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La scarpata

Proseguiamo la nostra immersione nella zona più nota o comunque più riprodotta nei nostri acquari: la scarpata rocciosa.
Si tratta indubbiamente di un habitat interessante, sia a livello visivo che a livello di caratterizzazione e specializzazione degli abitanti.

Troveremo pacifici Ciclidi pressoché erbivori, piccoli e grandi predatori, e anche killer specializzati di avannotti, nonché di pesci di piccola taglia.
Anche per questo si consiglia sempre di informarsi bene sulle abitudini delle singole specie prima di abbinarle in un acquario.
Si rischiano amare sorprese!

L’immagine seguente mostra chiaramente la caratteristica principale di questo tratto del lago: la profondità!

Scarpata rocciosa
Scarpata rocciosa (gentile concessione del professore Alex Jordan)

Ovviamente, se vorremo allestire un biotopo di questa zona del lago, dovremo fare i conti con i normali acquari commerciali, che di certo non hanno dimensioni sufficienti!
Sarà lo sviluppo in altezza a farci da riferimento.

Altro aspetto peculiare è chiaramente la presenza di una rocciata, quanto più possibile ricca di anfratti dove sia gli individui dominanti, sia quelli sottomessi, potranno trovare rifugio e ristoro.

Dettaglio di una parete rocciosa
Dettaglio di una parete rocciosa (gentile concessione del professore Alex Jordan)

E’ evidente di quanti nascondigli naturali dispongano i pesci in questo tratto.
Gli abitanti si sono chiaramente specializzati a sfruttare tali grotte, sia come rifugio, sia come vero e proprio territorio di caccia.

Qui la varietà di pesci è decisamente più elevata, rispetto alle zone già trattate.
Si passa dal genere Julydochormis a molti rappresentanti del genere Neolamprologus (per citare soltanto i più diffusi in acquariofilia: N. leleupi, N. sexfasciatus, N. tretocephalus), fino al genere Lepidiolamprologus.

Lungo la scarpata troviamo poi anche un’altra specie dal comportamento singolare: i Paracyprichromis sp. che prediligono grotte e zone in ombra dove i maschi accendono letteralmente delle bande laterali con colori fluorescenti per attirare le femmine.
Una particolarità dei Paracyprichromis sp. è anche il loro inusuale modo di nuotare a testa in giù seguendo il tetto della grotta dove stazionano.

Paracyprichromis nigripinnis a testa in giu
Paracyprichromis nigripinnis (foto su gentile concessione del dottor ALex Jordan)

Cito un paio di specie per ultime, perché meritano uno spazio tutto loro: le Cyphotilapia frontosa e i Neolamprologus brichardi (chiamati “principessa del Burundi”).

I frontosa sono forse i Ciclidi africani più noti.
Devono essere ospitati in acquari di dimensioni generose, almeno 600 litri.

I brichardi hanno un comportamento riproduttivo quasi unico.
Alla crescita e difesa della prole partecipano infatti anche i fratelli più grandi nati nelle nidiate precenti.
Si viene a creare un’ asilo nido in cui i maestri sono i fratelli maggiori.
Questo porta alla formazione con il tempo di veri e propri clan molto numerosi, è un dato importante da tenere in considerazione se vogliamo ospitarli in un acquario.

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