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Modifica del filtro e sua evoluzione

Tutte queste perplessità mi hanno assillato per parecchio tempo, tanto da farmi ideare una modifica; ma ero anche combattuto all’idea di metter mano ad un filtro nuovo, ancora in garanzia.

Per questo motivo, ho optato per una piccola variazione, che non comportava modifiche strutturali al sistema.
Non ho inserito i carboni attivi, al loro posto ho messo altra lana di perlon.
Tra la spugna denitrificante e quella a grana grossa, ho inserito dei canolicchi in una calza da donna.
In questo modo ero certo che il primo cestello, oltre che da meccanico, si sarebbe comportato da biologico.

Il filtro ha fuzionato in questo modo per sette mesi, e tutti i parametri chimici erano sotto controllo.
Non ho avuto nessun problema, a parte la normale routine di sciacquare la lana perlon e la pulizia della girante della pompa.

Non ancora soddisfatto, ho deciso di modificare strutturalmente il filtro, ideando una modifica che consiste nel chiudere la prima feritoia, con una porta mobile, per poi allargare la seconda, in modo che l’acqua attraversi in maniera uniforme tutto il filtro.

Il fatto che la prima feritoia non sia chiusa definitivamente è utile per tre motivi:

  • La modifica è reversibile, lasciando solo la seconda feritoia più grande rispetto al valore di progetto. Di conseguenza, una possibile maggior quantità d’acqua attraverso il secondo cestello.
  • Se il filtro si dovesse intasare, e non si ha il tempo per effettuare la pulizia delle spugne, si può aprire la feritoia dando acqua alla pompa.
    (nel mio vecchio 60 lt, mi accorgevo che il filtro era intasato per il classico gorgoglio, sempre quando dovevo uscire di fretta).
  • Chi ha il filtro come il mio sa benissimo che, quando si pulisce la lana di perlon, al riavvio della pompa si ha una grossa quantità di pulviscolo in sospensione che finisce in vasca.
    È quindi preferibile aprire la feritoia e farlo passare di lì, piuttosto che attraverso il secondo cestello, che alla lunga si intaserebbe.
    Per limitare il pulviscolo in vasca, io consiglio di usare una calza da donna come un retino in uscita alla pompa prima del riavvio.

L’idea era di sfilare la paratia, senza toccare i materiali filtranti, modificarla e reinserirla.
Durante l’operazione sarebbe utile assicurare un minimo di movimento all’acqua immettendo in vasca aria attraverso una pietra porosa, ma soprattutto, tappare il foro d’uscita della pompa, per evitare che i pesci possano entrare.

Io, purtroppo, non ho avuto questa accortezza e due Botia si sono infilati nel filtro, costringendomi a togliere i cestelli per recuperarli.

I materiali che occorrono sono:

  • colla epossidica
  • 2 tessere plastificate tipo Bancomat
  • una stecca di plastica sottile, larga circa 1 cm, lunga 20cm e spessa circa 1mm.
    Ho adoperato un coperchio di canaletta per esterni da elettricista.
  • Attrezzi vari.

materiale necessario

La prima cosa da fare, quando si toglie la pompa (e il riscaldatore), è sifonare il vano del riscaldatore, perché li si deposita una grande quantità di sporco.

Si deve allargare la feritoia inferiore, aumentandone l’altezza di circa 3 cm, in questo modo avrà una superfice di 1040 mm².

paratia juwel modificata
feritoia inferiore allargata


Una volta disegnata la nuova forma, con una matita, si fanno 2 fori con il trapano nei 2 angoli superiori.
Poi con l’aiuto del Dremel, si toglie la parte in eccesso.
Se non si dispone del Dremel, si può ovviare con una lama da seghetto; l’operazione è un pò più laboriosa.

A questo punto, si deve tagliare una tessera plastificata, come da figura sotto.

Particolare della prima tessera
Particolare della prima tessera

Occorre rifilare la parte centrale, che farà da chiusa, di un paio di mm.
L’apertura nella tessera deve essere superiore alla feritoia che deve essere coperta.

Il risultato che si deve ottenere è questo:

prima tessera sulla paratia
particolare della prima scheda posta sulla feritoia

Si taglia ora la seconda tessera con la stessa forma della precedente, ma l’apertura deve essere di soli 2 mm più grande della feritoia.
Poi si posiziona sopra la prima, come in figura sotto:

particolare della seconda tessera
particolare della seconda tessera

Adesso si incollano, con l’epossidica, le due parti di scheda tagliate a forma di C, sopra la paratia.
In questo modo si ottiene una chiusa, come quella dei canali di irrigazione dei campi, dove la parte centrale può scorrere andando a chiudere o aprire la feritoia.

Si prende la striscia di plastica e si rifilano i bordi, ottenendo una stecca di circa 0.5 mm di spessore.

particolare della stecca rifilata
particolare della stecca rifilata

Si incolla la stecca alla parte centrale del bancomat, in modo che fuoriesca dal filtro.
Si avrà così la possibilità di aprire la feritoia e di chiuderla.

particolare finecorsa di chiusura
particolare finecorsa di chiusura

Si taglia la stecca al livello superiore del filtro, con la paratia chiusa; in questo modo si avrà il fine corsa di chiusura.

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Particolare finecorsa apertura
Particolare finecorsa apertura

Si apre la paratia, e si fa un forellino nella stecca al livello superiore del filtro, si avrà in questo modo il finecorsa di apertura.

Per eseguire tutte queste operazioni, mi sono serviti circa 20 minuti.
Ho comunque aspettato un paio d’ore, come da istruzioni della colla epossidica, per avere la certezza che questa fosse indurita.

Si può quindi reintrodurre la paratia nel filtro.

Per precauzione, ho anche inserito dei carboni attivi in una calza sopra il perlon, e li ho lasciati lì per tre giorni; avevo il dubbio che la colla epossidica potesse rilasciare qualche sostanza nociva.

Ho eseguito diverse prove a paratia chiusa e aperta, ma non ho rilevato variazioni visibili di portata della pompa.
Ho riscontrato subito una maggior velocità di filtraggio del pulviscolo in sospensione.
La girante pompa non si è più sporcata, e non ci sono più stati problemi alle ripartenze.

Questo mi ha portato a pensare che, prima della modifica, attraverso il secondo cestello di acqua ne passasse poca, forse niente.
Esiste quindi la possibilità che, nel tempo, si possano intasare le spugne a grana fine che si trovano in fondo al filtro.

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