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I Coenobita sono chiamati comunemente «paguri di terra» o «granchi eremiti terrestri». Il genere comprende 18 specie che abitano spiagge e foreste costiere di numerose zone tropicali del pianeta, tuttavia di loro non si trovano molte informazioni. Ecco qui una guida completa per conoscerli meglio e prendersene cura.


Questi simpatici granchietti terrestri condividono con i più comuni paguri, a noi noti, il fatto di dover proteggere il loro ventre molle con l’ausilio di una conchiglia.  Diversamente dai piccoli paguri che si trovano comunemente sui nostri bagnasciuga tuttavia, non sono in grado di vivere sott’acqua.

Essi popolano le zone costiere tra mare e foresta di diverse zone del mondo, come per esempio California, Panama, Ecuador, Venezuela, Micronesia, Polinesia, Giappone, Costarica, Indonesia, Filippine, Egitto e Africa orientale. Sono animali perlopiù crepuscolari o notturni, ma a volte capita di vederne qualcuno in giro sulle spiagge anche di giorno.

In natura sono delle prede, pertanto manterranno all’inizio un temperamento schivo e timido nei nostri confronti. Successivamente potremo anche maneggiarli, purché si dia loro la sicurezza di non cadere. Una caduta anche da soli 40 cm di altezza può procurare ferite letali.

Seppure siano molto docili, in caso di forte stress non è da escludere la possibilità che usino la loro chela più grossa per pizzicarci; se ciò dovesse accadere è meglio appoggiare il paguro a terra e lasciare che si stacchi da solo. Non mettetelo mai sotto l’acqua corrente o stringerà ulteriormente la presa.

Se tenuti correttamente e con una buona alimentazione, i Coenobita possono arrivare a vivere fino a 30/40 anni con dimensioni che variano da specie a specie fino a un massimo di 15-16 cm.

Tante specie difficili da distinguere in fase giovanile

I più piccoli appartengono alle specie Coenobita compressus, C. scaevola e C. rugosus, che raggiungono i 3-4 cm; i più grandi sono i Coenobita brevimanus e C. spinosus con i loro 16 cm; tutti gli altri arrivano a 8-10 cm (C.violascens, C. clypeatus, C. cavipes ).

Coenobita compressus
Coenobita compressus di Gabri05
Piccoli Ceonobita scaevola
Piccoli Ceonobita scaevola (foto Wiki Commons)
Piccolo C.brevimanus di Wildino destinato a crescere fino a 15 cm
Piccolo C.brevimanus di Wildino destinato a crescere fino a 15 cm

A questo proposito il neofita deve sapere che non è sempre facile distinguere una specie dall’altra al momento dell’acquisto: alcuni Coenobita si assomigliano molto e si distinguono solo in base alla forma degli occhi e dalla taglia raggiunta in età adulta.

Alcuni caratteri distintivi possono aiutarci nel riconoscimento:

Il C. rugosus è quello che presenta più varietà cromatiche e si distingue per gli occhietti allungati.

Cenobita rugosus
Cenobita rugosus di Gabri05
Coenobita rugosus
Coenobita rugosus di Wildino

Il C. spinosus ha peli talmente rigidi da assomigliare a spine.

Coenobita spinosus
Coenobita spinosus (foto Creative Commons)

Il C. perlatus ha il colore somigliante a quello di una fragola.

Coenobita perlatus
Coenobita perlatus (foto di Lady Elliot Island Eco Resort, pubblico dominio)

Il C. purpureus è uguale al perlatus, ma di colore blu-violaceo, non rosso.

Coenobita purpureus
Coenobita purpureus (foto di Felix J.Wang pubblico dominio)

I brevimanus e i rugosus sono tra i più facili da reperire in Italia e quindi quelli con cui più facilmente proteste iniziare ad approcciare questo paguro, in ogni caso, per chi volesse cimentarsi per la prima volta nell’allevamento di questi splendidi crostacei, ci sono tre specie assolutamente da evitare riservandole a quando si avrà fatto più esperienza.

Specie sconsigliate al primo acquisto

La prima specie da evitare in assoluto è il C. spinosus, per a sua somiglianza ai giovani di Birgus latro, noti come «granchi del cocco». Questi vivono nelle conchiglie come i piccoli Coenobita finché non si indurisce l’addome e non necessitano più di protezione.

Coenobita spinosus e Birgus latro
il Granchio del cocco prima dell’indurimento dell’addome è assolutamente confondibile con un piccolo C. spinosus (foto tratta da Journal of Crustacean Biology, VOL. 34, NO. 3, 2014)

Può quindi succedere che, acquistando un ipotetico C. spinosus da 15 cm, potremmo ritrovarci tra le mani l’artropode più grande del pianeta! E attenzione… parliamo di un granchio che raggiunge la dimensione di un metro!

Coenobita e Birgus latro
Birgus latro comunemente chiamato Granchio del cocco, può raggiungere il metro di grandezza! (foto di Di Brocken Inaglory-Creative Commons)

Un altro da evitare come prima esperienza è il C. violascens per il suo carattere un po’ particolare: potrebbe capitare di ricevere un esemplare particolarmente aggressivo e avere problematiche di convivenza con altri ospiti del terrario, che solitamente vivono pacificamente in comunità costituite da più specie.

Piccolo C.violascens in fase giovanile di Gabri05
Piccolo C.violascens in fase giovanile di Gabri05
Coenobita violascens adulto
C.violascens adulto

Infine il C. perlatus meriterebbe un capitolo dedicato essendo il più difficile da allevare. E’ molto delicato e fa più fatica degli altri ad adattarsi alla nuova casa. Un suo acquisto inconsapevole potrebbe portare a una brutta fine. E’ meglio avere un po’ di esperienza per poterlo accudire al meglio.

Qualche breve riflessione sul mercato

Parlando di acquisti dobbiamo soffermarci un attimo su un aspetto spinoso. Esso riguarda l’estrema difficoltà a riprodurli in cattività. Gli esemplari in commercio sono quasi tutti di cattura. In America, dove questo animale è molto richiesto, addirittura viene venduto come souvenir da pochi dollari sulle bancarelle, forzato dentro conchiglie colorate con sostanze spesso tossiche per il suo organismo e tenuto in condizioni assolutamente non idonee.

In Europa la loro diffusione è minore e ci auguriamo, almeno per quel che ci riguarda, più improntata al rispetto e alla conoscenza della specie e del suo habitat naturale. Parliamo comunque di esseri che vengono prelevati dal loro ambiente e che devono affrontare un lungo viaggio. Quelli che superano questa prova spesso sono soggetti alla PPS «Post Purchase Sindrome», la sindrome post acquisto, ovvero una morte precoce poco dopo l’inserimento nel terrario.

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E’ meglio quindi predisporsi ad offrire tutta l’attenzione necessaria prima di programmare l’acquisto ed evitare di scegliere le taglie Jumbo, ovvero esemplari già adulti arrivati alle loro massime dimensioni. Questi infatti hanno più difficoltà dei giovani ad adattarsi alla cattività e, per dire la verità, è anche una bella soddisfazione vedere crescere un piccolo paguro.

Se dopo quanto abbiamo esposto fin qui vi sentite pronti per iniziare una lunga relazione con questo meraviglioso essere, allora parliamo dell’allestimento del terrario.

L’allestimento del terrario

Un primo consiglio per l’inserimento dopo il trasporto, paradossalmente, è di non predisporre fin da subito parametri «perfetti» perché una variazione repentina dell’ambiente, anche se in meglio, può rappresentare uno shock.

E’ meglio quindi inserirli in un terrario con temperatura e umidità non esattamente ideali (ad esempio 20°C e 60% umidità) per poi incrementare gradualmente fino ad arrivare ai valori ideali.

La stessa cosa si può fare con gli arredi, inserendoli con il terrario ancora semi spoglio per poi aumentare gli stimoli fino ad arrivare all’allestimento definitivo.

Ma entriamo pure nei dettagli: le dimensioni minime per accogliere un gruppo di 4-5 esemplari devono essere almeno 60x40x30 cm.

Per il substrato va utilizzata fibra di cocco finemente sminuzzata o meglio ancora un misto di fibra di cocco e sabbia quarzifera fine (la proporzione cocco/sabbia può essere di 1/5).

Terrario per Coenobita, il substarto è morbido e leggermente umido
Il substarto è morbido e leggermente umido (foto di Gari05)

E’ molto importante la profondità del substrato, perché durante il periodo della muta il paguro deve potersi sotterrare completamente per proteggersi dai suoi stessi simili, che altrimenti se ne ciberebbero, quindi dobbiamo prevedere almeno 10-12 cm per paguri medio piccoli e di conseguenza di più per paguri più grandi.

In alternativa alla sabbia quarzifera per acquario va bene anche la play-sand, quella per le aree giochi dei bambini per intenderci, o sabbia marina nostrana sciacquata accuratamente e poi passata velocemente in forno o fatta seccare sotto il sole. Va invece assolutamente evitata la sabbia di calcio puro, quest’ultima tende infatti a seccarsi ed indurirsi intorno al corpo dei paguri mentre sono sotterrati al momento della muta e può portare alla morte.

Il substrato deve essere mantenuto sempre umido, con una consistenza simile a quella necessaria ad ottenere un castello di sabbia, mai bagnato, e dovrà essere pulito una volta al mese con acqua decantata, perché l’alta umidità e i residui di cibo che i vostri paguri inevitabilmente seppelliranno, porteranno alla lunga l’habitat a divenire invivibile.

Per evitare di fare le pulizie ogni mese si può inserire tranquillamente all’interno del terrario una colonia di collemboli e una di onischi tropicali, i quali si nutrono di funghi e muffe.

Coenobita terrario
All’inizio anche una vaschetta temporanea di plastica può essere adatta (foto di Wildino)

Nei terrari devono essere sempre disponibili numerose conchiglie di varie misure per le mute. I Coenobita sono molto pacifici tra di loro e convivono in grandi comunità in natura, addirittura soffrono la solitudine, tuttavia una carenza di conchiglie di ricambio può scatenare risse o anche addirittura episodi di cannibalismo.

Coenobita terrario con conchiglie
Tante conchiglie di diverse dimensioni sono indispensabili alle mute

La temperatura deve stare tra i 22° e i 25°C, per mantenere questa temperatura costante in inverno si può tranquillamente usare un tappetino riscaldante collegato a un termostato.

L’umidità è un fattore molto importante per il benessere dei nostri ospiti e deve essere intorno al 75/80% (mai essere inferiore al 70%, né superare l’85/90%), i paguri infatti respirano attraverso delle branchie modificate e con un’umidità più bassa potrebbero letteralmente soffocare.

Se si possiede un terrario con la parte superiore in rete è consigliabile coprire il soffitto con della pellicola trasparente per alimenti o con una lastra di plexiglass, lasciando solo una piccola striscia libera per l’areazione. Per mantenere l’umidità alta è necessario nebulizzare il terrario almeno una volta al giorno con acqua osmotica o declorata.

Per paguri di grandi dimensioni è meglio applicare al terrario un lucchetto perché a volte riescono ad aprire le porte frontali.

Coenobita terrario chiuso
Contenere i tentativi di fuga dei più destri è una questione di tutela della loro incolumità

Nell’allestimento non devono mai mancare due vaschette: una di acqua dolce d’osmosi o declorata e una di acqua salata.

Per quella di acqua salata si devono usare i sali per acquario marino rispettando il dosaggio indicato sulla confezione, che di solito è circa 34 grammi per litro di osmosi, non va assolutamente usato il sale da cucina in quanto lo iodio è dannoso per i Coenobita.

L’inserimento di un aeratore può mantenere l’acqua ossigenata e al contempo aiutare l’umidità del terrario.

Ricordiamoci che questi paguri non possono respirare sotto acqua, quindi le ciotole devono essere abbastanza profonde perché possano immergervisi completamente, ma essere dotate di «scalette» o dislivelli, anche creati con sassi e conchiglie, che permettano ai paguri di uscire senza problemi, vanno bene le vaschette per rettili o anche contenitori per alimenti da 750 ml.

Allestimento terrario per Coenobita
Allestimento di Gabri05 (clicca per ingrandire)

Saranno loro stessi a decidere come utilizzare l’acqua per lavarsi, bere, e sostituire la scorta che mantengono dentro al guscio in base alle loro necessità.

L’ultimo tocco per completare l’allestimento serve ad imitare la foresta e a fornire quegli elementi utili ad arrampicarsi: i Coenobita sono infatti animali arboricoli, in natura trascorrono gran parte del tempo su alberi e arbusti, è quindi necessario creare diversi livelli nel terrario. Per questo scopo sono particolarmente utili gli accessori per rettili o certi giochi in cocco per uccelli, salette per criceti, amache in corda, pannelli in fibra di cocco da scalare agevolmente.

Arredi del terrari
Arredi del terrario di Wildino

Ma attenzione, non tutti i paguri sono acrobati, intendiamoci, il clypeatus e il compressus amano arrampicarsi e possono dormire e riposare anche sospesi, altri, come il brevimanus, non si arrampicano affatto e passano molto tempo nel substrato o addirittura semisepolti.

Coenobita brevimanus
Coenobita brevimanus di Gabri05

Riproduzione, muta e alimentazione

Per quanto riguarda dimorfismo sessuale possiamo dire che distinguere il sessaggio non è facile, ma con un po’ di pazienza ci si può riuscire. Per riconoscere il sesso è necessario prendere il paguro in mano e attendere che esca dalla conchiglia. Al di sotto del corpo del paguro, esattamente nell’attaccatura del secondo paio di zampe, dovrebbero essere presenti due buchi molto piccoli chiamati «gonopori». Se questi due «punti neri» sono presenti allora avete in mano una Coenobita femmina.

La riproduzione tuttavia è quasi impossibile in cattività poiché si riproducono in mare: dalle uova nascono delle zoae o larve planctoniche. Superare lo stadio larvale è la cosa più difficile e a quel punto bisogna trovare delle conchiglie adatte ai mini paguri di 4-5mm: impresa davvero non semplice.

Coenobita in stadio larvale

Coenobita in stadio larvale

Coenobita allo stadio larvale e Piccolo Coenobita di pochi millimetri nella sua prima conchiglia (immagini  di Cordel_0124 fonte Instagram)

Pare tuttavia che ci siano sempre più casi di riuscita tra gli allevatori all’estero, soprattutto in America, in cui però non riescono a sopravvivere più di una decina di esemplari fino alla fine dello stadio larvale.

Una volta in crescita a pieno ritmo l’aspetto più affascinante e osservabile in ogni terrario è la muta.

E’ possibile riconoscere quando un paguro di terra è pronto ad andare in muta perché si alimenta molto per un paio di giorni e poi smette improvvisamente di alimentarsi e cade in uno stato di inattività nel quale può rimanere per 2 o anche 3 giorni prima di interrarsi.

Quando il paguro è pronto scava una buca in un punto del terrario che preferisce e vi si seppellisce totalmente rimanendo inattivo per un periodo che può andare da una settimana fino anche a due mesi. In questo periodo non sentirà il bisogno di nutrirsi e non lo vedrete più. Superate l’ansia di vedere se sia vivo ed evitate assolutamente di disturbarlo toccando o pulendo il substrato finché il paguro è in muta. I paguri vanno in muta con una frequenza che dipende dalla loro età, una volta ogni 2/3 mesi se sono molto giovani, fino anche una o due sole volte all’anno da adulti.

Per quanto concerne l’alimentazione i Coenobita sono di bocca buona: mangiano pesce scongelato (latterini, cozze, gamberi), pezzetti di petto di pollo, frutta (banana, fragola, mela, melone, cocco, pesca, pera, cocomero, ciliegia, uva), fiori (ibisco, margherite, tarassaco), verdure (cicoria, lattuga romana, carote bollite).

DA EVITARE ASSOLUTAMENTE GLI AGRUMI, LA CIPOLLA E I GAMBERETTI ESSICCATI PER TARTARUGHE PERCHÉ POSSONO NUOCERE ALLA SALUTE DI QUESTI SPLENDIDI ANIMALI. Lasciare sempre a disposizione un osso di seppia. Il cibo va cambiato ogni 24 ore per evitare la formazione di muffe.

Conclusione

Con questo articolo abbiamo condiviso la nostra esperienza diretta e le ricerche fatte per approfondire la conoscenza del Paguro terrestre.
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