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Echinodorus  paniculatus

Per molti anni, paniculatus è stato considerato sinonimo di bleheri.
Oggi, che si è capito che bleheri è un sinonimo, il paniculatus è stato elevato a specie indipendente.
Come si dice… “Oggi a me, domani a te”.

Il suo nome deriva da panicula (= pannocchia), per la forma caratteristica del frutto.

È diffuso dal Messico in giù, in tutta l’America latina, con eccezione delle zone più meridionali: Argentina e Cile.

La sua presenza in Amazzonia è limitata alle zone più periferiche, forse perchè tollera male pH troppo bassi.

Qui sotto lo vediamo in Natura, in forma emersa.

Echinodorus paniculatus Forma emersa
Echinodorus paniculatus – Forma emersa

Sotto pH 6, sopravvive ma non si moltiplica.
In compenso, può arrivare sopra pH 8.
Questo rende il paniculatus la pianta con la più ampia finestra di acidità, in tutto il genere Echinodorus.
La temperatura dovrebbe stare sui 24-25 gradi, anche se la tolleranza è piutosto ampia.

Non ha particolari esigenze di luce, anzi, si consiglia illuminazione scarsa per rallentarne lo sviluppo.
Nelle giuste condizioni, infatti, i comuni acquari domestici non potrebbero mai ospitarlo, per motivi di spazio.
Sommando lamina fogliare e relativo gambo, si ottiene una lunghezza complessiva che può arrivare oltre i 70 cm.

Ad essere sinceri, non sarebbe affatto indicato come pianta d’acquario.
In coltivazione sommersa, l’aspetto estetico non è un granché.

Echinodorus paniculatus in acquario
E. paniculatus – Forma sommersa

La foglia tende a restare stretta, sporporzionata rispetto al gambo.
Andrebbe coltivato emerso, per vederlo in tutto il suo splendore.

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