, è estremamente sensibile agli inquinanti presenti in acqua e ai medicinali.

Si raccomanda molta cautela nel maneggiare e spostare questi pesci: quando devono difendersi infatti si gonfiano, difesa che però è fisicamente traumatica per loro e conduce a morte certa qualora, accidentalmente, dovessero ingerire aria, dato che gli sarebbe  impossibile espellerla. L’invito è quindi quello di muoversi con cautela quando si svolge l’ordinaria manutenzione della vasca e, se dovesse rendersi necessario trasferire uno o più esemplari, non utilizzare retini ma secchi o contenitori, avendo cura che il pesce non esca mai dall’acqua.

  • Monster Fish (da valutare se e come inserire)

I Monster fish sono pesci il cui nome è collegato all’annosa questione etica dell’allevamento per vendita a privati.

Sono animali che possono raggiungere dimensioni molto consistenti, anche svariate decine di centimetri, tendenzialmente non presentano particolari colorazioni e spesso sono additati come veri dinosauri viventi!

Normalmente l’idea di detenere in vasche domestiche (generalmente inadeguate come litraggi) queste specie di pesci incontra la disapprovazione di chi scrive. Tuttavia considerando che vasche una volta ritenute proibitive oggi sono sensibilmente più diffuse (seppur ancora riservate ad una nicchia di appassionati sempre più ampia) e considerati i generali progressi in termini di tecnica e consapevolezza che l’acquariofilia ha raggiunto, mi sento ad oggi di poter consigliare l’allevamento di alcune specie cosiddette “monster” accuratamente selezionate a chi può assicurare loro le corrette condizioni di allevamento.

  • Gnathonemus petersii

Questo esponente della famiglia dei Mormiridi si vede, purtroppo, sempre più di frequente nelle vasche dei negozianti. Venduto spesso come curiosità da esibire in vasche di dimensioni medie, è in realtà un pesce assai affascinante che meriterebbe maggior rispetto e considerazione.

Sebbene numerose pubblicazioni, ormai datate, lo abbiano catalogato come pesce solitario e ferocemente territoriale, si è poi scoperto che questo comportamento gli è del tutto innaturale ed indotto dall’essere cresciuto isolato dai suoi conspecifici in vasche troppo piccole.

Si è scoperto che in realtà risulta essere un pesce estremamente sociale e intelligente, che vive in banchi numerosi e i cui membri comunicano in maniera molto complessa tra loro tramite un debole campo elettrico prodotto dal tessuto muscolare appositamente adattato situato verso la coda.

Proprio questo particolare sistema di comunicazione sarebbe alla base degli enormi problemi che chi si appresta ad allevare questi animali deve prepararsi ad affrontare: test di laboratorio hanno dimostrato che in cattività il loro campo elettromagnetico è negativamente influenzato dal nitrato di piombo  presente in acqua. Ciò significa che in acquario la lunghezza d’onda del loro campo elettrico cambia nel corso del tempo, rendendo loro impossibile comunicare e impedendone la riproduzione, dato che impedisce loro di distinguere maschi e femmine.

Gli esemplari devono quindi necessariamente essere introdotti tutti contemporaneamente e da giovani, prima che l’inevitabile variazione del campo magnetico renda loro impossibile comunicare.

Altro punto delicato per questi pesci è la pelle, completamente priva di squame, che li rende estremamente sensibili a inquinanti, medicinali e anche alla presenza di sale nell’acqua.

Gli esemplari adulti raggiungono i 35 cm per cui si rende necessaria una vasca che abbia una base di minimo 200 cm x 50 cm per un gruppo di cinque esemplari, il minimo indispensabile per garantire loro la naturale interazione sociale e soddisfare la loro territorialità.

L’allestimento deve tener conto delle loro esigenze, per cui deve avere un fondo di sabbia il più possibile fine, inerte, arredata con legni e rocce che garantiscano ripari e piante che schermino il fondo dalla luce diretta, al fine di rassicurare i pesci.

Essendo estremamente sensibili agli inquinanti e alle variazioni di parametri, l’invito è quello di valutare accuratamente l’acqua con cui si intende riempire la vasca e provvedere a cambi e rabbocchi quando necessario.

In natura si nutrono nelle ore crepuscolari e notturne rovistando il fondo melmoso del fiume con la lunga bocca in cerca principalmente di piccoli crostacei e vermi che trovano nel substrato; se possibile, questi cibi dovrebbero essere forniti anche in cattività, sebbene gli esemplari si possano adattare al cibo secco, seppur con difficoltà.

  • Parachanna obscura

Diffuso praticamente in tutte le zone paludose dell’Africa nord occidentale, il genere Parachanna, con le sue tre specie, è l’unico rappresentante degli snakehead al di fuori dell’Asia e si trova esclusivamente in Africa.

Pur raggiungendo, con i suoi 50 cm abbondanti in età adulta, dimensioni proibitive per la stragrande maggioranza delle vasche, la crescente popolarità degli snakehead e l’ossessione tutta acquariofila per gli esemplari più inusuali ed esotici, hanno portato Parachanna obscura ad essere sempre più diffuso in commercio.

Si tratta comunque di un predatore molto aggressivo che divorerà con successo qualsiasi altro ospite non sia grande almeno quanto lui, o quasi, e che mal tollera la presenza di suoi conspecifici nel proprio territorio. Non sono pochi i casi che riportano di vere proprie mattanze tra i gruppi di giovani una volta formata la coppia dominante.

Chi fosse interessato ad allevare questi straordinari pesci dovrebbe rivolgersi, oltre che al forum, ad una delle tante associazioni che si occupano dell’allevamento e della conservazione degli snakehead che rendono possibile sia il reperimento consapevole di esemplari sicuri che la gestione di eventuali avvannotti.

  • Synodontis angelicus

Sebbene molto ricercato per il suo aspetto affascinante, questo pesce gatto raggiunge dimensioni ragguardevoli, superando anche il mezzo metro; è molto longevo dato che raggiunge anche i 30 anni di età.

Diffuso in gran parte del bacino del Congo, una delle particolarità che lo hanno reso celebre sono le variabili cromatiche che si riscontrano tra diverse popolazioni.

Questo gigante è un predatore infaticabile che divorerà senza troppi complimenti qualsiasi coinquilino che gli entri in bocca. Il consiglio è, dunque, di allevarlo in una vasca dedicata di almeno 2 metri di lato lungo, con fondo di sabbia fine e arredi disposti in modo da creare delle tane.

  • Tetraodon mbu

Ampiamente diffuso nel lago Tanganiyka e in tutto il bacino del fiume Congo, questo maestoso pesce palla è tra i meno adatti all’allevamento domestico ma non è insolito  trovare in vendita esemplari giovani (frutto di catture in natura), lunghi spesso pochi centimetri.

Questo animale supera senza troppi problemi i 70 cm di lunghezza ed è un nuotatore attivo che necessita di molto spazio. Va da sè che se non è possibile ospitarlo in vasche dedicate di almeno 3 m x 90 cm di base conviene rinunciare all’acquisto.

Se siete tra i fortunati possessori di una vasca adeguata ad ospitarlo, si tratta sicuramente di uno dei pesci più meritevoli della vostra attenzione. Estremamente intelligente, impara ad interagire con i suoi umani di riferimento e, talvolta, ad eseguire semplici comandi.

Si dimostra dotato di emozioni complesse che esprime cambiando il colore della livrea arrivando a gonfiarsi per attirare l’attenzione se si sente ignorato. La sua intelligenza è, però, accompagnata da un brutto carattere che dimostra verso i coinquilini senza tante cerimonie. E’ certamente possibile allevare un gruppo di questi pesci solo a patto di garantire loro vasche con litraggi simili a piscine o acquari pubblici.

Si nutre di molluschi e crostacei che devono essere somministrati quasi quotidianamente e in grande quantità ma con un certo riguardo alla sua ingordigia, considerato che dedica la maggior parte dell’ossigeno che respira alla digestione del cibo e non è raro che muoia soffocato per indigestione.

E’ quindi importante che l’acqua sia fortemente ossigenata e di qualità eccellente, data questa peculiarità associata anche all’assenza di scaglie, che lo rende anche sensibile agli inquinanti.

Sicuramente è un pesce per pochi ma avendo avuto la fortuna di poter ammirare dal vivo un esemplare adulto, posso assicurare che saprà dare grandi soddisfazioni a chi dovesse decidere di ospitarlo nella propria casa.

  • Xenomystus nigri

Unico esponente del genere Xenomystus, si tratta di una delle più piccole specie di pesce coltello e forse l’unica davvero allevabile in acquario, dove difficilmente raggiunge la taglia adulta di 30 cm.

Una vasca di almeno 120 cm di lato lungo da allestire con molti nascondigli e ripari dovrebbe essere sufficiente per un singolo esemplare, mentre per una coppia si consigliano vasche superiori ai 150 cm.

Predilige acque calme e tranquille e si dimostra adattabile ad una grande varietà di valori, seppur sensibile a medicinali e inquinanti, essendo privo di squame. Non ama la luce diretta o troppo intensa e gradisce un’abbondante vegetazione che crei zone d’ombra dove può sentirsi a suo agio.

Trattandosi di un vorace predatore, si sconsiglia l’abbinamento con pesci di taglia tale da essere considerati cibo.

E così finisce il nostro viaggio…

Con questo ultimo esemplare si interrompe il nostro viaggio in Africa e i suggerimenti per cercare di ricreare parti di questo spettacolare ecosistema in acquario.

Ricordo che per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sulle esigenze e compatibilità di questi bellissimi pesci, l’invito è quello di visitare il forum Acquariofilia facile e aprire un topic per essere consigliati in relazione al caso specifico.

Appendice: i pesci e il loro habitat naturale

Fauna Lago Tumba- Mai-Ndombe
Tabella 1: Fauna Lago Tumba- Mai-Ndombe
tabella 2 - Malebo Pool
Tabella 2 – Malebo Pool
Tabella 3: Basso corso fiume
Tabella 3: Basso corso fiume

 

banner
Articolo precedenteBiotopo indonesiano
Articolo successivoBlack water per Betta in 4 anni…