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Usi del sale in acquariofilia

Il cloruro di sodio risulta avere diversi effetti benefici, per i nostri pesci d’acquario:

  • Combatte i parassiti della pelle e delle branchie
  • Minimizza lo stress dovuto al trasporto
  • Previene la metaemoglobinemia (ovvero la difficoltà del sangue a trasportare ossigeno ai tessuti)

Prima di andare avanti nella lettura, mi preme mettere in chiaro che per poter usare il sale è importantissimo che sia sempre preventivamente sciolto in acqua, preferibilmente la medesima dalla quale proviene il pesce da trattare.
E’ meglio usare del sale non iodato, mentre è indifferente la granulometria.

Ricordiamo sempre che la quantità di sale in soluzione, nonché la durata dei bagni, varia da specie a specie!

sale

Il sale come antiparassitario

Usato in concentrazioni idonee, il sale ha una effettiva efficacia contro i parassiti esterni, delle branchie e della pelle.
Molte volte, purtroppo, vengono utilizzate delle quantità troppo ridotte, rendendo il trattamento inefficace.

Per quel che riguarda i pesci d’acqua dolce, un bagno di sale rimuove protozoi e parassiti da pelle, branchie e pinne.
A seconda della specie, i pesci possono essere trattati con una soluzione al 3% (ovvero 30 grammi di sale per ogni litro d’acqua) per un intervallo temporale che varia tra i 30 secondi e i 10 minuti.

In maniera del tutto equivalente, si possono porre i pesci in acqua “salmastra” (ovvero con una concentrazione di sale pari all’1%), per un tempo che varia tra i 30 minuti e diverse ore, sempre secondo la specie.

Oltre a combattere efficacemente i parassiti cutanei, come ad esempio la Saprolegnia che è spesso causa delle micosi, il bagno in acqua salata provoca nei pesci un incremento dello strato di muco, aiutando la guarigione di ferite e lesioni delle pelle.

Micosi su pinna dorsale
Micosi su pinna dorsale

Si possono inoltre utilizzare delle soluzioni allo 0.1 – 0.3 % di acqua e cloruro di sodio, come trattamento permanente in sistemi dotati di filtrazione e ricircolo delle acque.

Livelli così bassi di sale sono ottimamente tollerati dalla gran parte dei pesci (fanno eccezione alcune specie come i Tetra), e sono molto efficaci nelle distruzione mirata di piccole quantità di protozoi. In definitiva, concentrazioni cosi esigue di cloruro di sodio sono ottime per prevenire malattie parassitarie.

In ogni caso, i pesci devono essere rimossi immediatamente dalla soluzione non appena presentano sintomi come la perdita di equilibrio, il capovolgimento a testa in giù e gli scatti improvvisi.

Sale come antistress durante il trasporto

Il sale è un utile alleato anche durante il trasporto.
In queste situazioni infatti, gli animali sono soggetti a stress, causato dal dispendio di energia per mantenere una corretta osmoregolazione.

I pesci d’acqua dolce tendono, infatti, ad avere una iperidratazione durante viaggi o spedizioni.
Si cerca quindi di incrementare la salinità dell’acqua, inserendo da 1 fino a 3 grammi di sale per ogni litro d’acqua di trasporto.

Discus in fase di inserimento in acquario
Discus in fase di inserimento in acquario

Possiamo quindi affermare che una breve esposizione, ad elevate concentrazioni di cloruro di sodio, aiuta i pesci a liberarsi dai parassiti esterni; viceversa, una lunga permanenza in una soluzione a bassa concentrazione di sale aiuta l’animale a stabilizzare l’osmoregolazione, incrementando la produzione di muco che ne ricopre la pelle.

Un ulteriore vantaggio, nell’inserimento del sale durante il trasporto, è dato dall’effetto benefico del sale su possibili ferite, causate dalla movimentazione e dalla cattura dei pesci.

Sale contro la metaemoglobinemia

Nei casi in cui ci sia un accumulo di nitriti ( NO2) in acquario, ad esempio per un malfunzionamento del filtro, i pesci possono andare incontro alla metaemoglobinemia.

I nitriti risultano infatti tossici a bassissime concentrazioni (già al di sotto dei 0.10 mg/litro) per parecchie specie di pesci.
L’effetto sugli animali si manifesta come una difficoltà respiratoria; i pesci tenderanno a boccheggiare in superficie e respirare affannosamente, con un veloce movimento delle branchie.

Scalare in prossimità della superficie dell'acqua

Ma come può aiutarci, il sale, per combattere l’avvelenamento da nitriti?

In acqua dolce, la tossicità dei nitriti ( NO2) è direttamente correlata alla concentrazione di ione cloruro (Cl) presente in soluzione.

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Le particelle di nitrato e cloruro sono in diretta competizione, per farsi spazio attraverso le branchie e penetrare nel flusso sanguigno.
Così se la concentrazione di cloruro aumenta, si riduce la capacità dei nitriti di introdursi nel sangue del pesce.

Conoscendo quindi la quantità di nitriti in vasca, si possono aggiungere 10mg/litro di cloruro di sodio (o anche cloruro di calcio CaCl2) per ogni mg/litro di nitriti.
In questo modo, ridurremo sensibilmente la tossicità di quest’ultimi sui pesci.

Questa tecnica è utilizzata specialmente in grandi vasche, dove è più difficoltoso un cospicuo cambio d’acqua, per abbassare il livello degli inquinanti.

Sale contro i tumori alla tiroide

Abbiamo precedentemente detto che il sale da utilizzare per i nostri scopi è da preferire non iodato.

Esiste un caso particolare in cui il sale iodato è invece un’ottima scelta!

Quando i pesci sono colpiti da tumori tiroidei benigni, dei bagni prolungati in acqua con ridotto contenuto di sale iodato consentono una possibile guarigione per il pesce.

Nella foto in basso, è mostrato un guppy con evidenti segni di tumore alla tiroide. L’animale presenta un gonfiore al di sotto delle branchie; gli opercoli sono sollevati.

Tumore tiroide pesci
Tumore alla tiroide su un Guppy – Foto di Saeryl

Dei miglioramenti sono riscontrabili solo in tempi lunghi (generalmente minimo 3 settimane).

In alternativa, è possibile usare una soluzione con 0,5 grammi di Iodio e 5 grammi di Ioduro di Potassio, disciolti in 100 ml d’acqua.

In questo caso, a differenza della cura con semplice sale iodato, la terapia può essere effettuata direttamente in acquario. Le dosi da utilizzare sono di una goccia di soluzione su 5 litri di acqua della vasca.

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