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Cabomba caroliniana

È senz’altro la specie più diffusa, per l’ampia gamma di valori che può accettare.
Originaria del Nordamerica, è particolarmente diffusa nella Carolina del Sud, da cui il nome.
È molto presente anche in Sudamerica, ma non in Amazzonia, nonostante tolleri bene i valori di quelle acque. Probabilmente non regge la competizione con le piante indigene.

Cabomba caroliniana

Può essere coltivata in quasi tutte le acque; ci sono testimonianze secondo cui sarebbe sopravvissuta, per qualche mese, perfino in acquari Malawi.
In natura vive a pH neutro o leggermente alcalino, ma ha dimostrato di adattarsi bene anche a valori più acidi.

Personalmente l’ho tenuta anche insieme ai Cardinali, a pH 6, anche se sconsiglio tale abbinamento.
In quel caso sarebbe preferibile scegliere Cabomba aquatica o Cabomba furcata, visto che quello è il loro ambiente naturale.

Cabomba caroliniana Pulcherrima
Cabomba caroliniana “Pulcherrima”

In base alle condizioni che trova, la Cabomba caroliniana puo sviluppare fino a 150 segmenti per foglia, che possono diventare 200 nella varietà “Pulcherrima“, di colore rosso.
Quest’ultima è una varietà difficilmente reperibile anche in Natura, dato che cresce solo in alcune aree limitate del Venezuela, dove evidentemente trova condizioni adatte.
Questo la dice lunga, su quanto sia difficile gestire una “Pulcherrima” in acquario.

Esiste anche la varietà “Flavida“, che vive solo in acque stagnanti, completamente immobili.
E’ del tutto simile alla specie base, ma non l’ho mai vista in un negozio o in un acquario.

Con la caroliniana, le esigenze di luce cominciano a diventare più alte; addirittura altissime, se riuscite a trovare la “Pulcherrima”.
Ma il suo vero limite è la temperatura.
Può resistere oltre i 28 °C solo per poche settimane, e nei mesi estivi può diventare un problema.

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