L’Alternanthera e le alghe
Il rapporto con le alghe è la principale croce, per ogni possessore di queste piante.
Gli acquari che le ospitano sono i più soggetti alle infestazioni algali. Questo si deve soprattutto a due cause: luce e ferro.
Fornendo luce molto forte e ferro in abbondanza, come richiesto dalla pianta, si crea un ambiente favorevole allo sviluppo di varie specie di alghe.
L’Alternanthera è sempre la prima ad essere attaccata e sempre l’ultima a riprendersi.
Tra le specie a crescita rapida, infatti, è forse la più lenta. Inoltre le basta poco per bloccarsi.
Non dimentichiamo che in natura vive emersa, le alghe non possono raggiungerla.
Per prevenire il problema, non potendo limitare la luce, bisogna innanzitutto fornire quella che serve alla pianta (tra 6000 e 6500 K), evitando di distribuire i watt a casaccio.
Poi si dovrebbe dare mangime con parsimonia, evitando che restino abbondanti residui.
Inoltre, è preferibile avere un’ottimo sviluppo di flora batterica, prima di introdurre un’Alternanthera in vasca.
Anche seguendo questi accorgimenti, va comunque detto che queste piante non producono allelochimici che inibiscono le alghe.
E’ quindi consigliabile abbinarle a specie che lo fanno, come Egeria Densa o Mayaca Fluviatilis.
Credo che a questo punto sia molto chiaro come stanno le cose: se l’Alternanthera è una pianta difficile, è colpa nostra, non sua.
Quando sentite frasi come: “Chi gli dà la CO2, nell’Orinoco?”
Potete rispondere: “Tu non usi una bombola, per stare sott’acqua?”
In natura cresce infatti rigogliosissima, da parecchi milioni di anni, formando cespugli impenetrabili:
Siamo noi acquariofili, attratti dalla sua sfolgorante bellezza, che ci ostiniamo a coltivarla sommersa, in modo innaturale.