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La favola dei biocondizionatori

Pinocchio
Pinocchio

Ecco la favola dei biocondizionatori di Rox.

C’era una volta… «Un Re!»… diranno certamente i miei lettori.
Invece no!! (Spero che Collodi mi perdoni…)
C’era una volta il biocondizionatore, che serviva ad eliminare il cloro dall’acqua di rete.
Un bel giorno, gli acquariofili si accorsero che…

  • il cloro evapora in pochi minuti, se il getto d’acqua è potente e turbolento;
  • in alcune città italiane ce n’è così poco da poter usare l’acqua così com’è;
  • comunque, prendendola calda, basta solo aspettare che si raffreddi e non c’è più traccia di cloro.

Così, per uno strano disegno del destino, sull’etichetta del biocondizionatore apparvero i terribili metalli pesanti.

La gente continuò a comprarlo, ma col passare del tempo qualche scettico cominciò a pensare… mumble mumble…
«Ma io quest’acqua la bevo… e c’è un laboratorio chimico che la controlla per legge.
Possibile che ci siano tutti ‘sti metalli pesanti?…»

La domanda diventò sempre più fastidiosa, per il povero biocondizionatore, finché un giorno, sulla sua etichetta, apparve magicamente una terza virtù: le «sostanze colloidali che proteggono le mucose dei pesci».

In futuro, forse… qualcuno comincerà a chiedersi come hanno fatto, quei pesci, ad evolversi per milioni di anni senza le sostanze colloidali.

A quel punto, chissà che quell’etichetta non ci mostri una quarta virtù, che ancora non conosciamo…

Che ne dite… approfondiamo?


Il cloro, come scrive Rox, evapora molto facilmente: un getto scrosciante o l’elevata temperatura ne riducono la presenza; una stabulizzazione (riposo) di quarantotto ore toglie ogni pensiero.

Per quanto riguarda i metalli pesanti presenti anche nell’acqua di rete, ricordiamo innanzitutto che sono un elemento necessario per la vita e la crescita delle piante.
Il problema è il loro eventuale eccesso.

Se i metalli presenti nell’acqua di rete sono nella norma… va tutto bene?
Dipende… perché i pesci hanno una tolleranza inferiore all’uomo nei confronti di alcuni di questi elementi.

Ne scrive Diana Walstad, una autrice molto seguita da utenti e moderatori di AF.

Libro «Ecologia dell'acquario di piante», di Diana Walstad
Libro «Ecologia dell’acquario di piante», di Diana Walstad

Le sue esperienze e ricerche sono state pubblicate in un libro tradotto in italiano con il titolo «Ecologia dell’acquario di piante» (AcquaEdì, Milano 2004, purtroppo ormai introvabile).

In quest’opera la biologa spiega le diverse tolleranze dell’uomo e dei pesci per i metalli pesanti.

Tabella sulla concentrazione massima di metalli pesanti ammessa per l'uomo e per i pesci (tratta dal libro «Ecologia dell'acquario di piante» di Diana Walstad)
Tratta da: Diana Walstad, «Ecologia dell’acquario di piante», AcquaEdì, Milano 2004, p. 15 (clicca per ingrandire)

Come risulta evidente dalla tabella, se l’acqua di rete va bene per l’uomo non è detto che vada bene anche per l’acquario.

Nella maggior parte dei casi non c’è alcun motivo di allarme, proprio come scrive Rox.
Anche perché nei nostri acquari – maturi, ben piantumati e senza cambi d’acqua programmati – ci sono due elementi che concorrono a rendere innocui i metalli pesanti…

1) le piante, che li assorbono;
2) il carbonio organico disciolto (DOC), che li lega come un chelante.

Ovviamente, ci sono anche situazioni nelle quali la quantità di metalli pesanti è davvero eccessiva.

Heavy Metal

In questo caso potremmo usare l’acqua in bottiglia; oppure ricorrere ai biocondizionatori.

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Ne fa uso anche la dottoressa Walstad (ibidem, pp. 30-31):

L’acqua di rubinetto di cui faccio uso contiene un livello probabilmente inoffensivo di rame (0,05 ppm), ma una quantità tale di zinco (0,8 ppm) da causare a volte dei problemi nel mio acquario.

[…]

Alcuni condizionatori d’acqua contengono un chelante di metalli, l’EDTA, che risulta abbastanza efficace nel contrastare la tossicità dei metalli. Sono riuscita, ad esempio, anche a neutralizzare la tossicità di zinco per l’Egeria densa, aggiungendo un piccolissimo ecceesso molare di EDTA.

Insomma: il biocondizionatore non è un prodotto obbligatorio per tutti gli acquari.
Va utilizzato se necessario, in base alle condizioni dell’acqua.


Ci sono anche dei biocondizionatori che legano l’ammonio; cosa che potrebbe rivelarsi utile nel caso avessimo dei nitriti in vasca. Uno di questi è il Sera Toxivec.

Sera Toxivec
Sera Toxivec

Qual è il suo funzionamento e cosa succede quando lega l’ammonio?
Innanzitutto abbiamo l’abbattimento dei nitriti; inoltre spariscono le alghe filamentose, che si nutrono proprio di quell’elemento.
Il problema è che, oltre alle filamentose, spariscono anche i batteri nitrificanti che si nutrono di ammonio; e che insieme a batteri nitrificanti spariscono anche quelli che utilizzano i nitriti. Cosa succede se si smette di usarlo? Semplice: riparte la maturazione della vasca, come se fosse stata allestita in quel momento e abbiamo un nuovo picco dei nitriti (questa volta con i pesci in acquario).
Probabilmente si ripresenteranno anche le alghe filamentose; a questo punto avremmo la tentazione di usare nuovamente questo prodotto ed entreremmo in un circolo vizioso che renderà il nostro acquario dipendente da questo prodotto.

Potremmo utilizzarlo come rimedio d’emergenza, nel caso avessimo i nitriti molto alti con i pesci nell’acquario, magari in combinazione con un buon cambio d’acqua.
Risolveremmo un problema… rischiando però di crearne altri.


Ecco un altro esempio di biocondizionatore: il Tetra EasyBalance.

Tetra EasyBalance
Tetra EasyBalance

Questo prodotto contiene: bicarbonati solubili, oligoelementi (chelati?), nutrimento per i batteri che assorbono i fosfati e per quelli che convertono i nitrati in azoto gassoso.
Eliminando i cosiddetti «inquinanti», questo prodotto consente di cambiare l’acqua ogni 6 mesi.

Beh… lo stesso risultato potremmo ottenerlo con l’Acquariofilia Facile.
Grazie alla quale, dopo un po’ di esperienza, aggiungeremo al nostro acquario solo quello che serve per migliorarlo. E non un prodotto generico che contiene di tutto un pò e che rischia di creare eccessi senza magari colmare le carenze…


Come dicevamo: sono prodotti dei quali, tranne casi particolari, si può fare tranquillamente a meno…

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