banner

Volete abbassare il pH e desiderate un’acqua più acida per il vostro acquario? Esistono molti prodotti per ottenerla. Ma avete mai preso in considerazione l’idea di utilizzare degli acidificanti naturali?


Oltre alla solita CO2, la Natura ci offre tanti altri acidificanti da inserire nei nostri acquari; molti di questi sono reperibili facilmente e a costo zero.
Basta vivere in campagna, o conoscere qualcuno che ci abita, magari vicino a un bosco. Oppure, se vi capita di fare una scampagnata in mezzo alla natura, quasi sicuramente incontrerete uno di questi “doni” che la natura ci offre.

Ma a cosa servono gli acidificanti naturali?

In natura possiamo trovarli sotto forma di foglie, tronchi, pigne e terra; in acquario si usano per portarsi su valori di pH più naturali, oppure, in dosi elevate, per ridurlo a livelli molto bassi.
Tale effetto è dovuto dagli acidi umici e dai tannini, che questi acidificanti rilasciano a contatto con l’acqua.
Quasi sempre le conferiscono un colore ambrato, molto amato da alcuni acquariofili, in particolare dagli “integralisti” dei biotopi amazzonici.

Perché proprio gli amazzonici?

Perché l’Amazzonia, soprattutto nel versante settentrionale, è forse il luogo più ricco di cosìddette “acque nere” o “acque scure”, dove l’acqua è quasi priva di sali, e l’acidità può arrivare sotto pH 4.
Tale colore è dovuto dall’alta concentrazione di torba presente sul fondo, oltre a foglie e rami che cadono dagli alberi.
Per ricreare un ambiente tipicamente “di biòtopo”, gli acquariofili fanno uso di questi “doni” che la natura ci offre.
Non andrebbero usati solo a scopo estetico; è risaputo che tali acidi hanno un effetto benefico sulla salute dei nostri amici pinnuti, aiutandoli a prevenire malattie e a reintegrare le mucose della pelle.

banner
1
2
3
4
5
6
7
Articolo precedentePesci d’acquario: cure alternative
Articolo successivoIl Lago Tanganica (o Tanganyika)