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La CO2

Si legge spesso, in giro, che Le BBA non saranno un problema, se nell’acquario c’è un’erogazione artificiale di CO2.
Ci sono prove evidenti, di come tale erogazione sia inversamente proporzionale (entro certi limiti) alla quantità di pennelli presenti in vasca.
Ho fatto personalmente qualche prova in uno dei miei acquari, un paio d’anni fa, e posso testimoniare che la correlazione è davvero incredibile; aprendo o chiudendo la CO2, si riesce a regolare la presenza delle alghe quasi come si regola il volume del televisore.

Questo effetto, notato da un sacco di gente, ha portato ad alcune deduzioni sbagliate, piuttosto gravi.
Vediamone qualcuna, di quelle più frequenti.

  • Le alghe a pennello detestano la CO2… per loro è come veleno.
  • La CO2 abbassa il pH, e le alghe odiano l’acidità.
  • Ho le BBA nell’acquario; mi faccio un impiantino di CO2, così le faccio fuori.
  • Metti il diffusore di CO2 dove ci sono le BBA.
    Deve arrivargli addosso, altrimenti non ha effetto.

(La quarta è senza dubbio la più divertente, manco fosse un lanciafiamme…)

In realtà, la CO2 non ha alcun effetto diretto, sulle alghe; è semplicemente una fonte di carbonio facile per le piante.
Le BBA non ne hanno alcun bisogno.
Sono così specializzate nella decalcificazione biogena da prenderselo comunque dai carbonati, perfino negli acquari dove la CO2 risulta abbondante.

Le piante, invece, risentono moltissimo della presenza di carbonio in quella forma gassosa.
Anche le specie prettamente acquatiche, che possono ricorrere alla decalcificazione, lo fanno solo in carenza di CO2.
Con un’erogazione artificiale, forniamo loro quello che normalmente è il fattore limitante; la loro crescita accelera in modo evidente e cominciano ad assorbire nutrienti a gran ritmo (a meno che non ci sia un altro elemento carente, ovvero un secondo fattore limitante).
Alle alghe non restano che le briciole.

Come se non bastasse, la crescita delle foglie e degli steli porta la pianta ad essere una superficie in continuo movimento, mentre le BBA attecchiscono sempre su supporti fissi.
Non è un caso che abbiano una particolare predilezione per filtri, tubi e termometri.

BBA su tubo
Attenzione: quanto detto finora riguarda soltanto le piante a crescita rapida!
Se pensate di usare le Anubias, per combattere le alghe nere, il risultato non potrà essere che questo:

BBA su Anubias
In un acquario infestato di BBA, correttamente fertilizzato, una consistente erogazione di CO2 (almeno 30 mg/litro) produce un risultato articolato in tre fasi:

La prima, già visibile in pochi giorni.

Le piante producono velocemente nuove foglie e nuovi steli, che rimangono puliti senza alcuna traccia di BBA.
Anche in seguito, quando raggiungono il massimo sviluppo, non vengono attaccate dalle alghe, nemmeno se arrivano in prossimità delle lampade.

La seconda, che richiede qualche settimana in più.

I pennelli cominciano a sparire anche dalle foglie vecchie. Cambiano colore, si staccano con facilità, vengono mangiati da animali erbivori che prima li rifiutavano.
Stanno morendo di fame; la pianta su cui avevano attecchito, ora senza freni, si prende tutti i nutrienti disponibili.
Questa fase può essere accelerata da una consistente presenza di lumache.

La terza, che può richiedere diversi mesi.

Le BBA cominciano a sparire anche dai legni, la loro ultima roccaforte.
Quelle fessurazioni e quelle porosità erano l’ultimo posto dove ancora riuscivano a trovare qualche risorsa per sopravvivere, ma col passare del tempo si esaurisce tutto anche lì.
Questa terza fase è la più interessante, ma lo vedremo nel prossimo capitolo.

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