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Il nome Triops (dal greco: “tre occhi”) identifica un genere molto antico di crostacei d’acqua dolce. Vivono in pozze temporanee create dalle piogge, oppure nelle risaie, dove vengono chiamati “coppetta” per la forma del corpo.


Triops

Prima di iniziare a descriverli, segnalo che le immagini senza l’indicazione del mio sito (matteorall), sono sotto licenza Creative Commons.
Ringrazio gli autori per averle rilasciate in tale forma.

Cosa sono i Triops?

Appartengono all’ordine Notostraca e alla famiglia Triopsidae, che condividono con il genere Lepidurus.
Questi ultimi si differenziano dai Triops per la presenza di una appendice, all’estremità dell’addome.

Lepidurus
Lepidurus

Sono tutti considerati “fossili viventi”, perchè erano presenti già prima dei dinosauri.
Sono rimasti morfologicamente immutati, secondo alcune stime, da circa 220 milioni di anni, sebbene sembra siano apparsi già 500 milioni di anni fa.
Si tratta dunque di un essere vivente antichissimo, evoluto perfettamente per la sua nicchia ecologica.

Se è arrivato fino a noi, è grazie soprattutto al suo metodo riproduttivo.
Questi crostacei depongono centinaia di uova (dette cisti), per ciascun esemplare adulto; per schiudersi non hanno bisogno di essere fecondate (partenogenesi).

Le cisti possono superare un periodo di secca, anzi, ne hanno bisogno; le uova entrano in diapausa (blocco delle funzioni vitali) e possono rimanerci per decine di anni.
E’ sufficiente qualche ora di idratazione, poi si schiudono ed il ciclo ricomincia.

Da alcuni anni sono di interesse acquaristico, grazie in parte ad alcune aziende di giocattoli (Kosmos e Clementoni) che distribuiscono le cisti assieme ad un kit per iniziare, in realtà non molto “serio” e utile.

Questo è un Triops longicaudatus, piuttosto comune…

Triops longicaudatus

…visto da entrambi i lati e con un righello di riferimento:

Le specie più comuni

Il Triops longicaudatus è la specie più nota.
Di medie dimensioni (5-9 cm), è originario del Nordamerica, in particolare del Messico.

Triops longicaudatus Mappa
(clicca per ingrandire)

E’ molto semplice da allevare, cresce piuttosto rapidamente e si adatta bene ad una temperatura di 24-26 °C. L’adulto resiste anche a 18-20°C.

Alcune varietà differiscono per la colorazione (“Red”, “Black”, “Multicolor”, ecc).

Triops longicaudatus
Triops longicaudatus

In genere vive un mese, ma può arrivare fino a due.
Gli esemplari maschi sono rarissimi.

Il Triops cancriformis è tipico dell’Europa, come vediamo dalla mappa dei ritrovamenti:

Triops cancriformis Mappa

È stato trovato anche in Italia, principalmente nelle risaie; gli agricoltori non lo apprezzano, poichè rovina i germogli di riso.
In oriente, dove le tecniche di coltivazione sono diverse, i Triops sono ottimi alleati contro le zanzare; si cibano di tutte le larve.

Triops cancriformis
Triops cancriformis

Il cancriformis  supera i 10 cm, ma non ha una crescita particolarmente veloce; vive fino a 3 mesi.
Si adatta bene a temperature tra 15 e 24 °C.

Anche in questo caso, esistono diverse varietà: “Beni-Kabuto Ebi” (albino), “Simplex”, “Bavaria”, ecc.
Gli esemplari maschi sono abbastanza comuni.

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Il Triops australiensis è molto simile al longicaudatus, ma ha forme più rotondeggianti.

Triops australiensis
Triops australiensis

Può superare i 6 cm e sono presenti due varietà:

  • Triops australiensis “Autraliensis”
  • Triops australiensis “Queensland”.

Sono quasi identiche, nell’aspetto, ma cambia l’area di provenienza: Outback e Queensland, ovviamente in Australia, come si evince dal nome.

Triops australiensis mappa

Vive nel deserto, per cui ama temperature superiori ai 24 °C, fino ad un massimo di 30-32 °C.
Non ha un ciclo vitale molto lungo.

Le specie meno comuni

Il Triops newberryi popola il Nordamerica, in particolare la zona occidentale.

Prolifera tra 24 e 28 °C e cresce quanto l’australiensis, sui 6 cm, ma presenta una colorazione leggermente più scura.

Triops newberryi
Triops newberryi

Non ne conosco sottospecie o varianti naturali.

Il Triops granarius ha una morfologia parecchio diversa dalle altre specie.
Il suo scudo, infatti, non è omogeneo, ma presenta delle depressioni ai lati che lo distinguono.

Triops granarius
Triops granarius

Non ha particolari esigenze di temperatura.
Originario del Sudafrica, in natura popola l’estremo oriente ed è stato trovato anche in Italia.

Cresce bene tra 20 e 26 °C, arrivando fino a 10 cm.
Anche in questo caso, non mi risultano sottospecie o varietà.

Esistono altre specie, molto più rare e non tutte reperibili in commercio.

Spesso, anche la loro denominazione è incerta.

L’allevamento dei Triops

Reperire delle cisti non è difficile.
Quelle delle specie più comuni sono molto economiche; alcuni siti web le spediscono addirittura gratuitamente, per farsi pubblicità, come campione omaggio.

Sto parlando di Triops longicaudatus e Triops cancriformis (anche albini).
Si trovano a prezzi abbordabili anche gli australiensis, i granarius e i newberryi.
Molto costose, ma non impossibili da trovare, sono le sottospecie.

In ogni caso, l’unico modo di reperirle è acquistarle on line. I negozi per animali non le vendono e non conviene comprare i giochi in scatola di Triops per qualche uovo.

Uova di Triops
Uova di Triops

E’ necessario procurarsi alcuni mangimi: lievito o spirulina in polvere.
Sono indispensabili per le larve (naupli) che nei primi giorni sono filtratori.

L’acqua da utilizzare deve essere pulita e a bassa conduttività.
Vanno bene l’osmotica e quella di rete, filtrata a carboni, solo se poverissima di sali, oppure acqua in bottiglia ed infine quella piovana.

Il contenitore che consiglio di usare per la schiusa è un semplice barattolo…

Triops contenitori

…o piccolissima vaschetta, con una capienza di 0.5-1 litro.
La temperatura deve essere stabile il più possibile, negli itervalli già citati per ogni specie.

Di solito, quando metto le uova, aggiungo solo due dita d’acqua.
Per le operazioni di cambio parziale e riempimento, è meglio usare siringhe grandi, con qualche centimetro di tubo per aeratore al posto dell’ago.

Il giorno dopo iniziano le schiuse, che terminano in 3-4 giorni al massimo.

Nauplio di Triops longicaudatus
Nauplio di Triops longicaudatus

I piccoli vanno alimentati con gocce di lievito o spirulina, già sciolti, senza esagerare.
E’ molto utile una lampada da tavolo puntata sul contenitore, poichè la luce è importantissima per questi animali e li condiziona nei movimenti.

Il loro terzo occhio, da cui deriva il nome Triops, è fotosensibile anche nella schiusa: se l’uovo si trovasse sommerso di detriti ma comunque bagnato, non avrebbe senso schiudersi.
Come capisce se può farlo?… Dalla luce, che sotto 3 cm di sabbia non passa.
Non ha grande importanza, invece, la gradazione in kelvin della lampada.

I naupli eseguono la metamamorfosi già il secondo giorno di vita, diventando identici a degli adulti in miniatura.

Triops cancriformis Nauplio
Triops cancriformis – 2° giorno di vita

Solitamente, a questo punto sposto i nati in un altro contenitore, senza la sabbia con cui erano mescolate le uova.
Se durante i cambi si sollevassero troppi granelli, potrebbero ferirsi.

La crescita è molto rapida.
Dal 3° o 4° giorno si nutrono anche di briciole di mangime, rosicchiandole.
Attenzione a nutrirli abbondantemente, altrimenti non ci pensano due volte a mangiarsi i fratellini.

L’accrescimento avviene per mute, cioè sostituzioni dell’esoscheletro.
E’ molto importante, però, la qualità dell’acqua; è quindi buona regola cambiarne gran parte, anche quotidianamente, per la prima settimana.
Poi si spostano i triops in contenitori più ampi, quindi i cambi parziali possono essere meno frequenti.

Dopo due settimane sono adulti: si notano le sacche ovariche ai lati dell’addome, appena sotto lo scudo.

Triops Sacche ovariche

E’ quindi il momento di stendere un po’ di sabbia di quarzo bianca.
Scavano… depongono… mangiano… fino a quando muoiono.

E’ possibile anche allevarli in acquari tradizionali, possibilmente con filtro ad aria…

Vaschetta con filtro ad aria
Vaschetta con filtro ad aria

ma è meglio non inserire pesci… e assolutamente nessun anfibio o altri crostacei.

Metodi di riproduzione

Raggiunta l’età adulta, i Triops depongono decine di uova al giorno.
Se l’intenzione è riprodurli in modo efficiente è necessario una vaschetta apposita.

Triops vaschetta

Va allestita in modo molto spartano.
Un lieve strato di sabbia fine, se si vuole qualche ciotolo; Come vegetazione, al massimo qualche  potatura lasciata galleggiare.

L’acqua va cambiata facendo attenzione a non levare anche le uova, che essendo leggere si alzano facilmente dal fondo
Le modalità di raccolta sono parecchie, ognuno ne può sperimentare di nuove.

Personalmente faccio così: quando muoiono tutti gli abitanti, elimino più acqua possibile e lascio seccare tutto al sole.
Dopo 1 settimana, con un semplice cucchiaio, prendo la sabbia e la metto in un barattolo per dar vita ad un’altra generazione.
Ripropongo la foto delle uova:

Uova di Triops
Uova di Triops

Altri allevatori aspirano direttamente con una siringa, dove è probabile che ci siano le cisti; in questo modo, le separano dal substrato e le possono contare.
Un altro metodo, molto impegnativo, prevede di setacciare la sabbia asciutta, granello per granello.

Alimentazione

Come già detto, nei primi giorni questi crostacei sono filtratori, quindi si nutrono di minuscole particelle in sospensione.
Lievito e spirulina sono ottimi, ma non bisogna esagerare con le quantità: dopo la somministrazione l’acqua non deve essere troppo opaca.

Spirulina

Successivamente, si possono offrire mangime secchi (inizialmente sbriciolati), preferibilmente affondanti.
Quando sono cresciuti rosicchiano volentieri le piante, cibo surgelato (Chironomus in particolare), nonché pezzi di frutta e verdura, come carota, mela, pera…
Possono cibarsi anche di piccoli pesci lenti, lombrichi, altri crostacei non troppo agili.

In qualunque caso, ciò che si inserisce in acqua deve inquinare il meno possibile; trattandosi di ambienti minuscoli, un picco in qualche valore potrebbe essere fatale.
Per questo motivo, è bene scegliere prodotti di qualità, piuttosto proteici, in modo che la piccola quantità di alimento sia nutriente il più possibile.

Se avete qualche dubbio su cosa fornire, vi invito a parlarne sul forum di Acquariofilia Facile.

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