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Varietà ed ecotipi

Il motivo principale, per tutta la confusione che si legge in giro, riguarda soprattutto l’estensione del territorio colonizzato da questa pianta.
Anche se Louriero la scoprì nel Mekong, oggi sappiamo che si trova in tutta l’Asia tropicale, sconfinando fino al Giappone e addirittura all’Australia, dove si trova in grande quantità.
Ovviamente, è diffusissima anche in tutte le isole e gli arcipelaghi della zona, dall’Indonesia alle Filippine.
Praticamente, in tutta quell’ecozona, dove c’è acqua c’è il Pogostemon stellatus.

In realtà si tratta di una pianta palustre, che cresce anche in forma emersa.

Pogostemon stellatus emerso

Anzi, se parliamo degli habitat naturali, la forma sommersa risulta decisamente più rara.
Ma di questo parleremo più avanti; ora c’interessa il territorio…

In un’area così vasta, le condizioni che la pianta trova sono diversissime.
Si può scendere a 15-16 °C e superare i 32, nell’acqua limpida di un ruscello o in quella torbida di una palude.
Immaginate le differenze nei valori chimici, la diversa disponibilità di nutrienti, la differente luce del Sole…
Eppure, il nostro Pogostemom non manca mai.

Consentitemi una piccola divagazione…

Pensiamo ad un’onda marina che viaggia a 1100 km/h, quasi la velocità del suono.
Avvicinandosi alla costa, rallenta fino a “solo” 140 all’ora, ma assume un’altezza di 45 metri, quasi come il Colosseo.
E’ ciò che accadde sull’isola di Java il 26 agosto del 1883, in seguito alla più famosa eruzione di tutti i tempi: quella del Krakatoa.

Krakatoa

L’immane cataclisma uccise 36’000 persone in pochi istanti, oggi sarebbero dieci volte di più per via dell’incremento demografico.
Ma cosa c’entra con i nostri Pogostemon?…

In quel disastro, la vegetazione costiera venne distrutta per kilometri dall’acqua di mare, che impiegò diversi giorni per defluire, lasciando pozze salmastre che restarono lì per mesi.
Secondo le testimonianze dell’epoca, le prime piante…

Anzi no… lo chiedo a voi!
Indovinate un po’, quale fu la prima specie a riapparire in quella devastazione…

Pogostemon stellatus

Esatto!… Il Pogostemon stellatus!!!

Questo tragico racconto deve farci capire quale enorme capacità di adattamento abbia questa specie.
Secondo le condizioni ambientali, muta la propria forma ed il proprio colore anche in modo significativo, riuscendo a sopravvivere quasi dappertutto.

Ecco da dove viene, la confusione a cui abbiamo accennato.
Oggi parliamo di “varietà naturali” che gli scienziati definiscono “ecotipi“, ma ci sono voluti secoli per capire che si trattava della stessa specie.
Dal momento che l’acquariofilo non è tenuto ad avere una preparazione scientifica, si spiegano facilmente quelle simpatiche conversazioni di cui parlavamo all’inizio.

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