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Il rosso acceso dei maschi in corteggiamento e la facilità di allevamento sono le caratteristiche principali dei Rohanella titteya (ex Puntius titteya), o Barbo ciliegia, piccoli e vivaci Ciprinidi che colorano i nostri acquari.


Il Rohanella titteya, fino a poco tempo fa denominato come Puntius titteya, e conosciuto anche come Barbo «ciliegia» per via del rosso sgargiante dei maschi in fase di corteggiamento, è un piccolo e grazioso Ciprinide di banco, senza esigenze particolari rispetto ai valori dell’acqua.

La sua indole pacifica lo rende adatto alla convivenza con molte specie di pesci, ma può mostrare segni di insofferenza se tenuto in un habitat non adatto alle sue esigenze.

L’allevamento è consigliato anche agli appassionati alle prime armi, purché si tenga conto del suo carattere volitivo.

Puntius titteya (Barbo ciliegia) maschi insieme ad un Colisa chuna
Rohanella titteya maschi insieme ad un Colisa chuna (foto di lauretta)

Il R. titteya è originario dell’Asia meridionale, in particolar modo dello Sri Lanka, aree geografiche con un clima tropicale caratterizzato da abbondanti piogge.
Possiamo trovarlo nelle anse più tranquille e ombreggiate di fiumi, torrenti e ruscelli, dove l’acqua è poco profonda e il substrato è costituito da limo e detriti.

Ordine Cypriniformes
Famiglia Cyprinidae
Genere Rohanella
Specie titteya
Nome comune Barbo ciliegia

Morfologia

Il corpo è allungato (non alto come il cugino Puntius tetrazona) con il ventre prominente, in particolar modo nelle femmine.
Le pinne sono arrotondate e la coda bilobata, che in alcuni esemplari appositamente selezionati è particolarmente allungata.

Puntius titteya (Barbo ciliegia) femmina, varietà con coda allungata
Rohanella titteya femmina, varietà con coda allungata (foto di HCanon)

Una spessa linea centrale orizzontale di colore bruno percorre tutto il corpo, sopra la quale troviamo una seconda linea dorata, e ancora sopra una terza linea bruna, le quali vanno a formare il disegno di una mascherina sul muso del pesce.

Puntius titteya (Barbo ciliegia) femmina
Rohanella titteya femmina (foto di HCanon)

Il dimorfismo sessuale è ben evidente. Nelle femmine il colore dominante è un marroncino di varie intensità, mentre i maschi sono caratterizzati da una livrea più vivace, rossastra, che tende ad intensificarsi durante il corteggiamento.

Maschio (in alto) e femmina (in basso) di Puntius titteya (Barbo ciliegia)
Maschio (in alto) e femmina (in basso) di Rohanella titteya (foto di Alex_N)

Da adulto arriva a misurare circa 4 cm esclusa la coda.
L’aspettativa di vita va dai 5 ai 7 anni.

Allevamento in acquario

I Rohanella titteya sono pesci robusti, adattabili e limitatamente aggressivi, quindi abbastanza facili da allevare, purché si rispettino con attenzione alcune regole.

Se si dovesse tener conto del suo habitat naturale, occorrerebbe per il nostro Ciprinide un’acqua acida. In realtà, gli esemplari che acquistiamo sono quasi tutti di allevamento e quindi abituati a valori molto simili all’acqua di rubinetto, cioè fra il neutro e il basico.

Valori dell’acqua per l’allevamento: temperatura 22-27°; pH 7-8; GH 10-19

L’acquario per i R. titteya dev’essere ben piantumato, anche con piante galleggianti per creare una buona ombreggiatura.
L’aggiunta di radici e rami contribuirà a creare un ambiente più naturale, ricco di nascondigli e quindi consono alle loro esigenze.
Bisogna comunque prevedere delle zone libere per il nuoto.

Acquario molto piantumato, adatto ai Puntius titteya (Barbo ciliegia)
Acquario molto piantumato, adatto ai Rohanella titteya (foto di Steinoff)

Nonostante le dimensioni contenute, questi pesciolini necessitano di una vasca abbastanza spaziosa, visto che vanno allevati in gruppo e che sono caratterizzati da relazioni sociali piuttosto turbolente.

Dimensioni minime dell’acquario: 80-90 cm di lunghezza, per almeno 100-120 litri netti.

Comportamento

I nostri amici, pur non avendo un’aggressività intraspecifica paragonabile agli Anabantidi o ai Ciclidi, sono comunque dotati di un bel caratterino. Necessitano quindi di spazio per poter fuggire e nascondersi dai propri simili troppo irruenti.

I maschi di Barbo hanno un bel caratterino...
I maschi hanno un bel caratterino… (foto di HCanon)

E’ importante anche allevarli in un numero adeguato di esemplari, così da ripartire in maniera equilibrata i fenomeni di litigiosità.
Un banco di R. titteya deve essere composto da almeno otto elementi, meglio se superano abbondantemente la decina.

I maschi sono territoriali, ma si accontentano di conquistare piccoli angolini, purché molto piantumati.

Banco di Puntius titteya (Barbo ciliegia), con Trigonostigma heteromorpha
Banco di Rohanella titteya, con Trigonostigma heteromorpha (foto di Steinoff)

Considerando che gli esemplari maschi sono aggressivi fra di loro e stressano non poco le femmine, con inseguimenti anche di gruppo, dovremo aver cura di tenere i maschi in numero inferiore rispetto alle femmine, soprattutto se l’acquario non è molto grande.

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È spettacolare, e fortunatamente incruento, lo scontro che avviene fra due maschi quando vogliono contendersi il predominio del banco o il possesso di un territorio.

Si tenga conto che sono pesci che occupano tutte le zone della vasca. Se vi aspettate movimenti sincronizzati da parte di tutti i membri del gruppo rimarrete delusi.
Al massimo si può assistere, a volte, al raggrupparsi delle femmine in una qualche zona della vasca, presumibilmente per contenere l’irruenza dei maschi; o l’addensarsi, durante i cambi, sotto lo scroscio dell’acqua.

Compatibilità

Se fra loro sono piuttosto rissosi, il comportamento verso le altre specie è relativamente pacifico, anche se è meglio essere prudenti: oltre ad essere imparentati con i P. tetrazona, ben conosciuti per la brutta abitudine d’infastidire i pesci dotati di lunghe pinne, si possono riportare alcune osservazioni non sempre tranquillizzanti sul loro atteggiamento.

Iniziamo con i Macropodus opercularis: pur avendone un giustificato rispetto, in qualche rara occasione possono mordicchiargli le pinne.

Puntius titteya e Macropodus opercularis
Rohanella titteya e Macropodus opercularis (Foto di HCanon)

Non lasciano in pace neanche i pesci da fondo tipo i Corydoras, anche loro mordicchiati  (senza conseguenze) durante il parapiglia per accaparrarsi il cibo.

Si tratta comunque di sporadici episodi. In genere i Rohanella titteya sono innocui, anche nei confronti dei pesci di piccole dimensioni, limitandosi al più a qualche breve inseguimento da parte dei maschi.

Maschi di Puntius titteya (Barbo ciliegia)
Maschi di Rohanella titteya (foto di HCanon)

Innocui, ma non remissivi. Il nostro Barbo ciliegia non si fa intimorire neanche dai pesci di grandi dimensioni, stando solo attento a non trovarsi sulla traiettoria della loro bocca al momento del pasto.

In definitiva, questi vivaci Ciprinidi sono adatti anche a vasche di comunità, purché vengano tenuti nel giusto numero di esemplari, in uno spazio ampio e ricco di nascondigli, scegliendo con attenzione i conviventi.

Alimentazione

Il Barbo ciliegia è onnivoro.
In natura si nutre di diatomee, alghe, detriti organici, piccoli insetti, vermi, crostacei e altro zooplancton.

Femmina di Puntius titteya (Barbo ciliegia) in cerca di cibo
Femmina di Rohanella titteya in cerca di cibo (foto di HCanon)

In acquario mangia di tutto: mangimi secchi, liofilizzati, surgelati e, se reperibile, cibo vivo.
Ottimo sarebbe integrare il tutto con piselli e zucchine sbollentate.
Non danneggia le piante, ma se in acquario avete la lemna minor potrete vederlo sporadicamente mangiarne qualche fogliolina.

Essendo una specie onnivora, in natura mangiucchia più volte al giorno, quindi è possibile fornirgli più pasti giornalieri, purché in quantità limitate.

Riproduzione

Qui iniziano le note dolenti. Non c’è bisogno di volerli riprodurre, non c’è bisogno di approntare una vasca specifica o di correggere i valori dell’acqua. I R. titteya non hanno misericordia, si riproducono quando vogliono loro, cioè sempre!

Femmine e maschio di Puntius titteya (Barbo ciliegia)
Femmine e maschio di Rohanella titteya (foto di Alex_N)

I maschi possono inseguire in gruppo una femmina oppure, singolarmente, tentare di convincerla a seguirli nel loro territorio.
Le uova vengono rilasciate dove capita, anche se spesso l’accoppiamento avviene tra la vegetazione più fitta.
Nessuno dei due genitori si cura della prole.

Se l’acquario è ben piantumato, sarà possibile che degli avannotti nascano e crescano senza bisogno di cure da parte dell’acquariofilo.

I giovani R. titteya, sino a circa il terzo mese di vita, hanno tutti la livrea tipica delle femmine, che meglio si mimetizza con il fondo in cui vivrebbero in natura.

Due piccoli avannotti, in basso a sinistra
Due piccoli avannotti, in basso a sinistra (foto di HCanon)

La mia esperienza

Vi racconto le vicende di un gruppetto di 14 esemplari, composto da sette maschi e sette femmine (sei e otto sarebbe stato meglio), ospitati in una vasca da trecento litri.

La vasca ospitava anche quattro Macropodus opercularis, i quali avrebbero dovuto dare la garanzia che eventuali nascituri sarebbero stati immediatamente divorati.

I valori dell’acqua? Quasi adatti ai Ciclidi dei laghi Africani: pH intorno a 8, GH 11, temperatura sui 22,5°. Solo i nitriti si attestavano su valori accettabili, cioè assenti.

Acquario di HCanon con Puntius titteya e Macropodus opercularis
Acquario di HCanon con Rohanella titteya e Macropodus opercularis

Ebbene, nonostante tutte le “misure anticoncezionali” prese, dopo poco più di due mesi intravedevo due pescettini di circa mezzo centimetro, e pur non avendo distribuito nessun alimento specifico, dopo altri due mesi gli avannotti di R. titteya erano saliti a dodici.

Neanche l’abbassamento della temperatura dell’acqua a 21,5°, più bassa di quanto tutta la letteratura specialistica ritenga debbano essere allevati questi Ciprinidi, frenava l’impeto riproduttivo dei piccoli ospiti: altri due mesi e i nascituri erano circa ventiquattro.

Gruppo di Puntius titteya (Barbo ciliegia)
Gruppo di Rohanella titteya (foto di HCanon)

Ma allora di che si nutrivano? La risposta è nella strutturazione e conduzione della vasca ospitante.
Un fondale mai sifonato, letteralmente ricoperto da uno spesso strato di melma, in un acquario grande, quindi con un buon rapporto fra animali e spazio, abbonderà di quei microorganismi necessari allo sviluppo degli avannotti.

Fra l’altro, i Macropodus si sono rivelati dei deludenti “baby fish killer”: piccoli titteya, che a malapena misuravano un centimetro, passavano indisturbati davanti al muso dei turbolenti Anabantidi.

Macropodus opercularis nell'acquario di HCanon
Macropodus opercularis nell’acquario di HCanon

Volendo dare una dimensione alla facilità riproduttiva dei Barbo ciliegia, l’iniziale banco di quattordici elementi, dopo circa 10 mesi, è arrivato (suddiviso in 2 vasche) a ben sessanta unità.

Qui si conclude questa cronaca sul nostro piccolo Ciprinide, simpatico e lazzarone, robusto ed esigente, interessante e rilassante, insomma un buon ospite per i nostri acquari.

Ringrazio gli utenti del forum Acquariofilia Facile che hanno contribuito, con le loro testimonianze, alla stesura di questo articolo.

Puntius titteya (Barbo ciliegia) nell'acquario di HCanon
Rohanella titteya nell’acquario di HCanon
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