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Le patologie dei pesci ornamentali sono probabilmente una delle principali cause di abbandono da parte dei neofiti dell’altrimenti entusiasmante mondo acquariofilo; cerchiamo di capirle più nel dettaglio e come prevenirle


Quando mi iscrissi ad Acquariofilia Facile nel 2019 avevo zero nozioni sull’acquariofilia e un acquario da poco avviato, per il quale ero stato consigliato in tutto e per tutto dal mio rivenditore di zona.

uomo pensieroso

Vi sembra una storia familiare? Continuiamo…

Dopo appena qualche ora sul forum avevo già appreso più informazioni su acquari, pesci e piante di quanto avessi mai avuto modo di carpire dalle innumerevoli visite a tutti i negozi di acquariofilia della mia zona.

Fu allora che mi resi conto che il mio primo pesce, scelto con molta cura e (pensavo) con tutti gli accorgimenti necessari, aveva qualcosa che non andava. Questa direi che potrebbe essere la storia del 60-70% degli acquariofili.

betta con ventre gonfio
betta con ventre gonfio (foto di EnricoGaritta)

Grazie al forum riuscì a salvare il mio pinnuto e da quel momento ho sempre cercato di restituire questa esperienza condividendo le nozioni apprese.

Lontano dal voler essere un resoconto di una storia personale, in questo articolo voglio quindi esplorare con voi le cause delle principali patologie dei pesci in acquario. Oltre a ciò mi piacerebbe soprattutto sfatare alcuni miti, svelare le abitudini errate e dare gli strumenti ad ogni lettore per poter cambiare il corso della storia della vostra vasca.

Gli errori di partenza

Le dimensioni contano!

Ebbene sì, le dimensioni in acquariofilia contano ma non devono essere fini a sé stesse.

vasca dimensione
(foto di Enricogaritta)

Quando cominciamo a sviluppare l’idea del futuro acquario dovremmo sempre partire ponendoci una domanda: che tipo di pesci voglio ospitare?

La risposta che ci daremo non sarà banale, perché ogni specie ha delle necessità in termini di spazio che devono essere rispettate. Se queste non sono corrette uno dei risvolti più frequenti è l’insorgere di stress e di lotte territoriali (se presenti più pesci della stessa specie o di specie differenti) che porteranno ad ulteriore stress…un circolo vizioso insomma!

Tuttavia, non basta scegliere un acquario grande e pensare magari poter mettere dentro il tipico “fritto misto” di pesci. Questo perché anche con tutto lo spazio del mondo, pesci incompatibili troveranno sempre il modo di darsi fastidio e causarsi, indovinate un po, stress.

Acqua che scegli, pesce che trovi

Un altro errore fondamentale in partenza è la scelta dell’acqua; ogni così detto “esperto acquariofilo” ha la sua ricetta per un’acqua perfetta per tutti i pesci.

Che sia il rivenditore o un utente “con anni di esperienza” a consigliarvi, in genere questa prevede acqua di osmosi (quindi imprescindibile comprare l’acqua o addirittura l’impianto) con raggiungimento delle durezze di interesse usando costosissimi sali per acquariofilia.

L’alternativa, se possibile peggiore, è la convinzione che l’acqua di rubinetto vada sempre bene per tutti i pesci, cosa che ovviamente non trova nessun riscontro nella realtà.

La verità è che ogni specie ha le sue necessità in termini di qualità dell’acqua e questa va appunto studiata e utilizzata avendo ben presente in mente i futuri inquilini. Un’acqua con corretti parametri fisico-chimici è fondamentale per evitare stress ai nostri ospiti e quindi dare loro una sana e lunga vita.

test per acquario
Test per acquario (foto di EnricoGaritta)

Allestimento

Ovviamente l’allestimento della vasca in tutte le sue sfaccettature è il terzo fattore fondamentale per garantire una buona qualità della vita dei nostri pesci.

Che sia un acquario olandese, un biotopo o un altro qualunque tipo di allestimento, il fondamento per una corretta gestione dei pesci prevede una giusta quantità di luce (né troppa né poca), spazi dove nascondersi e linee visive quanto più possibile spezzate.

L’ambiente nel suo complesso deve poi essere consono a livello generale, poiché a nessun essere vivente piacerebbe vivere immerso nella plastica, considerando inoltre l’inutilità della stessa nello smaltire i carichi organici.

acquario con plastica

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… E le malattie?

Se siete arrivati fin qui pensando “Sì ma quando parliamo delle malattie?” sono felice di dirvi che avete già letto la causa del 99,99% delle patologie riscontrabili in acquario.

Sembrano tutte nozioni banali eppure, nella mia esperienza come moderatore della sezione acquariologia, ho avuto modo di constatare che la stragrande maggioranza dei problemi che i nostri pesci possono riscontrare sono dovute ad una nostra cattiva (in buona o in mala fede) gestione del loro ambiente!

Allora è sempre colpa nostra se i pesci si ammalano? Beh, no, ci sono anche dei fattori che non possiamo controllare: degli incidenti, l’introduzione sfortunata e involontaria di agenti patogeni, il caso. Tuttavia questa serie di possibilità non è che una minima parte delle cause.

Patologie principali

Ma quindi chi in effetti fa ammalare i pesci nei nostri acquari?

Lo stress è la principale causa di patologie! Questo non è a tutti gli effetti un agente “eziologico” (quindi non è un virus, batterio, parassita o altro vettore) ma è un fattore importante.

Quando i pesci non sono in buone condizioni a causa di agenti stressogeni, aumenta il consumo di ossigeno e di altre sostanze fondamentali da parte del loro organismo. In particolare queste risorse vengono meno al sistema immunitario, che indebolendosi fornirà una minore resistenza ai patogeni interni ed esterni al pesce.

Le informazioni riguardanti le malattie dei pesci ci sono per lo più fornite dagli studi che gli ittiopatologi fanno sui grandi allevamenti di pesci, sia per scopi alimentari che commerciali.

vasca di allevamento dei pesci Ad oggi una particolare attenzione capillare su tutto l’ambito dell’ittiopatologia non è possibile e non è immaginabile, dal momento che comunque è una ricerca che non attrae particolari investimenti.

Questo è il motivo per cui conosciamo solo alcuni dei microbi che possono contagiare i nostri pinnuti e solo per alcuni di questi abbiamo delle indicazioni più o meno precise su come diagnosticare e curare le patologie che li affliggono.

Proviamo ad esaminarne alcuni!

Parassiti

Malgrado quello che diversi utenti, su svariate piattaforme fisiche e non, vi dicano, la stragrande maggioranza delle patologie dei pesci non è causata da batteri (come negli uomini) bensì da parassiti; analizziamo quali sono i principali.

Hexamita

Fra tutte, la più frequente forma di parassitosi è quella attuata dai parassiti flagellati (Sarcomastigophora), il cui principale rappresentante nel mondo acquariofilo è l’Hexamita.

Questo parassita è solito sostare nel tratto intestinale dei pesci, è normalmente tenuto a bada dal sistema immunitario; se questo viene meno abbiamo una diffusione del parassita prima locale e poi sistemica.

La più evidente manifestazione di questa patologia è la formazione da parte dell’organismo del pesce di una elevata quantità di muco espulso con le feci, il calo dell’appetito ed in alcuni casi la formazione di un’erosione sulla “fronte”, più tipica dei ciclidi.

Ichthyophthirius multifiliis

Al secondo posto in ordine di frequenza fra le parassitosi abbiamo l’infestazione da Ichthyophthirius multifiliis, appartenente al phylum dei Ciliata.

Patologia: Ichthyophthirius multifiliis Ovviamente questa è una delle patologie più conosciute in ambito acquariofilo, descritta con i nomi più disparati; tuttavia, altro non è che un’infestazione da parte di questo ectoparassita che espleta il suo ciclo riproduttivo letteralmente abitando sulla superficie dei pesci.

In natura, come in acquario, questo processo genera raramente dei problemi ai pesci ma, come abbiamo già visto in precedenza, fonti di stress possono indebolire i pesci e renderli soggetti ad un’infestazione massiva.

colisa affetto da ictio
colisa affetto da ictio

Dactylogirus

Probabilmente gran parte di coloro che ospitano Poecilidi nei propri acquari ha già familiarità con il prossimo parassita, infatti è uno dei più comuni da riscontrare su questi pesci: parliamo del Dactylogyrus.

Questo trematode monogeneo usualmente attacca le branchie dei Poecilidi, causando vistosi arrossamenti ma soprattutto degli evidenti “grattamenti” a livello proprio delle branchie.

La loro frequenza è purtroppo quasi una costante negli allestimenti dei neofiti. Nella maggioranza dei casi questi infatti cominciano la loro avventura con mini-acquari ospitanti i nostri sfortunati e prolifici pescetti; in questo caso il sovraffollamento favorisce la malattia.

Lernaea, camallanus e parassiti più rari

Fra gli agenti eziogenici meno noti e meno diffusi (piuttosto rari da osservare in acquario) possiamo annoverare il Camallanus e la Lernaea.

Il primo è un nematode ed è più comune, così come tutti i vermi in genere, nei pesci di cattura; il secondo è un crostaceo conosciuto con il nome improprio di “verme ancora” ed è tipico dei pesci che abitano i laghetti a tutte le latitudini.

Oltre questa piccola scaletta di microorganismi comuni e noti esiste un’enorme quantità di altri agenti eziologi coinvolti nelle patologie dei nostri pesci. Con questi a meno di interpellare un centro zooprofilattico per una ricerca al microscopio, non avremo mai una diagnosi certa.

Fra questi vale la pena annoverare un batterio, l’Aeromonas, e altri parassiti come il Piscinoodinium, la Chilodonella e l’Argulus (crostaceo).

argulus Come prevenire questi inconvenienti?

Fermo restando che a volte, indipendentemente dai nostri accorgimenti e da quanto curiamo la nostra vasca, i pesci possono ammalarsi per le cause più disparate. Chi ha letto attentamente i precedenti paragrafi avrà già intuito quali siano gli step per trovarsi a non dover mai affrontare questo tipo di problematiche nel proprio acquario.

Il primo fondamentale consiglio è: studiare! Prima di preparare un allestimento è opportuno studiare la specie che ci interessa, capirne le abitudini e le necessità, per adattare il più possibile il nostro allestimento a queste necessità!

habitat betta
Ambiente naturale dei Betta

Ovviamente questo non significa che tutti gli acquari debbano essere identici all’habitat naturale del pesce scelto. Sarebbe opportuno però studiare le necessità in termini di parametri dell’acqua, di luce, di spazio, di interazione con i simili e con altre specie, le necessità di alimentazione.

Dopo un’approfondita analisi di quelle che sono le impostazioni di base della nostra vasca, il secondo passo è uno e uno solo: scordatevi tutto quello che sapete e che avete appreso da altre persone sulla gestione di una vasca.

Cambi, sifonature, additivi, integratori non sono altro che ulteriori fonti di stress e di disequilibrio dell’ecosistema che avete creato. Tenete sempre bene in mente che una vasca stabile è il vostro obiettivo. Una volta raggiunto, ogni passo deve essere effettuato prestando attenzione a non mutare troppo l’autonomia raggiunta dall’ecosistema.

Si può quindi dire che il benessere dei nostri pesci passa attraverso una corretta gestione e il rispetto dell’autonomia acquisita dal nostro acquario.

Per qualsiasi dubbio, domanda o richiesta sui vostri pesci e sulle loro necessità non esitate ad iscrivervi al nostro forum Acquariofilia Facile e ad aprire un topic nella sezione più opportuna!

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