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La riproduzione

E’ possibile riprodurre i ramirezi anche senza accorgimenti particolari; qualcuno c’è riuscito per puro caso, trovandosi un bel giorno con gli avannotti in vasca.
Tuttavia, si tratta di casi particolarmente fortunati, e con pochissimi sopravvissuti.

Se si vuole tentare la riproduzione, con una certa probabilità di successo, è bene osservare alcune semplici regole:

  • Aumentare la temperatura fino a 29-30 °C
  • Portare il pH vicino a 6 o meno, aiutandosi con la torba per avere un colore ambrato.
  • Introdurre una superficie liscia, come una roccia piatta o una pianta a foglia larga.
  • Tenere la coppia isolata, senza altri pesci, al massimo qualche Otocinclus.
  • Assicurarsi che l’acqua abbia una buona ossigenazione; se necessario accendere un aeratore.
  • Usate una vasca da almeno 60 litri, che vi permetta di stare due-tre settimane senza cambi d’acqua (poi vedremo il perché).
    In alternativa, metteteci delle piante galleggianti, che assorbiranno gran parte degli inquinanti.

Dopo la deposizione, le uova restano appiccicate alla superficie scelta dalla madre.

Il numero è variabile, secondo l’età della femmina e la sua alimentazione, ma nei casi più estremi si può arrivare a circa 200.
In seguito, il maschio passa sulle uova per fecondarle.

Per chi fosse saltato direttamente a questo capitolo, ripropongo la foto di Emix che evidenzia la distinzione tra maschio e femmina:

Mikrogeophagus ramirezi dimorfismo

In mancanza di una superficie adatta, la deposizione può avvenire in un avvallamento del terreno.
Di solito sono proprio i genitori a scavare queste buche, soffiando acqua per spostare la sabbia.

Per un paio di giorni, gli adulti si alternano nella ventilazione delle uova; poi, alla loro schiusa, gli avannotti vengono solitamente spostati, dagli attentissimi mamma e papà.
I piccoli hanno difficoltà di movimento, in questa fase, a causa del grosso sacco vitellino che viene assorbito in 5-6 giorni.

Durante questo periodo, avvicinatevi all’acquario con discrezione.
Non pulite il fondo, non potate le piante, non cambiate l’acqua… insomma… non mettete le mani in vasca per nessun motivo.
Se vi cade un oggetto in acqua, lasciatelo lì.
Un ramirezi è troppo piccolo per farci del male, ma se avverte un pericolo potrebbe mangiare la sua stessa covata.

Dopo una settimana dalla deposizione, i piccoli cominciano a nuotare in modo indipendente, ma vengono tenuti sotto controllo dei genitori.

Mikrogeophagus ramirezi Avannotti
Se qualcuno prova ad allontanarsi, lo prendono in bocca e lo rimettono nel gruppo.

Senza più il sacco vitellino, gli avannotti devono nutrirsi diverse volte al giorno.
E’ dunque importante, in questa fase, che l’acquario abbia già una buona maturazione; ovvero, che abbia sviluppato una buona quantità di microrganismi per noi invisibili, ma che stanno alla base della catena alimentare.

Generalmente, questo cibo spontaneo è insufficiente, per 50-100 avannotti; si provvede quindi ad un’integrazione con infusori o naupli di Artemia.
Alcuni consigliano il tuorlo d’uovo sodo, finemente polverizzato.

Quello descritto è il metodo tradizionale, in vigore da decenni.
Oggi, tuttavia, ci sono parecchie testimonianze a favore di cibi liofilizzati, ovviamente specifici per avannotti.

Non somministrate mai il mangime per gli adulti, nemmeno se lo avete tritato finemente.
E’ difficile rendersi conto di quanto sia piccolo, l’apparato digerente di un avannotto; quel che sappiamo è che ne sono morti parecchi, a causa di occlusioni intestinali.

Dopo 20-25 giorni, saranno cresciuti a sufficienza da avere… le chiavi di casa!
Scherzi a parte, i genitori cominceranno a lasciarli andare, anche perché non riusciranno più a tenerli sotto controllo.

Mikrogeophagus ramirezi Avannotti

Fino a quel momento, mamma e papà avranno attaccato qualsiasi cosa in movimento, entro un palmo di distanza dalla prole…
…perfino la spazzola magnetica, se avevate provato a pulire i vetri.

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