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Cos’è il colore?

Sembra una domanda banale, con una risposta scontata, ma non lo è affatto.

A lungo i nostri antenati si sono domandati cosa fosse in realtà; menti eccezionali, da Platone e Aristotele, fino al medioevo con Nicola Cusano, ne hanno ricercato invano il significato.
Sono così state proposte le teorie più astruse e fantasiose… da raggi di fuoco che partono dagli occhi, alla “vista dell’anima”.

Molto tempo più tardi, sarà Isaac Newton, padre della fisica moderna, a gettare delle solide basi teoriche per il suo studio.

Questo straordinario scienziato ipotizzò che la luce fosse composta da radiazioni di diversa intensità, scomponibili attraverso l’utilizzo di un prisma di vetro.

Isaac Newton
Isaac Newton

Con questo semplice strumento, tra il 1665 e il 1666, egli dimostrò come la luce “bianca” fosse in realtà la somma di innumerevoli raggi, a diverse lunghezze d’onda.
Quello che noi percepiamo come “colore”, in realtà è l’effetto di una singola radiazione, separata dalle altre.

Egli quindi classificò i sette colori dell’arcobaleno (rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto) come base per tutti gli altri e li chiamò colori spettrali.

Newton colour circle
Circo dei colori di Newton

Tutti gli altri colori, detti non spettrali, verrebbero dalla composizione di due o più di essi.

Col tempo e dopo innumerevoli esperimenti, si è giunti alla conclusione che i colori spettrali primari sono, in realtà, soltanto tre: rosso, blu e verde.

Non è un caso se anche i televisori, che si tratti di quelli moderni con tecnologia LED, o dei più vetusti a tubo catodico, utilizzino proprio questi colori (RGB, in inglese) per produrre tutti gli altri.

Tubo catodico
Tubo catodico, schema di funzionamento

A questo punto, chiunque ricordi ancora le lezioni di Educazione Artistica delle scuole medie, si sarà accorto di una differenza.

Nell’arte, i colori primari sono sempre tre, ma diversi: giallo, magenta e ciano.
Detti anche colori primari pittorici sono gli stessi che utilizziamo nelle nostre stampanti.
Allora… cosa succede? Come mai non sono gli stessi?

La risposta, che racchiude secoli di polemiche tra scienziati ed artisti, è nella composizione stessa del colore.
Nel primo caso si parla di sintesi additiva perché si sommano gli spettri luminosi, nel secondo caso invece abbiamo la sintesi sottrattiva in quanto, nel mescolare i colori, sottraiamo la loro capacità di riflettere determinate lunghezze d’onda.

Subtractive Additive Colour Mixing
(clicca per ingrandire)

Come potete vedere la somma dei colori primari spettrali ci darà il bianco, mentre, sommando i colori primari pittorici avremo il nero. Una differenza non da poco, no?

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