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Scheggiature e crepe

Di FrancescoFabbri
Ebbene questo è un argomento importante da affrontare perché se il vetro viene danneggiato in un qualsiasi modo, potrebbe perdere facilmente la sua resistenza strutturale.
Una scheggiatura o una crepa sulle lastre potrebbero facilmente propagarsi e… crack!
Credo proprio che non sia una cosa piacevole a cui assistere…

Principalmente le rotture delle lastre di vetro si possono raggruppare in due grosse macrocategorie: le scheggiature e le crepe.
Anche se sono entrambe «rotture» (in tutti i sensi), l’una o l’altra possono provocare conseguenze nella struttura del vetro molto differenti.
Quindi, nel caso in cui una parete del vostro acquario sia danneggiata, consigliamo vivamente di far valutare i danni da una persona con una certa esperienza e competenza nel settore.
Saper distinguere una crepa da una scheggiatura ci permette in alcuni casi di poter continuare o meno di usare una lastra di vetro e solo chi se ne intende davveropuò darci una risposta corretta.
Bando alle ciance… la smetto di girarci intorno e cerco di arrivare direttamente al sodo una volta per tutte, ma prima credo sia importante dover fare questa doverosa premessa:


Lo staff di Acquariofiliafacile non è assolutamente responsabile delle cattive interpretazioni relative alle informazioni che verranno elencate sotto. Pertanto, lo staff del forum vi invita sempre a far visionare il vetro danneggiato del vostro acquario al personale tecnico competente, il quale sarà in grado di darvi indicazioni più specifiche ed appropriate al vostro caso rispetto a quanto esaminato e illustrato nei paragrafi a seguire.


Scheggiatura concoide

È la tipica rottura a forma di «conca», dalla quale non si diparte nessuna crepa.

Un esempio classico è quello tipico della rottura dell’ossidiana:

Ossidiana concoide
Questa foto è molto particolare, proprio perché illustra molto chiaramente come la frattura del vetro vulcanico (e anche di un vetro normale) si allarghi secondo cerchi via via concentrici.
Vediamone quindi un esempio con una scheggiatura dello stesso tipo in un mio acquario vecchio e malandato:
Scheggiatura concoide

Questo tipo di frattura è da considerarsi «sicura», poiché generalmente non sviluppa crepe che potrebbero pericolosamente propagarsi.

Una rottura del genere non va sempre considerata sicura…

…anzi!

Dipende moltissimo dove la scheggiatura è stata fatta.

Una scheggiatura sullo spigolo laterale a metà altezza, vicino alle siliconature, è sicuramente molto più «sicura» di un’altra presente sulla parte alta della lastra di vetro, magari in posizione centrale sul bordo superiore.

Esemplificazioni scheggiature
(clicca per ingrandire)

Sulla base di questo, invito nuovamente tutti quelli che si trovano un acquario con una scheggiatura a farlo controllare da un esperto, il quale saprà dirvi con sicurezza se la lastra è da buttare o oppure no.

Crepa o «cricca»

Questo tipo di rottura è molto più insidiosa da riconoscere perché spesso nemmeno si vede ad occhio nudo.
E’ così subdola da celarsi addirittura come insieme di «microcrepe», anche intorno alle scheggiature concoidi dette poc’anzi, e può essere estremamente pericoloso usare un vetro con questo tipo di danno.
Anche qui una foto di un altro mio vecchio acquario credo possa spiegare meglio di mille parole:

Scheggiatura crepa
(clicca per ingrandire)

Come si può vedere, la cricca si propaga verso una direzione ben definita fino a che pare interrompersi, ma… questo non ci deve trarre assolutamente in inganno.
Le crepe infatti possono propagarsi per anche lunghi tratti prima che il vetro possa cedere (come si può ben notare nella foto sottostante):

Scheggiatura crepa
(clicca per ingrandire)

… in questo caso la cricca si allunga per oltre una ventina di centimetri.

Inoltre, è un approccio molto superficiale pensare che se una crepa si interrompe prima rispetto ad un’altra sia da definirsi meno pericolosa.

Infatti il pericolo più insidioso è la possibile presenza delle cosiddette microcrepe.

Microcrepa vetro zaffiro
Microcrepa su vetro zaffiro a 200 ingrandimenti

Ebbene, queste microcrepe sono pericolose proprio come le crepe macroscopiche, solo… che queste neanche si vedono ad occhio nudo!
Ricordo che il vetro è un materiale molto particolare.
Di base è molto resistente; tuttavia, anche a causa di una leggera scalfittura, la sua resistenza può ridursi notevolmente.

Per questo motivo mi permetto una breve digressione sulla chimica del vetro.
Se non vi interessa si può letteralmente saltare a piè pari.
Nel contempo mi scuso con gli accademici per l’uso di un linguaggio in parte approssimativo.


Cenni di chimica del vetro

Il vetro, a differenza di tanti altri materiali, ha una struttura chimica non ordinata.
In chimica viene definito formalmente come solido amorfo, cioè un materiale che non presenta una specifica struttura cristallina ordinata.

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Sì, ok. Ma per chi non studia chimica lo si può spiegare in parole più semplici?

In parole povere per far capire che cosa sia una struttura cristallina basta citare esempio accademico come quello del cristallo di sale da cucina (NaCl), il quale presenta una composizione molecolare “di base” che si ripete fino a che non finisce fisicamente il cristallo di sale.

reticolo cristallino micro e macroscopico
Struttura micro e macroscopica del cloruro di sodio

Come si vede nella foto soprastante, il reticolo cristallino si riesce a individuare in modo più intuitivo e tra l’altro, detto così, non è così difficile da comprendere il suo significato espresso in modo formale e rigoroso come citato sopra. I cristalli nella foto di destra tra l’altro sono ciò che potremmo vedere macroscopicamente in un cristallo di salgemma.
Nella foto sotto invece è presente un esemplificazione della struttura amorfa del vetro di silice:

Silica
Esempio della struttura chimica del vetro

In questo caso non si vede assolutamente alcuna ripetizione tipica di un reticolo cristallino.
Questa composizione chimica fa sì che il vetro sia molto tensionato al suo interno, in modo naturale e senza nessuna sollecitazione attiva su di esso.
Tradotto in parole semplici: il vetro non ha, al suo interno, le molecole «impilate in modo ordinato»; questo fa sì che le molecole stiano un po’ «forzate» tra di loro.
Ecco perché il vetro non si può piegare ed è così fragile. Esso non è un materiale affatto rilassato al suo interno!
La formazione di una crepa quindi non è altro che una separazione microscopica tra le molecole e tale distacco è spesso provocato da un colpo. Durante il colpo le molecole infatti «assorbono» energia e la rilasciano per rompere il loro legame reciproco.
Una volta assorbita tale energia, il vetro la rilascia lungo un percorso preferenziale (invisibile ad occhio nudo) in cui la lastra si presenta maggiormente tensionata, provocando così il distacco ai lati di tale percorso.
Questo processo continuerà dissipando l’energia dell’urto fino ad interrompersi nel suo cammino o, se l’energia è stata sufficiente, separerà completamente la lastra di vetro.


Chiusa la digressione, concludo il discorso sulle crepe tanto odiate dagli acquariofili.
La presenza di questi danni infatti riducono in modo altissimo la resistenza meccanica del vetro; per cui consiglio vivamente di sostituire in ogni caso una lastra di vetro con una crepa ben visibile, specialmente in un acquario di grandi dimensioni. Ricordo infatti che prevenire è sempre meglio che curare.
Finalmente siamo giunti al termine di questa prima parte dell’articolo ed in conclusione ne approfitto per aggiungere anche un piccolo consiglio…
Queste ultime informazioni scritte in questa e nella precedente pagina possono essere anche utilizzate come vademecum al quale riferirsi nel momento in cui vogliamo acquistare un acquario, sia nuovo che usato.
Proprio nel caso di un acquario usato è sempre bene avere un occhio di riguardo soprattutto per le siliconature e ad eventuali danni presenti sul vetro. Infine ricordo che un buon amico vetraio sarà certamente molto più di aiuto di tutto quello che è stato scritto nel presente articolo!

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