Osmosi per l’acquario marino
Nell’acquario marino abbiamo la necessità di avere un’ulteriore super-filtrazione eliminando dalla nostra osmosi nitrati, silicati e fosfati.
Per raggiungere il nostro scopo, bisogna quindi utilizzare delle resine che «trattengono» le sostanze incriminate.
Mi permetto di fare un’ulteriore precisazione.
Esistono due tipi di resine: quelle a viraggio di colore, che cambiando colore indicano quando si stanno per esaurire; e quelle per le quali bisogna usare il conduttivimetro, per capire il loro livello di usura.
In realtà quelle a viraggio di colore, anche se in maniera impercettibile, rilasciano del colorante in vasca, per cui ne sconsiglio l’utilizzo.
Tornando alla struttura dell’impianto: come abbiamo visto, i canestri aggiuntivi possono essere a bicchiere e in linea.
Prima ho consigliato l’uso dei canestri a bicchiere.
Nel caso di un impianto d’osmosi per un acquario marino invece, per un discorso di costi e di spazio, trovo più conveniente l’utilizzo dei canestri in linea.
Naturalmente bisogna sempre considerare le caratteristiche della nostra acqua di partenza; un controllo alle analisi del nostro gestore non fa mai male.
Nella foto manca volutamente la cartuccia dei fosfati.
Per due motivi: perché ho ipotizzato che possa non essere necessaria; e per farvi comprendere che l’impianto va «personalizzato» secondo le nostre esigenze.
Un’ultima precisazione per ottimizzare e ridurre i costi di mantenimento.
Nel caso in cui la nostra acqua iniziale abbia una conducibilità inferiore ai 1000 μS/cm, invece di prendere dei canestri separati possiamo prendere un canestro solo (come quello evidenziato nella foto seguente) che andrà riempito di resina.
Bene… adesso siamo quasi pronti per sfruttare al meglio il nostro impianto a osmosi.