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Le acque pelagiche

Passiamo ora a descrivere la zona delle acque libere, o pelagiche.
Seppur scarsamente interessante a livello acquaristico, in questo areale assistiamo ad un’ulteriore particolarità, anzi, direi una meraviglia!

Stiamo parlando delle sardine del Tanganica (in gergo locale sono chiamate “kapenta”).
Circa la presenza di specie di origine marina, in questo lago, nel tempo si sono succedute molte ipotesi, alcune fantasiose, altre plausibili, ma finora nessuna risolutiva.

Sono state “tirate in ballo” le più disparate cause, dal Diluvio Universale, alla risalita lungo antichi fiumi che collegavano il lago all’ Oceano Indiano… fino a quella che oggi è considerata la più probabile: un immane maremoto (o tsunami, termine tristemente in voga) avvenuto tra 25 e 50 milioni di anni fà.
Il disastro avrebbe portato interi banchi, dall’Oceano Indiano fin nell’entroterra, nei bacini che avrebbero poi formato il lago.

Sardine del Tanganica vendute al mercato locale
Sardine del Tanganica in vendita al mercato locale

La considerevole massa d’acqua sopraggiunta avrebbe infatti mutato la salinità dei bacini.
Le sardine, in questo modo, hanno avuto tempo di adattarsi ai valori chimici, che pian piano tornarono quelli originali.

Questi pesci, appartenenti a due sole specie (Limnothrissa miodonStolothrissa tanganicae) insieme ai rappresentanti del genere Lates che vivono nello stesso spazio, rappresentano circa il 98 % della popolazione ittica dell’intero lago, fornendo il maggior apporto nutritivo alle popolazioni locali.

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