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Conclusioni e consigli

● La riproduzione, in Natura, avviene tramite fiori e frutti, come per qualsiasi pianta.
Tuttavia, si tratta pur sempre di piante a stelo, che possono essere moltiplicate ripiantando le potature.

Quello che non tutti sanno è che spesso le Cabomba si riproducono così, anche nei loro habitat; specialmente la caroliniana.

I loro steli delicati talvolta si recidono, per cause naturali, e le talee superiori restano a galleggiare orizzontalmente per un po’.
Poi cominciano a produrre radici, dai nodi più bassi; la pianta si appesantisce da quel lato e continua a galleggiare in posizione verticale.
Gradualmente, il peso delle radici aumenta; la pianta comincia a scendere verso il fondo, vi attecchisce e riparte.

In acquario, una pianta potata non ricresce quasi mai. Ma se ci sono ancora delle foglie sulla parte bassa, si assiste spesso alla nascita di un nuovo stelo, che spunta dal terreno partendo direttamente dalle radici.

● Il fondo non è importante, per queste piante. Si nutrono prevalentemente dall’acqua.
In genere si raccomanda una granulometria fine, ma solo per motivi di praticità: sono più facili da fissare in fase di piantumazione.

● Una Cabomba può essere posizionata dappertutto, purché le arrivi luce forte.
La sua altezza la rende adattissima per formare uno sfondo.
La flessione in orizzontale, che fa quando arriva in superficie, induce molti a collocarla lateralmente.
Le foglie segmentate la rendono semi trasparente, quindi adatta per chi vuole un pianta alta in primo piano.

● Un possibile problema, che bisogna conoscere, è la marcescenza “dal basso”.
Si tratta di un fenomeno ben noto a chi coltiva le Egeria, ma non tutti sanno che talvolta si verifica anche con le Cabomba.

Lo stelo comincia ad ingiallire, nella parte bassa, e marcisce internamente senza che nessuno se ne accorga.
Questa specie di “cancrena” avanza progressivamente verso l’alto, coinvolgendo tutta la pianta.

Si può capire ciò che sta accadendo solo controllando la crescita.
La pianta appare ferma, bloccata, mentre sappiamo tutti che ha una crescita velocissima.
Al momento di potarla, ci accorgiamo che lo stelo si spezza con facilità, appena viene toccato.
L’unico rimedio consiste nel recuperare la parte più alta, ancora buona, e ripiantare solo quella buttando via la pianta madre.

● Se usate lampade tradizionali, per illuminotecnica, è bene sapere che le Cabomba sono tra le pochissime specie che prediligono una temperatura di colore di 4000 K.

Crescono bene anche con 6500 K, più abituali in acquario; ma se avete lampade di entrambe le gradazioni, vi accorgerete che la vostra pianta tenderà ad orientarsi verso quella più giallognola.

Questo non significa che dobbiamo usare quella gradazione per tutto l’acquario, ma chi volesse fare una finezza… potrebbe dedicare una CFL da 4000 K solo nella zona delle Cabomba.

ATTENZIONE: quanto detto non vale per le varietà rosse.

● L’apporto di CO2 è fondamentale, importante quanto la luce.
Cercate di non scendere mai sotto i 30 mg/litro.

● Una domanda che si sente spesso, sui forum, riguarda il riconoscimento della Cabomba caroliniana rispetto alla Limnophila sessiliflora.

Purtroppo, le foto consentono di individuare la specie solo se scattate da posizione ravvicinata.
Propongo quindi due immagini che valgono più di mille discorsi:

Cabomba e Limnophila
Cabomba a sinistra, Limnophila a destra

In conclusione, queste piante non richiedono particolari attenzioni, né per il fondo, né per i fertilizzanti, né per la posizione.

Quello che vogliono è luce forte, CO2 e potassio. È pochissimo, rispetto a quello che offrono in cambio, e non mi riferisco solo all’aspetto decorativo.

Questo articolo, nelle sue semplificazioni, cerca di rivolgersi a tutti
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