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Avete mai pensato di allestire un acquario di acque scure (black water in inglese)? In questo articolo vi spieghiamo come allestirlo per riproporre l’ambiente naturale di fiumi con foglie e legni.


Le black water, o acque scure, mi hanno da sempre affascinato… probabilmente proprio a causa del colore che non lascia intravedere nulla – e quindi immaginare tutto – preannunciando mondi sommersi sconosciuti.
Ciò mi ha portato a cercare di ricreare in acquario questi suggestivi allestimenti.

Con questo articolo vorrei condividere con tutti voi la mia esperienza nel mondo delle black water.

Cosa sono le black water?

La traduzione letterale è «acque nere».

Si trovano in fiumi che attraversano fitte e lussureggianti foreste e, proprio a causa dell’immane quantità di foglie e legni che finiscono in acqua, assumono una caratteristica colorazione: possiamo passare da una leggera sfumatura color tè a un ben più scuro color petrolio.
La colorazione è data dalla forte presenza di tannini rilasciati dal detrito che macera sul fondo.

Fiume Rio Negro
Fiume Rio Negro

Oltre al colore dell’acqua, la massiccia attività di decomposizione influenza fortemente anche i parametri chimici dell’acqua, che sono molto particolari.

Questi fiumi sono presenti in tutti i continenti, soprattutto in Asia e Sud America.
È proprio qui che scorre il più famoso (in campo acquariofilo) di questi corsi d’acqua, il Rio Negro… ed è proprio da questo fiume che inizia la mia avventura con le black water.

Per quanto riguarda noi acquariofili, ci ritroviamo con durezze e conducibilità praticamente non misurabili e pH acido con punte anche di 3,5-4.

Con questi valori è ovvio che le black water non siano l’ambiente ideale per i batteri (salvo alcune specie).

Dunque abbiamo un ambiente poco ospitale per i batteri, soprattutto quelli patogeni; e una grande presenza di tannini, che hanno molte proprietà benefiche sui nostri beniamini (soprattutto sulle loro mucose), oltre ad essere degli antibatterici naturali.

Mikrogeophagus ramirezi
Mikrogeophagus ramirezi

Il risultato è che i pesci che vivono nelle black water hanno solitamente difese immunitarie molto basse, appunto perché poco a contatto con batteri patogeni.

Da queste considerazioni possiamo capire quanto sia importante, nell’allevamento di questi pesci e soprattutto se parliamo di esemplari di cattura, cercare di ricreare in acquario le condizioni più vicine ai luoghi di origine; ovviamente, nel limite di ciò che si può fare in cinque vetri.

Un’alternativa al metodo OTRAC

Nel web si trovano diversi metodi per realizzare acquari con black water, il più famoso e rinomato è sicuramente l’OTRAC (Oligo TRopico ACido).

Il metodo che propongo con questo articolo è diverso, in pieno stile Acquariofilia Facile; la differenza sostanziale sta nell’assenza del filtro.

In altri allestimenti del genere, per tamponare la scarsa e rallentata attività batterica si tende a sovradimensionare il sistema filtrante.
Io invece l’ho rimosso totalmente, sfruttando in pieno l’utilizzo di filtri più performanti (considerando la possibilità di ammonio in acqua) cioè le piante, emerse e galleggianti in primis; oltre alle muffe e miceti che si formano nei detriti del fondo che non dovrà mai essere sifonato.

Radici delle piante che fungono da filtro
Radici delle piante che fungono da filtro

Inoltre, mentre in un allestimento OTRAC i cambi sono cadenzati e realizzati con «bombe di torba» per evitare sbalzi di pH, io tengo sempre la torba in acquario.
In questo modo offro un tampone costante al pH e, non effettuando cambi d’acqua, è molto comodo gestirne la presenza.

L’acqua

Acqua demineralizzata
Acqua demineralizzata

L’acqua che utilizzo per riempire l’acquario è nella sua totalità osmotica o demineralizzata; ha quindi durezze nulle e conducibilità bassissima, possibilmente sotto i 10 μs.

A mantenere la stabilità del pH penserà la grande quantità di acidi deboli presenti in vasca, che fungeranno da tampone.

Il fondo

Naturalmente il fondo dovrà essere inerte e, assolutamente, non calcareo.

Io preferisco sabbia fine con granulometria sotto il millimetro; sia per la tipologia di pesci che allevo, sia per motivi estetici, sia perché è il fondo più comune nei fiumi con acque scure.

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Il fondo in un acquario di acque scure
Il fondo in un acquario di acque scure

Grazie all’apporto costante di foglie secche, il fondo si coprirà in breve tempo di una fanghiglia che non dovrà assolutamente essere rimossa in quando benefica per l’acquario e per i pesci.
Apporterà anche una discreta quantità di CO2 che acidificherà ulteriormente l’acqua, oltre a fornire sostanze nutritive alle piante.

Legni e foglie

I veri protagonisti dell’allestimento sono loro.

Per quel che riguarda le foglie si possono tranquillamente reperire durante una passeggiata tra i boschi; l’unica accortezza da osservare è di raccoglierle in zone poco inquinate e, naturalmente, da piante non trattate chimicamente.

Foglie raccolte in natura ancora verdi e lasciate seccare al sole
Foglie raccolte in natura ancora verdi e lasciate seccare al sole

Io le raccolgo ancora verdi, così che conservino tutte le sostanze nutritive che poi verranno rilasciate in acqua a vantaggio delle piante.

Una volta raccolte basta lasciarle al sole qualche settimana e farle seccare bene; poi le inseriremo direttamente in acquario.

Procuratevene un bel po perché vi serviranno, ve lo assicuro.

Per i legni il discorso è simile; la differenza sta nel fatto che, prima di inserirli in acquario, gli do una bella sciacquata così da ripulirli da eventuali residui.

Non tocco la corteccia né li faccio bollire, così da limitare la perdita dei tannini così utili in questi allestimenti.

Se in fase d’avvio rilasciano troppo, possiamo effettuare qualche cambio per schiarire un po’.

La torba

Per la mia esperienza, l’utilizzo della torba in allestimenti black water è fondamentale, principalmente per due motivi:

  1. è un’ottima fonte di nutrienti per le piante;
  2. gli acidi umici rilasciati sono un buon battericida a beneficio dei pesci.

Inoltre la sua presenza costante in acqua agisce da tampone sul pH evitando sbalzi non graditi.

Io utilizzo comune torba da giardinaggio (non fertilizzata).
Consiglio di controllarne accuratamente la qualità, indicata dall’indice di Von Post: da 1 a 3 si può tranquillamente utilizzare per i nostri scopi, altrimenti meglio evitare.

La utilizzo inserendola in un collant da donna, poi posizionato in acquario; la sostituisco ogni 60 giorni circa.

Collant riempito con la torba
Collant riempito con la torba

Tengo a specificare che ogni torba e ogni acqua sono diversi; per queste ragioni non darò delle dosi di utilizzo, ma invito tutti ad effettuare delle prove.

Basta prendere un litro di acqua dell’acquario con valori noti e inserire un grammo di torba; dopo una settimana misureremo KH, conducibilità e pH.

In questo modo avremo un’idea di come agisce la torba e, di conseguenza, di quanta inserirne in acquario.

Le piante

Visto il colore molto scuro dell’acqua, le piante sommerse sono praticamente assenti o, se presenti, sono piante poco esigenti e a crescita medio/lenta.
Ad esempio, nell’asiatico che ho allestito per dei Betta splendens wild ho inserito delle Cryptocoryne e del Microsorum; nell’amazzonico «Rio Negro» le piante sommerse sono assenti.

Ho invece inserito diverse piante emerse.

Piante emerse nell'allestimento dell'acquario amazzonico «Rio Negro»
Piante emerse nell’allestimento dell’acquario amazzonico «Rio Negro»

Fino ad ora ho ottenuto ottimi risultati con Cyperus alternifolius, Calla palustris, Chamaedorea elegans, Bignonia, Pothos, Spathiphyllum, Phalaenopsis, Fittonia Dieffenbachia, Dracæna, Tradescantia zebrina, Chlorophytum comosum.

In acquari chiusi è consigliato inserire piante galleggianti che vadano a tappezzare completamente la superficie.

Piante galleggianti
Piante galleggianti

Quelle da me utilizzate sono Pistia stratiotes, Lemna minor e Salvinia natans.

In questi allestimenti non ho mai fertilizzato; eppure la crescita delle piante è rigogliosa.
Questo è dovuto ai nutrienti rilasciati dai materiali organici come foglie, legni e – soprattutto – torba.

La tecnica

Di tecnica, nei miei acquari black water, c’è ne veramente poca: il riscaldatore (a seconda delle specie allevate), una pompa di movimento (così da avere una buona diffusione del calore e sfruttare meglio la torba) e le luci…
Beh, effettivamente chiamarle luci è una parola grossa… serve solo per poter osservare i pesci.

Effetto delle luci in uno degli allestimenti black water di Giueli
Effetto delle luci in uno degli allestimenti black water di Giueli

Questi allestimenti, infatti, sono «bui» non solo per il colore dell’acqua, ma anche per la scarsa illuminazione.
Eppure – ve lo posso garantire – non vedrete mai i colori dei pesci risaltare così tanto in nessun altro tipo di allestimento.

La realizzazione

Si inizia dal fondo, dalle foglie e dai legni: li inserisco tutti in avvio, insieme alla pompa di movimento.

Allestimento di un acquario black water
Allestimento di un acquario black water

Dopodiché mi dimentico dell’acquario per un paio di settimane; in questo periodo i batteri iniziano a colonizzare l’acquario senza la competizione diretta delle piante.

Poi aggiungo le piante, lasciandole adattare per una decina di giorni.

Infine inserisco la torba.

In questi allestimenti preferisco effettuare maturazioni molto lunghe, fino a quattro mesi; innanzitutto per creare un bel fondo melmoso (il vero cuore dell’acquario), ma anche per le esigenze dei pesci che ospiterò.

Uno degli allestimenti black water di Giueli
Uno degli allestimenti black water di Giueli

L’inserimento dei pesci andrà fatto con molta attenzione, soprattutto se parliamo di pesci commerciali.
Il passaggio a valori molto più bassi, rispetto a quelli in cui sono stati allevati, potrebbe essere traumatico.
Con una ambientazione curata e senza fretta non ho mai riscontrato alcun tipo di problema.

La gestione

La gestione e la manutenzione consistono semplicemente nell’alimentare i pesci, aggiungere periodicamente foglie secche e cambiare la torba ogni 60 giorni.
Non ho mai effettuato cambi dall’avvio degli acquari (giugno 2017 il «Rio Negro», marzo 2018 l’asiatico); solo rabbocchi con demineralizzata.

Conclusioni

Questo articolo vuole riportare la mia esperienza con le black water: spero d’aver fornito spunti e aiuto a chi, come me, ama questo particolare tipo d’acquario.

Per qualsiasi dubbio, domanda o approfondimento vi aspettiamo tutti sul forum.

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