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Come tagliare il vetro da soli

Di Giovanni61

Il vetro è dunque un materiale molto orgoglioso, per il quale calza a pennello il detto:

Mi spezzo ma non mi piego!

broken glass

In questo paragrafo impareremo come tagliare il vetro più usato per gli acquari, il float.

Gli spessori del vetro comune reperibili in commercio sono 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 12, 15 e 20 millimetri; esistono anche alcune misure dispari tra l’8 e il 20.
L’esigenza sezioni superiori a 20 millimetri ha fatto nascere il multistrato di vetro che aumenta le caratteristiche di resistenza meccanica a parità di spessore.

Esistono sezioni in monostrato superiori a 20 millimetri, tuttavia il loro taglio manuale metterebbe in crisi qualsiasi vetraio.

Anche la tempra su vetro migliora notevolmente le caratteristiche di resistenza, rendendolo oltretutto antinfortunistico, come il multistrato.
In questo caso, però, non consiglio a nessuno di provare a tagliarlo con un semplice tagliavetro: si rompe ma non si taglia.

Le metodologie di taglio sono sempre più tecniche e più precise, ma prenderemo in esame solo il taglio manuale.

Per tagliare il vetro comune a livello amatoriale è necessario un requisito: la passione, ossia il desiderio, l’interesse, la voglia, il sentire dentro di sé il piacere di voler raggiungere un obiettivo.
Chi possiede questo requisito, con un pò di pazienza, riuscirà a fare con il vetro qualunque cosa.

I preparativi per un corretto taglio del vetro

Prima di afferrare il nostro tagliavetro è importante ricordare che:


Lo staff di acquariofiliafacile e l’autore dell’articolo declinano ogni genere di responsabilità per eventuali danni accidentali e/o causati dall’uso improprio di tecniche o materiali che non siano di specifico riferimento a quanto contenuto nel presente testo.
Si declina altresì la responsabilità sull’operato di persone non in grado di eseguire quanto menzionato nel presente articolo.


Dopo queste doverose premesse, occupiamoci dell’occorrente per tagliare il vetro.

glass cut

È proprio la durezza del vetro che ci permette di tagliarlo esattamente nel punto desiderato.
Se non fosse così duro e allo stesso tempo così fragile, sicuramente non riusciremmo a tagliarlo con un semplice tagliavetro.

Per tagliare il vetro in modo amatoriale è sufficiente avere un comunissimo tagliavetro, una riga (o meglio una squadra molto grande) ed un piano d’appoggio.

Glass cutter

Un comune tagliavetro da 3 o 4 € andrà benissimo per i tagli fino a 10 – 12 mm di spessore. Per quanto riguarda invece la riga o la squadra, avremo cura di sceglierne una non troppo sottile; in questo caso rischieremmo di passarci sopra con il tagliavetro.

Come piano d’appoggio si può usare il tavolo da cucina o altre superfici in piano, inserendo un panno spesso tra il vetro e la base in cui verrà appoggiato.
È sufficiente un cartone: basta controllare bene che non abbia dislivelli come sovrapposizioni, giunzioni o graffette metalliche.

Scatola
Questa ad esempio è perfetta

E’ importante inoltre che la linea e/o l’intera superficie che taglierete si trovi all’interno della superficie del piano; detto altrimenti, il tagliavetro a fine corsa dovrà impattare contro il panno o il cartone.

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A questo punto non vi resta che prendere le misure e tagliare.

Anzi, no! Prima…

Qualche avvertenza

  • Durante il taglio, probabilmente, non riuscirete a controllare la pressione della mano sinistra sulla riga, né la pressione della mano destra sul tagliavetro (o viceversa se siete mancini). Così il taglio verrà storto, non in squadra e/o discontinuo; oppure avete semplicemente graffiato il vetro.
  • Verso la fine del taglio la riga tenderà a spostarsi perché, durante il taglio, non avrete la possibilità né di fermarvi (cosa comunque possibile con un po’ di esperienza) né di spostare la mano sinistra.
  • Nel caso di tagli lunghi sarebbe meglio premunirsi di una molla/molletta, tipo quelle dei panni, per tenere ferma la riga in corrispondenza del fine taglio.
Mano
Ora sì che si ragiona!
  • Alcuni vetrai utilizzano olio da taglio o petrolio bianco da stendere sul vetro prima del taglio; altri tengono il tagliavetro costantemente immerso in un centimetro di alcool per garantirne una maggiore durata; altri non spolverano nemmeno il vetro e fanno il taglio a secco, se il vetro non è troppo spesso.
  • Le misure del taglio dovranno essere di due millimetri in eccesso o in difetto rispetto alla misura che avete preso. È la distanza tra la rondella e il suo supporto, che striscia contro la riga.

Il taglio

Ed eccoci finalmente giunti al momenti del taglio!

Alla buon ora, Giuà! Cerca di essere un po’… Hai presente la mano che si apre e si chiude? Ma quanto la fai lunga…

Ci siamo, ci siamo!
Sgrassate il vetro da tagliare (con alcool, vetril o prodotti specifici), prendete le misure e fissate la riga come descritto, oppure con altri sistemi che vi diano la certezza che la riga durante il taglio non si muoverà.
Usate l’olio se disponibile.
Impugnate il tagliavetro; non è una penna e nemmeno un coltello: il dito indice dovrà seguire lo stelo fino a circa tre centimetri dalla rondella.
Posizionatelo in verticale, o leggermente obliquo verso di voi.
Esercitate sul tagliavetro una pressione di circa sei o sette chili (o anche di più, all’inizio del taglio), partendo dal punto più distante per arrivare a quello più vicino a voi.
Trascinate il tagliavetro con una pressione costante tenendolo aderente alla riga, senza fermarvi, fino alla fine del taglio.
A questo punto il vetro è ancora intero, ma con una vistosa traccia provocata dal tagliavetro, chiamata incisione.

Incisione vetro
Traccia di una incisione curva

È importante abituare l’orecchio al rumore causato dall’incisione (che personalmente definisco stridente, acuto, argentino). Tale rumore prodotto già durante questa operazione ci dà la certezza che la pressione è quella giusta e che il taglio andrà a buon fine.
Subito dopo l’incisione possiamo notare numerosissimi micro pezzi di vetro che si staccano per tutta la lunghezza della linea in cui è stato praticato il taglio… e anche questo è un buon segno.
Ma… il nostro vetro è ancora intero!
Cosa potrebbe essere successo?
La rondella del tagliavetro è necessariamente molto piccola; così la pressione esercitata viene scaricata su una superficie inferiore a un millimetro quadrato.
Il materiale di cui è composta la rondella non è più duro del vetro ma lo scheggia facilmente. Il vetro in questo atto viene inciso, scavato o solcato come farebbe un trattore quando ara la terra.
Lungo la linea tracciata dalla rondella il vetro è più debole rispetto a tutto il resto della superficie; questa diventerà la linea di rottura almeno per i tagli fino a dodici millimetri di spessore.
La cosa più importante è che l’incisione non abbia alcuna interruzione, neppure di un millimetro, per tutta la sua lunghezza.
Se la pressione esercitata è eccessiva bloccherà la rondella rigando a malapena il vetro; se è insufficiente non darà luogo a nessuna incisione. In questo caso il vetro si presenta apparentemente inciso, mentre in realtà è solo graffiato.
La pressione di sei o sette chili è puramente indicativa nel caso in cui utilizziate un tagliavetro nuovo; diversamente tenderà ad aumentare con l’usura della rondella, finché non taglierà più.
Soprattutto se ripassate su un taglio che non vi è venuto bene: in questo caso ripetete il taglio nello stesso punto dalla parte opposta del vetro (in gergo il taglio andato male è chiamato «bruciato.
Il peso che grava sulla rondella durante l’incisione ha una tolleranza di almeno un chilo, in eccesso o in difetto. L’importante è trovare l’equilibrio esercitandovi con il taglio di vetri di scarto, prima di tagliare un vetro importante; e senza avere la pretesa di poterci riuscire al primo tentativo.

Prove vetro
Meglio prima provare con questi…

Se prendiamo il vetro appena inciso e lo osserviamo di sezione sarà possibile vedere la profondità alla quale l’incisione è penetrata.
A questo punto si può spezzare agevolmente il vetro con le mani, se non è troppo spesso; oppure se il pezzo di vetro che dovete staccare non è molto stretto.
In ogni caso, la tecnica più usata per tagliare il vetro dopo l’incisione è quella di fletterlo in corrispondenza di una delle due estremità in cui è stato inciso; detto altrimenti, concentrando la forza in un punto molto piccolo, per ottenere un maggiore effetto leva e separare i due pezzi.

Altre informazioni e curiosità utili sul taglio del vetro

Le difficoltà del taglio aumentano con l’aumentare dello spessore del vetro:
L’incisione che noi pratichiamo è più o meno uguale in tutti gli spessori (il solco avrà una profondità di 0,3 o 0,4 mm); invece la differenza della resistenza meccanica tra punto debole e punti vergini è via via decrescente con l’aumentare dello spessore.
In parole povere: più il vetro diventa spesso, meno il solco prodotto dal tagliavetro sarà efficace.
Nei vetri molto spessi (15 e 20 mm), infatti, il punto debole potrebbe essere sopraffatto da invisibili nervature che potrebbero dare al taglio un’altra direzione, assolutamente imprevedibile.
Per questi spessori perciò è importante la qualità del tagliavetro, che dovrà necessariamente incidere più a fondo il vetro.
Il sistema di taglio con sollecitazione a flessione, invece, viene quasi sempre scartato; soprattutto se si tratta di tagliare stecche molto strette e delle quali non si vuole sprecare o perdere il materiale.
È anche possibile praticare tagli più difficili: circolari, angolari o particolarmente sagomati; fortunatamente non riguardano la realizzazione dei nostri acquari.
Circle cut resized

Il taglio vero e proprio (come abbiamo letto nella pagina precedente) avviene ad una velocità non visibile dall’occhio umano.
Il vetro sembra spezzarsi tutto nello stesso istante, per tutta la sua lunghezza; di fatto c’è sempre un inizio certo ed una fine probabile ma del tutto incontrollabile.

Per apprezzare lo sviluppo del taglio possiamo utilizzare un’altra tecnica.
Si applica per tagli che hanno un certo raggio di curvatura; oppure per spessori (da 15 o 20 mm) con i quali, per ottenere il taglio con sollecitazioni a flessione, è richiesto un certo sforzo con scarse possibilità di riuscita.
In sostanza bisogna battere il vetro sotto l’incisione (nel lato opposto, battendo da sotto senza girare il vetro) seguendo la traccia lasciata dall tagliavetro.
Con vetri sottili possiamo usare la parte metallica del tagliavetro, usandolo a mò di martello.
Ma attenzione: se usato con un certo impeto provoca delle micro schegge sul vetro.
I vetrai usano una particolare pinza professionale multiuso con la testa a forma semisferica che non lascia traccia nei punti d’urto.
Bisogna dosare molto bene la forza d’impatto sul vetro in base allo spessore ed alla curvatura del taglio, per revitare di mandarlo completamente in frantumi.

Veciooooooooooo… Ti me ga roto i maroni… va ben???

Tornando a noi…
Il fatto di aver formato preventivamente un punto debole sulla superficie del vetro farà sì che il taglio possa seguire l’incisione dall’inizio alla fine.
L’incisione, infatti, è il punto più debole della lastra, oltre ad essere il punto che viene sollecitato dalla flessione o dalle onde d’urto (a seconda di cosa scegliete per completare il taglio).
Anche nei tagli dritti, se l’incisione non è continua, il taglio potrebbe prendere un’altra strada, purtroppo imprevedibile ed incontrollabile.
Solitamente, in questi casi, la rottura tende a proseguire verso la parte del vetro che ha la superficie più piccola.
Se la parte mal tagliata è quella di scarto potete provare comunque a completare il taglio.
Non sarà un taglio bellissimo, ma avremo salvato il materiale.
Normalmente la linearità del taglio dipende soprattutto dallo spessore; infatti più la lastra è spessa, più la sua sezione del taglio tende ad essere irregolare.
Se dovesse accadere, sarà necessario molare il vetro per rendere il taglio perfettamente rettilineo e preciso.
La molatura più comune è chiamata FL (filo lucido) ed è quasi impossibile riprodurla a mano. Eviterà il rischio di tagliarsi con gli spigoli vivi del vetro.

Molatura vetro
Molatura a filo lucido

Nemmeno una buona cartavetro da carrozzeria potrà mai sostituire la mola o gli strumenti professionali del vetraio.
Tuttavia, una buona scartavetrata potrà rendere più sicuri gli spigoli dei vostri vetri.
Per molare gli spigoli del vetro possiamo usare una mola al carburo di silicio a grana fine (120).
La pratica vi renderà esperti, fino a poter dire un giorno al vetro:

Figlio di buona donna…. non sei poi così misterioso!

Ma appena vi sarete distratti per un attimo, la vendetta del vetro sarà tremenda!
Meglio, quindi, indossare sempre i guanti da lavoro.
Mela cerotti
La morale è la seguente:

Il vetro va sempre trattato come se fosse vetro!

Infatti il vetro può causare ferite anche molto profonde.
Eccovi alcuni video (le immagini sono cliccabili) che esemplificano il taglio e la molatura a mano di alcuni vetri.

Taglio vetro
Cliccare sull’immagine per il video

Nel primo video vengono tagliati alcuni pezzi di vetro di diverso spessore.
Si parte da 4 mm per arrivare a 10 mm con un normale vetro float, mentre l’ultimo pezzo di vetro è da 15 mm in vetro extrachiaro.
Notate la grande trasparenza di questa ultima lastra di vetro e la sua differenza con il float.

Molatura
Cliccare sull’immagine per il video

Nel secondo video, invece, mostro come molare un vetro appena tagliato, sia con la carta vetrata che con un disco montato su un motore rotante.

I video contengono un errore che vi invitiamo a non imitare: INDOSSATE SEMPRE I GUANTI PER PROTEGGERVI LE MANI!

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