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Il pH e i pesci

Ogni scheda sui pesci indica un range di acidità consigliata all’interno del quale allevarlo.

Ad esempio…

… prendiamo il Betta.
Un pH 7 è troppo alto, ma… 6,8 va bene?
Abbiamo presente le variazioni di pH dell’habitat del Betta?
Questo pesce abita nell’Asia equatoriale, dove si alternano stagioni secche e stagioni con una piovosità che non riusciamo nemmeno ad immaginare.
Davvero crediamo che questo pesce viva ad un pH stabile per tutta la sua vita?

Altro esempio: il pesce acidofilo per eccellenza, il ramirezi.
Qual è il pH consigliato? 3? 4? 5?
Bene: il ricercatore Ivan Mikolji ha infilato il piaccametro nell’acqua in cui vivono questi pesci, in piena estate, e il pH era… 6,2!

Se poi pensiamo ai Guppy la faccenda diventa comica…

guppy Insomma… vale la pena di diventare matti, e continuare ad armeggiare con le mani in acqua, per qualche decimale di acidità?
Misurato con strumenti approssimativi come i nostri test?
Ci siamo forse dimenticati che il pH, nei nostri acquari, oscilla continuamente in base al fotoperiodo (e alla conseguente attività vegetale) anche oltre il mezzo punto di pH?
Nel mio acquario, ad esempio, con il ph-metro tarato e KH 5, ho una variazione da pH 7 all’inizio del fotoperiodo a pH 8,2 alla fine.

Non è un fenomeno che riguarda solo i nostri acquari.
Diana Walstad, nel suo celebre Ecologia dell’acquario di piante, riporta che in un lago statunitense (il lago Star, nel Vermont) l’acidità varia da 5,7 a 9,6 dalle otto del mattino a mezzogiorno (p. 106 dell’edizione italiana)!

Attenzione! Questo non significa che il pH sia irrilevante.
Sappiamo che l’acidità ha un ruolo nell’osmoregolazione dei pesci; e che la sua misura (il pH) è un logaritmo.

Per questo motivo cercheremo di evitare grandi e repentine variazioni di questo valore.
È bene anche sapere che, uno sbalzo di pH dovuto unicamente ad aumento o diminuzione di ioni idrogeno, è molto più sopportabile di uno sbalzo di pH dovuto a un differente contenuto di sali nell’acqua utilizzata per il cambio.
Nel secondo caso, le moli/litro dei sali variano considerevolmente e questa variazione è certamente un forte stress per il sistema di osmoregolazione.

Per concludere: ci basterà sapere se i nostri pesci preferiscono un pH acido, neutro o basico, senza impazzire per i decimali.


Il pH e le piante

Il pH ci interessa di più per le piante.

Osserviamo la seguente tabella.

DIAGRAMMA
Immagine di For

Come possiamo facilmente notare, il pH influenza l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante.


Il pH e i batteri

Per i batteri il pH è relativamente importante.

In fase di maturazione è meglio che i batteri stiano in un ambiente leggermente basico, ma questo non è un problema.
In questa fase, infatti, tutti gli acquari hanno un pH leggermente superiore al 7.

Una volta superata la fase di maturazione, l’acquario è completamente colonizzato dai batteri, anzi: da diverse specie di batteri, che vivono ad acidità diverse.

A questo punto, il valore del pH ci interesserà relativamente.

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