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Le dafnie sono dei piccoli crostacei utilizzati come cibo vivo per pesci da parte di molti acquariofili; vediamo come possiamo allevarle anche noi facilmente in casa.


Per assicurare la salute dei pesci che abitano i nostri acquari è importante assicurare una alimentazione il più varia possibile. In questo ci viene in aiuto il cibo vivo, come Daphnia spp., che possiamo allevare comodamente in casa.

Caratteristiche principali

Daphnia è un genere di Crostacei dell’ordine degli Anomopodi (superordine dei Cladoceri o Diplostraci). Esso comprende specie planctoniche dalle dimensioni tra 0.2 e 6 mm.

Queste condividono con gli altri Cladoceri l’appellativo di “pulci d’acqua”, per lo stile di nuoto a scatti unito alle piccole dimensioni. Un altro nome di uso comune per le varie specie è “dafnia”, una traduzione in Italiano dell’epiteto scientifico.

La loro struttura morfologica è davvero semplice: il corpo è formato da cefalotorace e addome; il capo si articola al corpo direttamente, creando solo una piccola cavitá normalmente ricoperta dal carapace traslucido.

Quest’ultima particolarità rende le dafnie particolarmente adatte ad essere osservate al microscopio anche a piccoli ingrandimenti, che consentono di osservare in modo semplice anche la struttura fisica interna del crostaceo.

Anatomia interna Dafnia
Anatomia interna dafnia

Un tempo era di semplice reperimento in pozze, laghi e stagni, oggi è più difficile trovarla in natura a causa dell’inquinamento.

Questi organismi sono infatti molto sensibili agli inquinanti ed è per questo che trovano largo impiego a livello scientifico per testare gli effetti degli inquinanti presenti negli ecosistemi studiati.

Essendo trasparenti, possono essere utilizzati per tali studi osservando al microscopio segnali di stress che non coincidano con la morte degli individui. Si può facilmente misurare il battito cardiaco o stabilire se le dafnie hanno smesso di nutrirsi in risposta all’esposizione acuta o cronica

Alcune specie di questo simpatico crostaceo sono a rischio, tra queste: Daphnia nivalis, Daphnia coronata, Daphnia occidentalis e Daphnia jollyi sono inserite con lo status di “Vulnerabili” nella Red List dell’IUCN.

Viceversa però alcune specie si sono stabilite ben al di fuori del loro areale originario, come Daphnia lumholtzi che è passata dall’Africa e Asia-Oceania fino ad arrivare in Nordamerica, dove risulta come specie invasiva. Questa specie ha difese contro i predatori tali per cui non viene mangiata dai pesci più piccoli e potrebbe addirittura sostituire le altre specie di Daphnia per competizione riproduttiva.

Le dafnie sono oggi comunque facilmente reperibili a basso costo anche nei negozi specializzati, su internet o presso gli appassionati.

Allevare dafnie: istruzioni per l’uso

L’impiego di questo crostaceo risale agli albori dell’acquariofilia, quando non erano disponibili cibi confezionati e bisognava per forza ricorrere all’allevamento del cosiddetto “cibo vivo“. Questo è rappresentato non solo dalle Daphnia ma anche da Artemia salina, Moina, Grindal worms ecc.

Uno dei consigli che mi sento subito di dare è quello di creare più colture a distanza di una settimana l’una dall’altra. Questo consentirà di avere sempre più colonie pronte all’uso nel caso una dovesse collassare.

Colonia di Dafnie
Colonia di Dafnie

In genere l’allevamento di questi animaletti diventa semplice con un po’ di esperienza, a patto che vengano rispettate tre regole fondamentali:

  1. alimentazione corretta
  2. buoni parametri dell’acqua
  3. giusta temperatura/luce

Vediamole nel dettaglio…

1. Alimentazione corretta

Da questo punto di vista non ci sono particolari criticità: in natura le dafnie si nutrono di organismi planctonici unicellulari come Alghe (fitoplancton o “acqua verde”), Protozoi e Batteri. In allevamento, oltre a questi microorganismi, si possono eventualmente adoperare degli alimenti surrogati.

Come cibo “casalingo” uno dei più utilizzati è il lievito di birra, seguito da latte e fitoplancton. Si possono sfruttare anche i residui organici prodotti da foglie secche in decomposizione oppure lasciare una bottiglia d’acqua all’aperto e aspettare che si riempia alghe e batteri, cibo graditissimo ai nostri piccoli ospiti.

L’unico aspetto su cui stare attenti è la quantità: se somministreremo troppo cibo inquineremo l’acqua e faremo collassare la coltura; di contro non possiamo lasciare i nostri animaletti senza cibo, altrimenti corriamo il rischio di decimare la popolazione.

Per dare alcune indicazioni di massima, tenente conto che se somministrate del latte, dovrete fornire solo una o due gocce di liquido per litro di acqua. Discorso simile per il lievito, che va sciolto in un bicchiere e somministrato goccia a goccia fino a notare una lieve torbiditá dell’acqua. Quando questa compare, ci segnala che è ora di fermarsi e attendere che il cibo venga consumato.

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Nutrire questi animali è anche molto divertente, dato che l’individuo per portare il cibo alla bocca va a formare un piccolo vortice con le zampette superiori che assomiglia quasi a una danza

2. Parametri dell’acqua

Il range di valori a cui far riferimento è piuttosto ampio: l’acqua di rete va benissimo a patto che non ci siano tracce di cloro. Per esserne sicuri è sufficiente lasciarla a decantare per 24h, a seguito delle quali possiamo usarla senza problemi.

In alternativa possiamo usare l’acqua dell’acquario se non va al di sotto della neutralità (i crostacei infatti preferiscono acque con durezze medie) oppure possiamo fare una miscela al 50% con quella della rete idrica.

Eventualmente è sempre possibile utilizzare acque in bottiglia, basta che abbiano le caratteristiche sopra citate.

E’ consigliabile l’uso di un aeratore senza porosa per compensare possibili fenomeni di anossia, provocata dalla presenza di molti crostacei in poco spazio e dalla proliferazione batterica.

Il mio consiglio è quello di piegare il tubo dell’aeratore su sè stesso fissandolo con un elastico e regolandone il flusso a circa una bolla/sec per essere sicuri di non disturbare il nuoto delle dafnie.

A livello di valori dell’acqua considerate comunque che questi animali sono capaci di tollerare livelli di ammoniaca (e non solo) molto più elevati di qualunque altro animale presente nelle nostre vasche.

3. Luce e temperatura

La temperatura ideale oscilla tra i 15 e i 30°C, ovviamente più è alta e più induce una accelerazione del ciclo vitale.

Per l’illuminazione si può utilizzare una lampadina da 7W a risparmio energetico e fornire luce continua (24h/24), in modo da accelerare al massimo il ciclo vitale e riproduttivo di questi animali, che risultano influenzati dalle fonti luminose a cui sono esposti.

La vaschetta di allevamento

Le dimensioni della vaschetta dove allevare questi crostacei non prevedono uno standard. Consiglierei però di non scegliere contenitori sotto i 5lt, in quanto sotto tale soglia è più facile compromettere la coltura.

Se ne avete molte può essere una buona idea allevarle in un piccolo acquario, come ci mostra in questo video Monica

La forma del contenitore in ogni caso non è importante, potete usare qualsiasi cosa abbiate in casa: un secchio, un barattolo… date sfogo alla fantasia!

Salute e riproduzione delle dafnie

Per valutare in generale lo stato di salute delle nostre dafnie, si può tentare di stimare il numero di uova prodotte dagli individui, più sono meglio è.

Per controllare la corretta alimentazione si può invece riferirsi al colore del tubo digerente. Questo in genere dovrebbe presentare un colore prevalentemente scuro senza aree di colore più chiaro, che potrebbero segnalare qualche problema con il cibo somministrato.

Dafnia con uova
Dafnia con uova
Dafnia intestino
Notare l’apparato digerente di colore scuro

Relativamente alla riproduzione, in condizioni ideali una femmina si riproduce ogni 10 giorni, producendo moltissime uova (in Daphnia magna possono essere più di 100).

Se la nostra coltura sta bene avremo per lo più dafnie femmine, che si riprodurranno per partenogenesi.

Dafnie in acquario
(foto di fla973)

In particolare queste uova si schiuderanno in un piccolo marsupio sul corpo della femmina, dove rimarranno per tre giorni dopo la schiusa; passato il tempo usciranno in forma di piccole larve. In circa 2 settimane, a seguito di vari stadi di sviluppo e mute, diventeranno adulte.

Ciclo riproduttivo delle dafnie
Ciclo riproduttivo

Un particolare tipo di uova: le cisti

Questi organismi hanno poi perfezionato nel tempo una straordinaria tecnica di autoconservazione che si attiva quando le condizioni dell’acqua o il valore della temperatura non sono ottimali.

Quando le condizioni (in genere di luce e temperatura) non sono ottimali, le femmine daranno vita a degli individui maschi che serviranno a fecondare uova che verranno emesse sotto forma di “cisti“.

Le uova in questione si trovano in una fase di sospensione del ciclo vitale che viene chiamata diapausa. Questa fase dura fino a quando non si ricreano le condizioni ambientali migliori per il ripopolamento dell’habitat (nel nostro caso della vasca) da parte della loro specie.

Possiamo pertanto dire che se perdiamo una coltura non dobbiamo preoccuparci troppo: le dafnie se siamo fortunati ci avranno lasciato le loro cisti!

Alla luce di quanto detto in tutto questo articolo, mi raccomando: non vi allarmate se non doveste riuscire ad allevare le vostre dafnie al primo colpo: bisogna fare esperienza prima di saper gestire correttamente la nostra colonia.

Non scoraggiatevi e continuate a provare, se vi serve aiuto chiedete nelle sezioni dedicate del forum Acquariofilia Facile, per riuscire a creare e mantenere in salute la vostra colonia di questi simpatici crostacei.

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