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I nostri commenti

Per cominciare, vorremmo porre l’attenzione su una delle frasi conclusive dell’articolo: «i parassiti sono così diffusi nei pesci, sia selvatici che allevati, che non si dovrebbe dare per scontata la loro assenza».

Per questo motivo, se non siete più che sicuri della loro provenienza, vi consigliamo di leggere come procedere con l’Inserimento e quarantena dei nuovi pesci prima di introdurli in acquario, sopratutto se questo è già popolato.

Come avrete letto, l’articolo riporta diverse ricerche effettuate nel corso degli anni sui più comuni pesci d’acquario dividendoli, essenzialmente in tre gruppi:

  • i pesci di cattura che vengono poi venduti;
  • i pesci d’allevamento;
  • i pesci presenti nei negozi di acquari.

Tutte le ricerche hanno messo in evidenza la presenza di parassiti, qualunque sia la provenienza dei pesci, con una netta prevalenza dei Gyrodacytylus sp. e dei Dactylogyrus sp.. Entrambi sono molto simili e si distinguono per il fatto che i Gyrodacytylus sp. sono vermi della pelle, mentre i Dactylogyrus sp. vermi delle branchie.

Sono molto diffusi ma difficili da individuare e riconoscere; le cause più comuni per l’insorgere della malattia sono le cattive condizioni dell’acqua (valori elevati di ammoniaca, nitriti, nitrati e fosfati, un’elevata concentrazione di composti organici, sbalzi repentini del pH), stress di varia natura ma anche un’alimentazione non adeguata, come eccesso di cibo e carenza di vitamine. Questi parassiti si trovano normalmente in piccole quantità sui pesci sani e una o più delle condizioni sopra riportate può farli moltiplicare velocemente.

Pesci con Gyrodactylus
Pesci con Gyrodactylus (foto di Lucazio00)

I sintomi sono molto simili a quelli di altri parassiti: inizialmente il pesce tenderà a sfregarsi spesso e muoversi a scatti; quando la malattia peggiora il pesce entra in una fase «letargica» fino ad arrivare ad isolarsi del tutto nella fase acuta: in tale fase il pesce tende a passare molto tempo sul fondo con le pinne chiuse. In molti casi si manifestano escoriazioni sulla pelle e la presenza di filamenti bianchi.

Come detto, poichè sono molti i parassiti che presentano sintomi simili, l’unico modo per aver la certezza che si tratti di Gyrodacytylus sp. o di Dactylogyrus sp. è la raschiatura della pelle sotto a un microscopio (cosa non proprio agevole).

Fortunatamente, anche le terapie sono comuni a quelle per la cura di altri parassiti simili:

  • bagni di sale in una soluzione del 3% (30g/L di sale) per 15 minuti. Questa è forse la terapia più semplice ed efficacie, dato che i parassiti non sopravvivono a salinità prossime a quelle del mare (che sono del 3,5%).
  • Farmaci a base di metrifonato, praziquantel, triclabendazolo, mebendazolo.

Vi ricordiamo che è meglio non effettuare alcun trattamento in acquario e non sovradosare eventuali farmaci utilizzati che possono risultare tossici anche per i pesci e non solo per i parassiti.

Nella classifica dei parassiti più diffusi, immediatamente dopo i Gyrodacytylus sp. e i Dactylogyrus sp., ci sono gli Ichthyophthirius multifiliis e i Trichodinella epizootica.

I primi sono responsabili dell’Ictioftiriasi: la malattia dei puntini bianchi; sono probabilmente tra i più semplici da riconoscere, dato che si manifestano con alcuni puntini pianchi sul corpo del pesce, più frequentemente sulla parte posteriore.

ictioftiriasi malattia puntini bianchi

Anche in questo caso lo stress dovuto a un cambio d’acqua, un trasferimento, uno sbalzo di temperatura, un valore di pH sbagliato possono essere le cause dello scatenarsi della malattia.

Ci sono vari modi per curare queste infezioni ma quello più diffuso, sopratutto se si è in fase avanzata, è l’uso del Faunamor.

I Trichodinella si diffondono, a seconda del tipo, in diverse zone del pesce; quelle più diffuse colonizzano le branchie e la pelle, ma possono diffondersi anche nel tratto gastrointestinale, nella vescica e nelle ovaie. Diversamente da altri parassiti, si diffondono per contatto con un ospite infetto.

I pesci infetti si sfregano e muovono a scatti repentini per cercare di liberarsi dei parassiti; quando l’infestazione aumenta, la loro presenza sulle branchie provoca difficolta respiratorie e i pesci boccheggiano velocemente in superficie.

Il trattamento prolungato con il sale (fino a 2 settimane) risolve il problema nella maggior parte dei casi.

pesce sale
Non intendiamo questo però…

Non così diffusi tra tutti i pesci, risultano però particolarmente presenti i Tetrahymena corlissi. Sono responsabili della Tetrahymena, comunemente chiamata «la malattia dei Guppy».

Sono dei piccoli parassiti, liberi di muoversi nell’ambiente che li circonda.
È possibile trovarli comunemente nei detriti organici, sul fondo dei nostri acquari; la loro presenza è infatti associata, prevalentemente, ad allestimenti con elevato carico organico.

I sintomi clinici di una infestazione non sono specifici; tuttavia, in particolare nei Guppy, si nota una cronica e inspiegabile mortalità. Un tipico segno della presenza della Tetrahymena è la formazione di una sorta di orlo di parassiti attorno all’orbita dell’occhio.

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occhi opaco pesci

Quasi ovunque potrete leggere che questa malattia è incurabile: secondo alcuni, addirittura, i pesci andrebbero messi in quarantena fino alla morte. Abbiamo però sperimentato una cura che si è rilevata efficace, specialmente nella prevenzione della patologia, basata sulla somministrazione dell’olio di arachidi. Potete trovare maggiori dettagli su questa cura nell’articolo Tetrahymena (La malattia dei Guppy).


Ringraziamo Lauretta per la rielaborazione delle tabelle.

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