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E. grisebachii

E. bleheri

E. amazonicus

E. parviflorus

Cominciamo subito con un bell’accorpamento, che per molti sarà una rivelazione.
I quattro nomi citati nel titolo si riferiscono alla stessa specie.

Il nome scientifico accettato è Echinodorus grisebachii (dal cognome di August H. R. Grisebach, uno scienziato tedesco del 1800); tutti gli altri sono considerati sinonimi.
In realtà, alcune differenze visibili ci sono, ma è ormai accertato che dipendono dall’ambiente in cui la pianta si sviluppa.

Su bleheri e amazonicus si discute da sempre; la loro somiglianza è davvero estrema.
Si è perfino arrivati a controllare l’andamento rettilineo della venatura centrale; sembra infatti che l’amazonicus abbia una leggera curvatura, e questo dovrebbe essere l’elemento di distinzione…

Echinodorus bleheri amazonicus
Il grisebachii ha già abituato i ricercatori a forme e colori molto differenti, anche tra esemplari cresciuti nello stesso fiume, a 50 metri di distanza.

Echinodorus grisebachii o bleheri
Lo sanno bene gli acquariofili che hanno provato a riprodurlo, per poi mettere la pianta figlia in un’altra vasca.
Dopo sei mesi, era completamente diversa dalla pianta madre.

Il parviflorus rimane invece leggermente più piccolo, con foglie che sembrano più sviluppate in larghezza, proprio perché più corte.

Echinodorus parviflorus in acquario
Questo minore sviluppo sembra dovuto alla scarsità di nutrienti nelle sue zone. E’ infatti tipico di Perù e Bolivia, dove i fiumi andini sono quasi a GH 0, poverissimi di sostanze nutritive e su fondo roccioso.

Comunque lo si voglia chiamare, questo Echino ha colonizzato quasi tutta l’America latina, dal Messico al Mato Grosso.
La sua adattabilità è davvero estrema, e la rende una delle piante di più facile coltivazione.

Tollera qualunque pH tra 5.5 e 7.5, con durezze che possono andare da 1 a 18 dGH.
La temperatura consigliata è tra 22 e 26 gradi, ma in Natura lo troviamo a 18 con i Neon e a 30 con i Discus.
Alterando la colorazione delle foglie, la pianta si adatta praticamente a qualsiasi luce.

Per ottenere dimensioni più piccole, nel caso del parviflorus, si può tentare di collocarlo su terreno inerte, ghiaietto o sabbia, in modo da frenarne lo sviluppo.
In questo modo, alcuni riescono ad ottenere diametri di 20-25 cm, contro l’abituale mezzo metro delle varietà tradizionali.
E’ ovvio che tutte le altre piante dell’acquario andranno scelte oculatamente, visti i limiti imposti dal fondo inerte.

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