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E. tenellus

E. bolivianus

E. quadricostatus

Come abbiamo anticipato nella prima parte, in acquariofilia questa è stata la scoperta più clamorosa dell’ultimo decennio.
Gli Echinodorus che abbiamo sempre considerato “da prato“, in realtà non sono Echinodorus.
Sono tutti classificati come Helanthium bolivianum, dato che appartengono tutti e tre allo stessa specie.

In realtà, l’Echinodorus tenellus esiste in diverse varianti.
Soltanto una rientra in quel nuovo nome; quelle diffuse in acquariofilia sono di un’altra specie, ma sempre dello stesso genere: Helanthium tenellum.

Per motivi già spiegati in precedenza, ne parliamo comunque in questo articolo, accettando una denominazione che sappiamo essere sbagliata, ma che per molto tempo sarà ancora la più diffusa.

I vari ecotipi hanno sviluppato un aspetto differente, in virtù delle condizioni ambientali.

Qui abbiamo il più comune, l’Echinodorus tenellus

Echinodorus tenellus in acquario
…che dovrebbe stare sotto luce molto forte, ma con ampia variabilità di temperatura (18-28 gradi)
Il pH dovrebbe essere sempre acido, non tollera valori sopra il 7.
È una delle piante amazzoniche per eccellenza.

L’Echinodorus bolivianus, invece, si accontenta di luce un po’ più debole…

Echinodorus bolivianus Helanthium
…ma è meglio tenerlo sui 22-25 °C. Anche lui dovrebbe stare sempre in acque acide, ma per brevi periodi si adatta anche ad una leggera alcalinità. Con quel nome, non è certo necessario specificarne il luogo di origine.

L’Echinodorus quadricostatus, infine, è quello di più facile coltivazione.
Si trova a suo agio anche in acque alcaline; grazie a questo è riuscito a passare l’ismo di Panama, colonizzando anche il centroamerica.

Echinodorus quadricostatus Helanthium
Inoltre, in virtù delle sue foglie più ampie, è quello che richiede meno luce.
Anche in questo caso, sarebbe meglio non superare i 25-26 °C.

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