banner

Osservazioni

Dall’analisi delle tre fasi di maturazione, possiamo arrivare ad alcune conclusioni interessanti.

Innanzitutto, tra la seconda e la terza fase, il filtro diventa gradualmente… sempre più inutile.
La sua funzione biologica è sempre meno necessaria, se il carico organico è equilibrato con la massa vegetale.
Per quel poco che rimane, sono sufficienti i batteri già presenti.

Arrivati alla terza fase, il filtro si può eliminare senza alcuna conseguenza.
O meglio… una conseguenza ci sarebbe, ma riguarda l’erogazione di CO2, non l’attività batterica.
Per ottenere la massima diffusione in acqua, molti iniettano CO2 nel tubo di uscita della pompa, sfruttando il cosiddetto “effetto Venturi”; è ovvio che questo non sarà più possibile.

Togliendo il filtro, l’azione batterica non viene a mancare.
Semplicemente, non si svolge più sui cannolicchi, ma in tutto l’acquario e soprattutto sul fondo.
Quello che manca è la circolazione forzata, che porta sui batteri acqua sempre nuova, arricchita di azoto ammoniacale.
Non avendo più chi glielo porta, quell’ammonio se lo devono cercare da soli, andando in competizione con le piante… che talvolta ci arrivano prima di loro.
E’ per questo che l’attività batterica è meno evidente, così come gli effetti sul pH… ma questo lo ha già spiegato Diana Walstad.

Tabella Walstad
(clicca per ingrandire)

Se l’acquario parte subito senza filtro, la prima fase non esiste. Si parte subito con la seconda, che come abbiamo visto richiede tempi più lunghi.
Questo ci aiuta a capire la vera funzione del filtro: accelerare un processo che avverrebbe anche in sua assenza, solamente in modo più lento.

Il filtro, per usare un esempio, ha la funzione dei finanziamenti pubblici per le start-up: aiutano le imprese nei primi tempi, poi devono camminare sulle loro gambe.
Questo significa che, con un po’ di pazienza, la vasca può partire senza filtro. Ci vorrà un po’ più di tempo, ma la maturazione avverrà comunque e vedremo più avanti come agevolarla.

La durata della maturazione della vasca (Fase 2) dipende in modo particolare dal fondo (soprattutto) e dagli arredi.
La porosità dell’Akadama, o di altri materiali simili, fornisce ai batteri un habitat ideale, molto più di un ghiaietto di quarzo. Anche legni e radici sono estremamente porosi, e danno ai batteri lo stesso vantaggio.

Questa variabile (la porosità del fondo e degli arredi) influisce parecchio sui tempi di insediamento della flora batterica.
Ricordiamo che è sempre meglio partire con pochissimi pesci, aumentando il carico organico con gradualità; questo vale anche per gli acquari con il filtro.

Fondo in Akadama
Fondo in Akadama

In realtà, il filtro rallenta la maturazione, nel resto dell’acquario.
L’ammonio che si produce in vasca si diffonde nell’acqua. Senza una circolazione forzata, esso finisce ovunque: può capitare su una colonia batterica, su un’alga o sulle foglie di una Limnophila.
Pertanto… Buona fortuna e vinca il migliore! Smile Con la pompa in funzione, invece, quell’acqua verrebbe aspirata dal filtro; l’ammonio sfilerebbe comodamente sotto il naso dei batteri, che in esso si sono insediati.
Il filtro, quindi, favorisce i batteri rispetto ad alghe e piante… Ma non tutti!… Solo quelli che stanno sui cannolicchi.
Non quelli che stanno sul fondo, sui legni, in giro per l’acquario…

Possiamo quindi affermare che la pompa agevola la maturazione del filtro (fase 1) a scapito del resto dell’acquario; la fase 2 risulta quindi rallentata.

Non solo…
La circolazione forzata, favorendo la flora batterica nei materiali filtranti, toglie risorse ad alghe e cianobatteri (questo è senz’altro positivo per gli acquariofili).
Purtroppo, crea uno squilibrio tra le differenti quantità di batteri, dentro e fuori del filtro.

Talvolta, per vari motivi, può capitare che quelli all’interno si riversino all’esterno, causando la temutissima nebbia batterica

Nebbia batterica in acquario
Nebbia batterica in acquario

… che nessuno ha mai visto negli acquari senza filtro.

banner
1
2
3
4
Articolo precedenteProdotti miracolosi per acquariofilia
Articolo successivoFiltro interno vs filtro esterno