La scelta del tipo di legno
Non tutte le essenze sono adatte. I fattori da considerare per scegliere le migliori sono la presenza di resine e aromi, la consistenza e i tannini.
Di seguito riporto i diversi tipi di legno divisi in «consigliati», «non consigliati» e «dubbi». Come ho anticipato, questo elenco non ha la pretesa di essere completo e comprende solo le tipologie più diffuse in acquariofilia.
Se siete interessati a un’essenza non inclusa, consiglio di consultare il Wood Database, che permette di verificare se un legno è tossico e se ha una consistenza sufficiente a non degradarsi rapidamente. Un’altra fonte utile è la Lista dei legni tossici o che possono causare allergie all’uomo; se il nostro legno appartiene a questa lista è meglio scartarlo.
Se non conoscete l’essenza che avete raccolto potete chiedere aiuto agli abitanti della zona o rivolgervi ai Carabinieri – settore forestale. In alternativa può venirci in aiuto la tecnologia: diverse applicazioni riconoscono l’essenza di un albero a cui avete scattato una foto.
In ogni caso, se non sapete cosa avete trovato è meglio non introdurlo in acquario. Raccogliete il pezzo, fotografate l’albero e poi, con calma, procedete con l’identificazione. Se avete portato a casa un legno che proprio non va bene per l’acquario… potete sempre usarlo per una grigliata con gli amici!
Fate anche attenzione a quei legni, come ad esempio la vite, che possono essere trattati in agricoltura con sostanze chimiche.
Tutti i fitofarmaci hanno dei «tempi di carenza» che permettono la riduzione del quantitativo di principio attivo (e dei suoi derivati) fino a livelli non pericolosi.
È quindi sufficiente verificare che provenga da piante non trattate da svariati mesi per evitare problemi (oltre, ovviamente, a bollirli e togliergli per bene la corteccia come vedremo in seguito).
Legni consigliati
- Bamboo: se non è perfettamente secco può ospitare funghi, ma se è ben asciutto o trattato con una vernice plastificante va benissimo.
- Castagno: è molto ricco di tannini e rende l’acqua particolarmente scura.
- Edera: come gli altri rampicanti fornisce un legno molto resistente. Spesso i suoi tronchi hanno forme contorte e interessanti; sono perfetti per ospitare piante epifite. Purtroppo talvolta è infestata da parassiti, quindi va pulita molto bene. Le foglie fresche e soprattutto i frutti sono tossici; non ci sono problemi nell’utilizzo dei rami ben secchi e scortecciati.
- Erica: è un legno abbastanza duro che viene utilizzato normalmente per la produzione delle pipe e degli oggetti in radica. Essendo di colore rossastro può ambrare l’acqua.
- Faggio: sono molto adatte anche le sue radici.
- Ontano: come il castagno, è particolarmente indicato perché ricco di tannini.
- Querce (farnia, cerro, roverella, leccio, quercia rossa…).
- Ulivo: solitamente viene sconsigliato perché, si dice, marcisce facilmente; eppure alcuni utenti del forum l’hanno utilizzato e non ha dato segni di marcescenza neppure dopo diversi anni. In ogni caso, se lo utilizzate preferite le radici o un pezzo consistente.
- Salice di vimini: ha un legno poco resistente, ma le radici vanno più che bene.
A questo elenco, che contiene le essenze più diffuse, si possono aggiungere molti altri legni, ottimi anche se poco usati, come: frassino, carpino, albicocco, ciliegio selvatico, viti d’uva nera (nella quale i tannini sono più abbondanti che nella quercia), pesco e mandorlo.
Nel pesco e nel mandorlo la linfa (spesso chiamata erroneamente resina) è contenuta prevalentemente nella corteccia; il legno non la contiene.
Sempre a proposito del mandorlo: quello amaro è tossico. Purtroppo i due tipi di mandorlo sono praticamene uguali: cambia leggermente solo la grandezza delle foglie (l’albero amaro le ha più piccole). È davvero difficile distinguerli quindi, se non siete sicuri, evitatelo.
Tra le piante da giardino possono essere utilizzati i legni e le radici di azalea che sono spesso anche venduti nei negozi di acquaristica; ricordiamo che le tossine di cui potete aver sentito parlare sono contenute solo nelle sue foglie e nettare e non nel fusto e nelle radici.
Legni sconsigliati
- Acero: ha un legno debole tanto che dopo la potatura si consiglia di proteggere le ferite con mastice o pomata sigillante per evitarne il contatto con l’acqua e l’umidità.
- Albero del paradiso o ailanto: contiene sostanze tossiche.
- Cedro: rilascia resine ed aromi.
- Conifere (pino, abete, larice, tasso…): contengono resine che verrebbero rilasciate in acqua e, in alcuni casi, sono velenose.
- Melo: come l’acero, è un legno debole, al punto che si consiglia di potarlo angolando il taglio in modo che la pioggia non ristagni sulla ferita con il rischio di far marcire la pianta. Alcuni utenti, però, lo utilizzano da anni senza problemi.
- Noce: sia il noce nero che quello bianco contengono una sostanza tossica (lo juglone). È addirittura utilizzato dai nativi americani per avvelenare i pesci!
- Olmo (e ulmacee in generale): legno poco durevole; eventuali ferite da potatura si infettano facilmente con funghi ed altri organismi.
- Palma: le palme non sono alberi ma erbacee di grandi dimensioni; il loro legno ha una resistenza molto scarsa.
- Pioppo: è molto tenero, quindi tende a marcire in fretta.
- Robinia: come il pioppo, marcisce facilmente.
- Sandalo: rilascia resine ed aromi.
- Sughero: marcisce in fretta.
- Legni raccolti in mare: come abbiamo già detto, sono sconsigliati perché rilascerebbero sodio in acquario.
Oltre a questi sono sconsigliati anche il fico (e in generale gli alberi con linfa lattiginosa), l’alloro, l’eucalipto e tutti gli alberi molto aromatici.
Delle conifere è sconsigliato anche l’uso delle radici.
Legni dubbi
Cercando informazioni in rete si scopre che alcuni legni sono considerati validi da numerosi appassionati, ma sconsigliatida altri. Li abbiamo inseriti nella categoria «dubbi» proprio per indicare che non c’è accordo sul loro utilizzo in acquario.
- Cipresso: normalmente viene consigliato perché molto duro; tuttavia, come la maggior parte delle conifere, produce resine e sostanze balsamiche che potrebbero essere rilasciate in vasca.
- Vite: per molto tempo è stata sconsigliata per il fatto che le piante venivano trattate con solfato di rame (il mitico «ramato» del film Il ciclone) molto tossico per i pesci.
Questo prodotto non viene più utilizzato da diverso tempo e i fitofarmaci decadono nel tempo; assicuriamoci che la pianta dalla quale proviene il nostro tralcio non sia stata trattata da diverso tempo.