Integratori liquidi
Oltre agli stick NPK, esistono due prodotti liquidi proposti dalla Cifo, sempre per il gardinaggio.
Si chiamano semplicemente “Cifo AZOTO“ e “Cifo FOSFORO“, facendo capire che chi li ha ideati non brilla per fantasia.
Il nostro Simo63 ci offre questa foto, dato che li usa entrambi:
Dall’immagine capiamo che il nome, scritto in caratteri maiuscoli, non è una mia scelta.
Si chiamano proprio così.
Trattandosi di fertilizzanti già liquidi, il loro effetto è immediato; dopo la somministrazione, i valori dell’acquario cambiano prima di richiudere il coperchio.
Prima di illustrarli, voglio precisare che la Cifo ha senz’altro dei concorrenti, che forse propongono integratori simili; per adesso non ne siamo a conoscenza.
Mostriamo i prodotti Cifo perché sono già stati provati qui da noi, in diversi acquari.
Se qualcuno trovasse alternative, è invitato a mostrarle sul forum precisando prezzi, formati e negozi che li trattano.
Ovviamente, sappiamo benissimo che esistono prodotti simili per acquaristica, di diverse marche, confezioni, prezzi, dosaggi e formati.
Credo che questi siano i più famosi…
… ma dovendo trattare un PMDD, non è il caso di proporli in questo articolo, li prenderemo solo come riferimento per un confronto.
Prima di andare avanti, ripeto la solita raccomandazione: qualsiasi prodotto liquido, fertilizzante, test, farmaco, integratore, alghicida… quello che vi pare… di qualsiasi marca o formato, va sempre agitato prima dell’uso.
Una piccola divagazione…
I frequentatori del nostro forum, ogni tanto, si sentono dire che i test sono strumenti per capire, non vanno mai presi come obiettivi da raggiungere.
È una regola talmente ovvia da sembrare una banalità… eppure viene disattesa tutti i giorni, nelle conversazioni tra acquariofili.
Succede di continuo, con tutti i valori che siamo abituati a misurare; il nostro scopo non è più la salute dell’acquario, ma vedere i colori giusti su striscette e provette.
Visto che parliamo di fosforo, e che questo capitolo si intitola “Integratori liquidi“…
…Ne approfittiamo per fare un esempio comunissimo.
Esiste un prodotto farmaceutico per uso lassativo, che si vende senza ricetta ed è chiamato Clismalax (in realtà sarebbero due parole: “clisma Lax”, ma è raro trovare qualcuno che lo scrive correttamente… quindi ci adegueremo).
Eccolo qua:
Spesso viene consigliato in acquario, per correggere i fosfati.
Ora vediamo come quella regola banale, citata all’inizio, venga tranquillamente ignorata.
Tra gli innumerevoli esempi che potrei fare questo è probabilmente il più comune.
L’etichetta del farmaco dice che è fatto di fosfato di sodio… Mmmm… Fosfato?… Quella parola fa l’effetto di una lampadina, nella mente di un acquariofilo con carenze di fosforo.
Dato che costa 3 euro, ne compra un flacone e lo prova in vasca; poi si arma di test, controlla il risultato e…
Fantastico!!!… Con una spesa ridicola ho risolto tutto…
Adesso aggiungo fosfati come voglio, problema risolto per sempre!
Non resta che fiondarsi su qualche forum a divulgare la scoperta…
Alla data di questo articolo, Google mostra più di 800 risultati (solo italiani) corrispondenti alle parole combinate “clismalax” e “acquario”.
Sono quasi tutti forum, blog, o altri siti legati all’acquariofilia, in cui non solo se ne consiglia l’uso, ma si offrono addirittura formule matematiche per un dosaggio preciso.
Pochissimi si preoccupano del sodio che viene introdotto; chi lo fa, spesso viene ignorato.
Capita quasi sempre qualcuno che dice:
- Io lo uso da un anno e non ho nessun problema…
…ovviamente nessuno gli chiede mai informazioni, su quanta acqua cambia e con che frequenza; per loro, rientra tutto nella “normale conduzione di un acquario”.
Eppure, basterebbe chiedere ad un contadino cosa pensa del sodio.
Tra gli elementi più comunemente diffusi, sulla crosta terrestre, non c’è nulla di peggio per la vegetazione.
I terreni ricchi di sodio non hanno alcun valore per l’agricoltura; le piante crescono poco e male, offrendo pessimi risultati.
Tra i vari problemi, legati alla presenza di sodio, il più importante riguarda il contrasto nell’assimilazione del potassio.
Attenti adesso… perché questa è divertente…
Tra le varie funzioni, che il potassio svolge in una pianta, c’è anche quella di favorire l’assorbimento… del fosforo!!!
In altre parole, forniamo fosfati alle piante perché ne sono carenti… ma introducendo un elemento che impedisce loro di assorbirli.
Che importanza ha?… Il test segna il valore giusto, questo è ciò che conta!
Sperando di aver strappato qualche sorriso, chiudo qui la divagazione sul Clismalax.
Andiamo avanti…
Cifo FOSFORO
Per legarci al paragrafo precedente, tra i due flaconi Cifo cominciamo proprio con il FOSFORO.
Il nostro Cuttlebone lo ha fotografato con un riferimento, per mostrare le reali dimensioni del flacone:
Si tratta di una bottiglietta da 250 ml, che costa 8-10 euro, ma che in alcune città è stata trovata anche a 12.
Abituati ai costi del PMDD, potremmo anche pensare: “A quel prezzo… ci compro un integratore specifico per acquari!”
E’ senz’altro vero… Quello della Seachem, mostrato in una foto precedente…
…è disponibile nello stesso formato; anche il prezzo è quasi lo stesso, di pochissimo più alto: nei negozi possiamo trovarlo a 15 euro, in rete si scende sui 12.
Ma se provassimo a fare due calcoli, ci accorgeremmo subito di qual è la vera differenza.
Vi risparmio tutti i passaggi matematici; chi vuole può farli da solo, partendo dalla scheda tecnica del prodotto Cifo, di cui mostro un ritaglio…
…dove è chiaramente indicata la densità.
Mostriamo anche la composizione, stampata sulla scatola:
Chi si è voluto divertire con la calcolatrice, tra percentuali, conversioni chimiche, rapporti con la capienza dell’acquario… è arrivato ad una conclusione molto interessante:
- Per aumentare i fosfati di 1 mg/litro, in un acquario da 80 litri, bisogna aggiungere 0.2 ml di prodotto, pari a 5 gocce!!!
Il nostro Gibogi non lo sapeva, quando l’ha usato per la prima volta… Gli dissi di usare un contagocce e pensava che scherzassi!
Ancora oggi, ci divertiamo a scherzarci sopra… vedere il test fuori scala fu un’esperienza memorabile, per lui.
Ora vediamo cosa dice la Seachem, del suo integratore:
All’inizio dicono di usarne 2.5 ml, una dose 12 volte più alta di quella calcolata per il Cifo; andando avanti, ci si accorge che aumenta i fosfati di 0.15 mg/litro… circa 7 volte meno.
Supponiamo di metterci a parità di condizioni… se il Seachem durasse 4 mesi, il Cifo andrebbe avanti per oltre 27 anni!
Per la maggior parte di noi, si tratta di un flacone da comprare una sola volta nella vita, anche perché non c’è nessuna scadenza.
C’è una sola cosa che accomuna il nostro PMDD con i prodotti commerciali.
Come loro, anche noi consigliamo un test per i fosfati, per regolarsi sui tempi tra un dosaggio e l’altro; non è facile capire la mancanza di fosforo dalle reazioni delle piante; occorre una certa esperienza… e talvolta si cade in errore lo stesso.
Per chi volesse approfondire, abbiamo una scheda dedicata al fosforo.
Cifo AZOTO
Comincio con una brutta notizia…
Questa parte sarà… un po’ tecnica, malgrado la mia abitudine di semplificare il più possibile.
Ho cercato di farlo anche qui, ma non so se ci sono riuscito.
I nostri lettori abituali conoscono senz’altro alcuni articoli precedenti…
- …sul ciclo dell’azoto, dove si illustrano i vari passaggi attraverso la flora batterica, dalla decomposizione alla nitrificazione.
- …sulle alghe filamentose, dove appare questo schema sull’assorbimento dell’azoto, da parte delle piante:
- …sulla dimostrazione, da parte di Diana Walstad, del fenomeno illustrato in quello schema.
Per chi non li avesse letti, o non avesse voglia di farlo, ripetiamo soltanto i punti fondamentali.
E’ una schematizzazione molto superficiale, gli articoli linkati stanno lì apposta per chi vuole approfondire.
- Le piante preferiscono l’azoto ammoniacale, che viene assimilato in tempi rapidissimi e perfino senza luce.
In questo competono con i batteri nitrificanti, che glielo trasformano in azoto nitrico. - Anche la forma di nitrato viene assorbita, ma in tempi più lunghi e solo quando si esaurisce l’ammonio.
Va quindi considerato “di riserva”. - L’azoto di origine organica (urea) non è assimilabile da nessuna pianta.
Tuttavia, viene gradualmente decomposto dalla flora batterica, prima in forma ammoniacale, poi in forma nitrica.
Possiamo quindi pensarlo come “riserva della riserva”.
Il Cifo AZOTO, anche in questo caso fotografato da Cuttlebone…
…ha lo stesso prezzo e lo stesso formato del FOSFORO: 8-10 euro per un flacone da 250 ml.
Fornisce azoto in tutte e tre le forme, come vediamo dalla composizione sulla scatola:
Anche questa volta vi risparmio i calcoli, chiedendovi di fidarvi di me.
Per chi volesse rifarli da solo, mostro anche qui la densità del liquido:
Dai numeri che abbiamo, risulta che 1 ml di prodotto, nel solito acquario da 80 litri, farebbe apparire un aumento di 5.4 mg/litro di nitrati, con la sola componente nitrica (7.5%).
Ma… Attenzione!!!…
Non cadiamo nella solità “schiavitù da test”, perché qui l’errore sarebbe piuttosto grave.
Se abbiamo piante affamate di azoto, come il Ceratophyllum o l’Egeria densa, potremmo pensare di arrivare a 30-40 mg/litro, pensando di favorirle… Invece, dobbiamo ricordare che il test misura solo quel 7.5% introdotto in forma di nitrati, mentre ignora le altre due forme.
In realtà, dopo quel millilitro somministrato, nell’acquario avremo anche 1.2 mg/litro di azoto ammoniacale(1.5 mg/litro di NH4+).
Questo è immediatamente disponibile per le piante, ma è rilevabile solo con il test per l’ammonio, che pochissimi acquariofili acquistano.
Inoltre, ci sono 10 mg/litro di urea, importantissimi, ma che non vengono rilevati da nessun test.
I nostri Ceratophyllum non sono stupidi… Attingeranno immediatamente alla forma ammoniacale, già “cucinata e servita al tavolo”, lasciando i nitrati per quando non potranno farne a meno.
E l’azoto ureico?
Quello è il fertilizzante più usato al mondo; sfrutta l’attività batterica per produrre un rilascio progressivo, sia nella forma ammoniacale, sia nella forma nitrica.
Disgraziatamente, il termine “urea” suscita strane reazioni tra gli acquariofili, ma ne parleremo più avanti, nella conclusione dell’articolo.
La sua formula chimica è questa:
CH4N2O
Vediamo un po’ meglio come funziona, questa meraviglia della natura.
Dato che la sua densità è 1.30, disciolta in acquario tende a finire lentamente sul fondo, dove l’attività batterica è massima.
La sua decomposizione, in acqua, produce anidride carbonica (CO2) e ammonio (NH4+).
- Anidride carbonicaLa CO2 prodotta è pochissima, rispetto a quella che eroghiamo con le bombole, ma è decisamente molto efficace.Le nostre bollicine, infatti, vengono sprecate per la stragrande maggioranza, liberandosi in superficie dopo un breve passaggio nell’acquario.
La loro persistenza in acqua, come sappiamo, è tanto maggiore quanto più vengono frammentate, ma ovviamente conta anche la posizione del diffusore, che deve erogarle più in basso possibile.Nella decomposizione dell’urea, la CO2 viene prodotta nel terreno, non c’è nessun posto più in basso di così.
Inoltre è già in forma molecolare, nessun diffusore riuscirebbe a fare lo stesso.
In sostanza, non è necessario scioglierla in acqua, perché si forma già disciolta e nella posizione più bassa possibile.Questo spiega un fenomeno già capitato varie volte, a chi usa il Cifo AZOTO: un evidente aumento del pearling (bollicine di ossigeno dalle foglie).
Ovviamente, senza aggiungere lampade e senza toccare il rubinetto della bombola. - AmmonioL’azoto ammoniacale si produce lentamente, progressivamente, andando a sostituire quello che le piante assorbono.
Su piccoli errori di sovradosaggio intervengono i batteri nitrificanti, soprattutto nel filtro, convertendo quell’ammonio in nitrati, ovvero in riserve.
Il problema principale riguarda i GRANDI errori di dosaggio.
Non dobbiamo dimenticare che l’ammonio, in piccolissima percentuale, si trasforma in ammoniaca.
Inoltre, se i batteri nitrificanti non sono in equilibrio tra loro, un’aumento repentino dell’ammonio può portare alla presenza di pericolosi nitriti.
In pratica, introducendo urea, è come se aumentassimo il carico organico, ma isolando solo l’azoto (…e la CO2).
È esattamente quello che vogliamo, ma rischiamo di farlo in modo troppo rapido.
La soluzione, pertanto, è la stessa che si consiglia per l’introduzione dei pesci: intervenire con la massima gradualità.
Anche se avete piante affamatissime, non cercate di arrivare subito a 20… 30… 40 mg/litro, sul test dei nitrati.
Iniziate con piccole dosi, regolatevi con i test ed aumentate in modo progressivo, fino ad ottenere il dosaggio che vi dà una certa stabilità.
Quel millilitro di cui abbiamo parlato, per l’acquario da 80 litri dell’esempio, può essere un buon punto di partenza.
Visto che lo abbiamo fatto per il FOSFORO, anche in questo caso propongo un confronto con il prodotto della Seachem.
Il prezzo, anche stavolta, è quasi lo stesso: 12-14 euro nei negozi, in rete si può scendere a 9; parliamo sempre di flaconi da 250.
Questo è quello che dichiara la casa:
Come vedete, non contiene l’azoto più importante: quello ureico, di cui abbiamo già illustrato le virtù.
Sulle altre due forme, messe insieme, ci danno queste indicazioni:
In sostanza, 1 ml di prodotto corrisponde a 0.90 mg/litro di nitrati, nel solito acquario da 80 litri.
Il Cifo ne produceva 6 volte di più… solo nella forma nitrica, che è un quarto del totale.
Mettiamoci a parita di condizioni, come per il fosforo: se il Seachem durasse 4 mesi…
…il Cifo durerebbe 7 anni e mezzo!
Inoltre, grazie al rilascio della forma ureica, potremmo dosarlo più saltuariamente, risparmiando anche sui test.