GH, KH e sodio
La Chimica dei carbonati è piuttosto complessa, ce ne sono di parecchie categorie: acidi, basici, doppi, primari, secondari…
 Lasciamo stare, non sono cose che interessano gli acquariofili.
Possiamo invece migliorare la scorrevolezza della lettura, approfittando del fatto che i bicarbonati vengono chiamati anche “carbonati primari” o “carbonati acidi”.
 Di conseguenza, d’ora in poi scriverò solo “carbonati” comprendendoli entrambi, evitando quindi il solito “…e bicarbonati”.
 Prima di iniziare, voglio ripetere quando detto nel capitolo precedente: quelle che leggerete sono considerazioni statistiche, che portano a conclusioni probabili ma non certo matematiche…
Se avessimo a disposizione un laboratorio attrezzato, potremmo produrre questi sali con innumerevoli elementi chimici: carbonati di ferro, di rame, di manganese, di bario… ecc. ecc.
 
 Tuttavia, questi composti sono molto rari in natura, quasi sempre assenti nelle acque di rubinetto.
 Oltre a questo, in acquario possono essere introdotti solo come microelementi, ovvero in quantità piccolissime.
 In altre parole, non hanno alcun effetto visibile sul KH (Karbonat Harte = durezza carbonatica)
I carbonati che rileviamo noi, generalmente, si formano solo da quattro elementi:
- calcio
- magnesio
- sodio
- potassio
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il carbonato di calcio la fa da padrone.
 È di gran lunga il più presente nell’acqua, tanto da costringerci a solventi chimici specifici, su ferri da stiro e macchine da caffè.
 Il KH dipende quasi tutto da lui, visto che il magnesio, oltre ad essere meno presente, è molto più comune nella forma di solfato.
 Ma anche se lo avessimo come carbonato, il magnesio sarebbe comunque rilevato da entrambi i test, ovvero ci alzerebbe tutte e due le durezze, in egual misura.
Pertanto, per rilevare un KH più alto del GH, occorre che nell’acqua ci siano gli altri due carbonati dell’elenco: quelli formati da sodio e potassio.
Vediamo un po’ qual è, tra questi due, l’elemento che si trova più facilmente in un acquedotto italiano.
 I valori della mia acqua li abbiamo gia visti…
…ma facciamo un giretto anche a Firenze; magari cambia qualcosa scavalcando gli Appennini.
Ora allarghiamo il bacino d’utenza, con le due città principali del nord e del sud.
 Confrontiamo sodio e potassio sui dati di Milano…
…mentre a Napoli dobbiamo accontentarci soltanto del sodio, perché di potassio non ce n’è affatto.
Non vi annoierò con tutte le altre città italiane; ognuno, se lo vorrà, ci si divertirà a suo piacimento.
 Vi accorgerete che la situazione è sempre la stessa…
- Il sodio è quasi sempre a due cifre, chi lo ha sotto i 10 mg/litro può ritenersi estremamente fortunato.
 Alcuni acquariofili devono ricorrere alle bottiglie del supermercato, perchè il loro acquedotto arriva a 30… 40… anche 50 mg/litro.
- Il potassio, al contrario, è presente in quantità insignificanti; talvolta non viene riportato perché completamente assente.
 Comunque, anche quando c’è, non ricordo di aver mai visto più di 2 o 3 mg/litro.
Pertanto, se troviamo un KH maggiore del GH, è il caso di preoccuparsi.
 La conclusione più logica è piuttosto evidente: quei carbonati così alti, molto probabilmente, sono legati ad una significativa presenza di sodio.
 Probabilmente troppo, per la maggior parte degli acquari tropicali.
 
  
  
  
  
  
 
 
  
 
 
  
  
  
 

 
  
  
  
  
  
  
  
  
 