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Una revisione del 2022 dell’articolo originale sui Poecilia wingei, noti in passato come “Endler“, originariamente pubblicato da AIW (Associazione Italiana Wingei). Pensiamo possa interessarvi.


L’articolo originale è stato pubblicato diversi anni fa sulla pagina FaceBook di AIW dal primo autore che compare sotto al titolo.

AIW - Associazione Italiana Wingei

Abbiamo la fortuna che il «divugatore» delle informazioni contenute in questo (il cui pseudonimo compare adesso come secondo autore dell’articolo) abbia scritto per il nostro forum un aggiornamento basato sulle evoluzioni degli ultimi anni.
Come scopriremo più avanti, la trattazione non è limitata ai soli Endler, ma riguarda quattro specie di Poecilidi del Venezuela.

Come è noto ai nostri lettori abituali, su Acquariofilia Facile siamo molto interessati agli habitat naturali delle specie che ospitiamo; pertanto pubblichiamo volentieri questo ottimo articolo, ringraziando gli autori per avercelo inviato e aggiornato.

Vi lascio alla lettura.
(Introduzione di AcquariofilaFacile)

Origini ed evoluzione del Poecilia wingei

Le sempre più frequenti revisioni in ambito sistematico consentono di chiarire i rapporti esistenti tra le diverse specie all’interno di un determinato raggruppamento tassonomico e, in alcuni casi, di ridescrivere una determinata specie.

All’interno del genere Poecilia, nello specifico, il sottogenere Acanthophacelus (Eigenmann 1907), comprende, secondo alcuni autori, quattro specie di piccole dimensioni, aventi un antenato comune:

  • Poecilia reticulata (Peters 1959),
  • Poecilia wingei (Poeser, Kempkes & Isbrucker 2005)
  • Poecilia obscura o guppy di Trinidad (Schories, Meyer & Schartl 2009)
  • Poecilia kempkesi o guppy verde del Suriname (Poeser 2013)

L’identificazione sistematica di queste quattro specie si baserebbe su differenze a carico del DNA (più precisamente sequenze di mtDNA = DNA mitocondriale e alcune sequenze citocromiche).
Altre differenze, di secondaria importanza, morfologiche e comportamentali, sono anch’esse uno strumento utile che può aiutare gli appassionati a distinguere in ambito hobbistico l’una dall’altra specie (basti pensare ad es. alla netta differenza di colorazione tra reticulata e wingei, oppure al differente corteggiamento dei maschi).

Da un punto di vista strettamente tassonomico, la ragione per la quale questi studiosi raggruppano le sopracitate quattro specie in un unico sottogenere (Acanthophacelus), sarebbe imputabile al fatto che esse sembrano condividere una serie di sinapomorfie, ovvero una serie di caratteri derivati, ossia nuovi, condivisi da tutti e quatto gli appartenenti a questo sottogenere.

A differenza di quanto ipotizzato in passato, ossia che il guppy comune (Poecilia reticulata) fosse l’unico rappresentante del suo genere, ritenendo quindi i suoi caratteri derivati unici, autapomorfie, (vale a dire non condivisi nemmeno con l’antenato più recente), oggi tali autapomorfie sono considerate secondo alcuni sinapomorfie, poiché in realtà condivise con altre specie affini.

C’è da dire che in ambito scientifico a questa visione si contrappone quella tradizionale, secondo la quale esisterebbe una sola specie (Poecilia reticulata) e tante “varianti” locali, ossia popolazioni che presentano caratteristiche leggermente diverse, dovute alla grande variabilità della specie, e quindi tali da non giustificare l’identificazione di nuove specie.

Per la specie Poecilia wingei molte sono state le teorie avanzate nel tempo per spiegarne l’origine:

  • semplice variante locale di P. reticulata
  • sottospecie di P. reticulata
  • specie incipiente
  • specie a se stante (c’è chi ha supposto che il pesce osservato da John Endler negli anni ’70 potesse essere addirittura qualcosa di diverso, forse una Micropoecilia)

Poeser ha definito Poecilia wingei specie incipiente.
Per specie incipiente si intende una popolazione in procinto di speciarsi, ossia di differenziarsi in una specie diversa. Il termine incipiente sottolinea proprio il fatto che si tratta di un evento non ancora del tutto completatosi, un qualcosa cioè che sta ancora verificandosi.

Schartl et al. nello studio “Description of Poecilia (Acanthophacelus) obscura n. sp., (Teleostei: Poeciliidae), a new guppy species from western Trinidad, with remarks on P. wingei and the status of the Endlers guppy” ha condotto analisi genomiche supportando l’ipotesi che P. wingei possa essere una nuova specie, affine a P.reticulata (e quindi non una Micropoecilia).

A prescindere da quale scenario possa essere ritenuto più verosimile, si intuisce facilmente che l’elevazione a specie a se stante possa avere avuto comunque un altro scopo, ossia quello di salvaguardare questa particolare popolazione di guppy, diversa (ma non troppo) dalle altre.

Poecilia reticulata

Poecilia wingei - endler

Poecilia obscura

Poecilia kempkesi

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Sull’origine di queste quattro specie sono state avanzate alcune ipotesi.

Secondo Poeser, a seguito dell’ultima glaciazione e al progressivo innalzamento della Cordigliera delle Ande, l’ultimo antenato comune si sarebbe trovato isolato e suddiviso in quattro popolazioni principali, occupanti quattro diverse aree geografiche isolate fra loro (le aree di interesse sono ubicate nella parte settentrionale del Sud America). Questi fenomeni naturali avrebbero costituito barriere fisiche necessarie affinché, grazie all’isolamento, potesse avviarsi il processo di speciazione.
Il tempo avrebbe poi giocato la sua parte, nell’accumulo delle differenze a carico del DNA, così come l’adattamento ai diversi ambienti.

Nell’attuale Trinidad si sarebbe differenziato Poecilia obscura, in Suriname Poecilia kempkesi, a Nord della Cordigliera Poecilia wingei e a Sud della stessa Poecilia reticulata.

Secondo diversi studiosi, il guppy comune (P. reticulata) sarebbe originario del solo Venezuela, e solo in seguito ad introduzioni da parte dell’uomo, volontarie (vedi lotta alle zanzare veicolanti la malaria), o accidentali (a causa del commercio acquariofilo, ossia causate da fughe da allevamenti e/o rilasci da parte degli appassionati), si sarebbe poi diffuso in altri paesi dell’America latina (Brasile, Colombia, Perù, ecc.), adattandosi facilmente e diventando parte integrante degli ecosistemi.

Questo fenomeno è osservabile anche da noi, sebbene in scala ridotta, basti pensare alla velocità con la quale i guppy rilasciati o fuggiti da alcuni vecchi allevamenti si sono ben adattati e rinselvatichiti in alcune aree termali del nostro Paese.

Poecilia wingei è endemico dello stato Sucre (Venezuela) con popolazioni sparse tra le varie aree di questa regione.

Poecilia obscura è diffuso in alcuni fiumi di Trinidad, nella parte orientale dell’isola (Rio Oropuche, Rio Matura, ecc.), mentre in quella occidentale sono presenti le comuni reticulata (sempre secondo gli studi condotti da Manfred Schartl et al.)

Infine, l’ultima specie in ordine cronologico ad essere stata descritta: Poecilia kempkesi, (o quello che ne resta secondo lo stesso Poeser), originaria del Suriname, minacciata anch’essa dall’introduzione dei guppy di provenienza asiatica (rilasci dovuti all’allevamento). In merito alle kempkesi, vale la pena menzionare uno studio recentissimo del Febbraio 2021 che sembra però invalidare l’identificazione di quest’ultima specie, poichè non basata su prove concrete. Link diretto allo studio per chi volesse approfondire.

Endler Venezuela
Zone di origine del Poecilia wingei (immagine da AIW)

Nei guppy, in generale, (senza far riferimento ad una specie in particolare) sembrano essere due i fattori importanti, che contribuiscono a plasmarne “l’aspetto” e a far da “bilancere” indirizzandone l’evoluzione:

  • La scelta femminile nei confronti del maschio a scopo riproduttivo
  • La pressione predatoria

Da studi effettuati su Poecilia reticulata, presenti in zone con diversa quantità e pericolosità di predatori (predatori efficienti od occasionali), si evince come i maschi mostrino colori più marcati, in assenza di predatori, e come le loro femmine siano più “difficili”, in termini di scelta del partner, preferendo di gran lunga maschi che manifestano, nella loro colorazione corporea, estese macchie (pattern) di color arancio (abbondanza di carotenoidi e quindi garanzia di salute del maschio).

Viceversa, in zone più pericolose, dove la pressione predatoria è più elevata, la colorazione maschile esibisce tonalità meno sgargianti (con variabili percentuali di color nero) e le femmine risultano meno esigenti nella scelta, optando per una livrea meno colorata.

Quindi, in breve, l’aspetto del maschio risulta essere il compromesso tra l’esigenza di sopravvivere e quella di impressionare una potenziale compagna, assicurandosi così una discendenza.
Di fatto, la scelta femminile è la chiave del successo, o dell’insuccesso, derivante proprio dal vantaggio o svantaggio che ne trarrebbe, dall’essersi accoppiata con un determinato maschio piuttosto che con un altro.

Tale discorso serve per meglio comprendere, e sottolineare, i meccanismi che governano la sopravvivenza di questi pesci e che implicano una certa elasticità nel cambiare nel corso del tempo.

Si è ipotizzato ad es. per Poecilia wingei, il fenomeno di selezione sessuale divergente; ovvero, il meccanismo che ha portato le femmine dell’ultimo antenato comune a preferire maschi di volta in volta più colorati.

A tal proposito risulta doveroso dare alcune informazioni, sull’habitat in cui questi pesci prosperano, considerando che essi colonizzano in molti casi acque eutrofiche e torbide (eutrofico: derivante dal greco eu = buono e trophos = nutrimento, indicando una condizione di ricchezza di sostanze nutritive di un dato ambiente, in particolare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati), permettendo la massiccia colonizzazione di alghe unicellulari ed originando un fenomeno di scarsa visibilità.
Ne consegue la fondamentale necessità di rendersi visibili ai fini del successo riproduttivo, giustificando la colorazione accesa degli individui maschi.

Un altro aspetto interessante che è stato toccato per giustificare la divergenza del P. wingei dal P. reticulata nelle zone di confine dei rispettivi areali di distribuzione riguarderebbe il cosiddetto fenomeno del character displacement (spostamento dei caratteri), ossia l’accentuazione di un determinato carattere in popolazioni che condividono lo stesso ambiente (simpatriche) al fine di minimizzare la competizione e a massimizzare la fitness (ossia il successo riproduttivo).

Nel caso specifico, secondo Fred Poeser, nelle zone dove le due specie coesistono, i maschi di P. wingei presenterebbero un disegno nero a forma di virgola a metà del corpo (comma shape), che li renderebbe identificabili dalle proprie femmine, al momento di accoppiarsi. Le femmine manifestano dunque questa preferenza sessuale accoppiandosi coi rispettivi maschi, ignorandone altri. Diversamente, in zone in cui P. reticulata non è presente, (ad es. nelle aree più interne) i maschi di P. wingei mancherebbero di tratti di riconoscimento (comma shape) proprio perchè del tutto inutili.
Questo potrebbe in parte spiegare la naturale diversità fenotipica tra Poecilia wingei nelle diverse località.

Naturalmente, come tutti sappiamo, anche in natura si riscontra una notevole presenza di ibridi tra le due specie. Ciò potrebbe essere spiegato dal fatto che c’è stata e continua ad esserci un’alterazione abbastanza importante della distribuzione delle due specie. Considerando P. wingei nell’ottica di specie incipiente, non ancora del tutto separata da P. reticulata, l’arrivo prematuro delle reticulata potrebbe avere alterato l’instaurazione di eventuali meccanismi di isolamento riproduttivo, dando il via alla despeciazione (il ritorno ad un’unica specie).

Ad ogni modo, il dibattito è ancora aperto e nuovi studi potranno sicuramente aiutare a capire meglio ciò che caratterizza e rende diverse queste specie, oppure a rigettare l’ipotesi che si tratti realmente di specie distinte, semplicemente confermando la grande variabilità delle reticulata.

Spero di non aver dimenticato nulla e un ringraziamento a chi ha avuto la curiosità e la pazienza di arrivare fino alla fine.

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