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Le cultivar

E’ ora di spendere qualche parola sulle cultivar, che consentono anche ai meno esperti di avere una di queste piante nel proprio acquario.

Alternanthera rosaefolia e Alternanthera lilacina

Queste specie, talvolta disprezzate dai biotopisti dell’acquariofilia, offrono ai principianti un vantaggio piuttosto importante: la facilità di coltivazione.
Grazie a questo, la rosaefolia detiene un primato: a tutt’oggi, è l’unica cultivar al Mondo ad essere più venduta delle corrispondenti specie selvatiche.

Alternanthera rosaefolia
Alternanthera rosaefolia

Come abbiamo visto in precedenza, si tratta di specie che in Natura non esistono; si sono evolute nelle serre dei coltivatori, in seguito ad ibridazioni e selezioni.

E’ impossibile parlare di biòtopi o di aree geografiche, visto che non hanno un luogo d’origine; questo le rende adatte a stare anche nel cosiddetto “acquario di comunità”, quello che tra i più esperti viene definito “fritto misto internazionale”, ma che resta molto comune tra i neofiti.

A questo punto bisogna precisare che ci sono cultivar e cultivar.
Per capire meglio la situazione, ricorriamo ad un esempio.

Supponiamo di avere un Lupo selvatico, un Pastore Tedesco ed un Barboncino

Il primo è totalmente naturale, si è evoluto nel suo ambiente secondo Darwin, senza alcun intervento umano.
Gli altri due sono il risultato di secoli di selezione, da parte nostra, per evolvere quelle caratteristiche che c’interessano maggiormente.
Ciò non significa che siano uguali, nella dipendenza da noi.

  • Se lasciamo 20 Barboncini in una foresta del Kazakisthan, probabilmente resistono 24 ore.
  • Se ci lasciamo 20 Pastori Tedeschi, è probabile che sopravvivano, almeno in parte, e riescano addirittura a riprodursi tornando ad uno stato selvatico.

In altre parole, entrambi i cani possono essere tenuti nelle nostre case, anche giocando con i bambini (sarebbe un pochino più difficile farlo con un Lupo), ma uno dei due ha perso completamente quelle caratteristiche di forza, velocità ed istinto, che gli consentirebbero di sopravvivere alla legge della foresta.

Nel nostro esempio, l’Alternanthera reineckii è il Lupo selvatico, la rosaefolia è il Pastore Tedesco, la lilacina corrisponde al Barboncino.

Oltre a non avere un habitat, queste piante non hanno nemmeno un aspetto ben definito.
Colori e forme non sono stati “limati” da secoli di evoluzione naturale; è come se fossero ancora alla ricerca di un’aspetto standard che ancora non hanno trovato (e che non troveranno mai).

I loro nomi derivano chiaramente dai colori delle foglie (Rosa e Lillà), ma sono solo quelli che avevano assunto al momento della classificazione.
Generalmente possiamo dire che la rosaefolia produce foglie più allungate e lanceolate, mentre la lilacina le sviluppa di più in larghezza.

Alternanthera lilacina
Alternanthera lilacina

L’altezza che possono raggiungere è pressappoco la stessa, ma nei normali acquari commerciali c’interessa poco.
I soliti 40 cm di colonna d’acqua vengono sempre superati.

Abbiamo già visto che anche le Alternanthera selvatiche possono presentarsi in modo differente da un acquario all’altro, ma la specie resta sempre riconoscibile negli esemplari già cresciuti.
Con le cultivar, invece, vi può capitare di assistere a dialoghi di questo tipo:

Bella, quella pianta. Cos’è… una Rotala macrandra?

No. E’ un’Alternanthera lilacina.

Che sia un’Alternanthera può darsi, ma lilacina non è di sicuro.

E tu come lo sai?

Perché ne ho una nel mio acquario, ed è completamente diversa…

La discussione può andare avanti per parecchio, passando dal “si è sbagliato il negoziante“, fino al “non capisci niente“.
In realtà, basterebbe acquistarne una già adulta, metterla a dimora e fotografarla subito.
Dopo un paio di mesi, rivedendo la foto e la pianta, ci sembrerà impossibile che sia sempre lei.

La reazione di una cultivar ad un ambiente nuovo può essere di due tipi:

  1. Perde tutte le foglie, che marciscono e si staccano, poi ne crescono di nuove con un diverso aspetto.
  2. Mantiene le foglie vecchie che si abbruttiscono un po’ ma sopravvivono, poi produce nuove talee con foglie molto differenti.

Il primo caso è tipico della rosaefolia.
Nel secondo, frequente con la lilacina, la pianta sembra uscita da un film sul dottor Frankenstein: possono apparirci due specie diverse sullo stesso stelo.

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In entrambi i casi, si consiglia di lasciarle crescere un po’, almeno una decina di centimetri, per poi rimuoverle e potarle, e infine ripiantare solo la parte superiore.

Le cultivar hanno una capacità di adattamento, ai valori chimici, sconosciuta alle loro cugine naturali.
Le ho viste personalmente a pH 7.5 e KH 14, dove una “Cardinalis” non sopravviverebbe un mese.
Purchè abbiano CO2, vivono tranquillamente nelle nostre acque di rubinetto, soprattutto la lilacina, anche se la crescita risulta più rigogliosa in ambiente acido.
Anche sulla luce sono meno esigenti, quasi come la sessilis; cambiano colore sfruttando quella che c’è.
Ovviamente, se le vogliamo rosse…

Per il fondo, vale lo stesso discorso delle specie naturali. Anche se cultivar, sono pur sempre Alternhathera.
Più il terreno è ricco di nutrienti, minore sarà il fenomenno delle radici avventizie.

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