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Finora abbiamo curato più che altro la parte tecnico-strumentale nella fotografia.

È altrettanto importante ottenere una buona ed attraente composizione (rispettando o meno la regola dei terzi), trovare un buon PdR (punto di ripresa) e una buona nitidezza.

Si dice che nella fotografia non sia importante seguire le regole dei terzi e della composizione…

Può capitare di ignorarle e ottenere una buona fotografia ma, probabilmente, sarà un caso isolato e non riusciremmo a farne altre.
È buona norma conoscere le regole per poterle poi trasgredire volutamente a seconda del messaggio che vogliamo dare a chi guarda l’immagine; così facendo saremo in grado di ottenere immagini efficaci sempre e non solo sporadicamente.

Si dice che la nitidezza non sia tutto: meglio puntare su soggetto e messaggio…

Nei concorsi fotografici, di solito, è così: hanno la priorità il messaggio e il tipo di foto che vogliamo, il resto è una conseguenza.
Ad esempio, nei ritratti la nitidezza eccessiva può evidenziare i difetti della pelle.

Si dice che il soggetto sia la cosa più importante nella fotografia…

Se fosse vero, nei concorsi vincerebbe sempre la foto con la modella più bella.

È l’insieme dei parametri a dare una buona foto; l’eventuale trasgressione di uno di questi dev’essere voluta per dare un messaggio ben preciso.

Prendiamo l’esempio della patata da un milione di dollari:

Patata
Foto di Kevin Abosch

La nitidezza c’è tutta e, nel contempo, le ombre sono state gestite sapientemente.
Il soggetto è banale, quindi cade il discorso circa la sua importanza.
L’autore non ha rispettato le regole della composizione ma lo ha fatto volutamente.

Come ottenere la nitidezza

Innanzitutto bisogna distinguere se il soggetto è in movimento, se ci sono elementi mobili (pesce o acquario con pesci); oppure il soggetto è immobile (piante).

Nel primo caso abbiamo bisogno di tempi velocissimi in modo da congelare l’immagine. Questo comporta la necessità di tanta luce, di ISO elevati e aperture dell’obiettivo da f/2.8 in giù.
In questo caso il treppiede o l’eventuale stabilizzatore (presente nell’obiettivo o nella fotocamera) non servono a nulla: i tempi velocissimi superano anche il problema delle mani che tremano.

In caso di soggetti immobili (pianta, acquario senza pesci) è decisamente consigliato un treppiede; ci consentirà di usare tempi larghissimi, pochissima luce e ci eviterà il mosso che potrebbe scaturire dal movimento delle mani.

Il pericolo di ottenere una foto mossa e quindi irrecuperabile è dietro l’angolo: la fotocamera deve essere ben ferma, soprattutto con tempi lunghi.
Per questo motivo nelle foto notturne si usa il treppiede: con luce scarsa i tempi si allungano molto e basta il semplice tremolio della mano ad annullare anche l’effetto dello stabilizzatore automatico eventualmente presente nella macchina.

Il mosso scaturisce anche da elementi mobili che non riusciamo a congelare con lo scatto.

Messa a fuoco

Chi usa lo smartphone avrà sempre (salvo tremolii delle mani) tutto a fuoco a causa del sensore molto piccolo.

Chi invece ha macchine che possono essere settate manualmente può contare su diverse possibilità a seconda della situazione.
In questi casi per avere un soggetto ben a fuoco bisogna affidarsi al modulo AF contenuto nella fotocamera; oppure mettere a fuoco manualmente.

Ecco qualche suggerimento:

  • i moduli AF più diffusi sono a rilevazione di contrasto; infatti, se proviamo a mettere a fuoco un muro bianco, la macchina fallirà nell’intento. Quindi, se si vuole usare l’automatismo, sono preferibili soggetti abbastanza contrastati.
  • Se chiudiamo molto il diaframma dell’obiettivo avremo tutto a fuoco, ma avremo bisogno di tanta luce ed ISO elevati; inoltre i tempi si allungheranno molto rendendo impossibile qualsiasi congelamento dell’immagine. Inoltre, nel caso vorremo far concentrare lo sguardo su un soggetto, perderemo quel minimo di sfocato che confonde la vista di chi guarda l’immagine. Quindi apriamo il diaframma il più possibile.
  • Nei casi di elementi mobili non è facile focheggiare mentre si insegue il soggetto; quindi è preferibile affidarsi al modulo AF della fotocamera e settare – se possibile – il fuoco continuo.
  • Per controllare che il soggetto sia a fuoco è sufficiente ingrandire un crop (pezzo) di immagine del soggetto al 100% e vedere se i pixel sono nitidi o offuscati per fuori fuoco o mosso.

Una foto mossa o con soggetto fuori fuoco e tutt’altro che nitida nel 99% dei casi è da cestinare: neppure una post produzione professionale riesce a recuperarla.

Sensore

Nel mondo fotografico si dice «Big is better».
Non è una spacconata da bar: sensori più grandi garantiscono immagini migliori; e non hanno bisogno di vetri/obiettivi ultra-professionali.

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Un sensore più piccolo ha bisogno di una velocità della luce notevolmente superiore, che solo determinati obiettivi possono dare.
Inoltre i sensori piccoli utilizzano uno spazio minimo per contenere tutti i pixel registrati; ciò comporta un aumento del rumore (quel pulviscolo di neri che potreste trovare ingrandendo una foto sottoesposta) la cui rimozione fa perdere dettaglio.

Obiettivi

Chi usa lo smartphone non ha grandi possibilità, anche se – come abbiamo visto – qualcosa si sta muovendo anche in quel campo.

Chi invece usa fotocamere ad obiettivi intercambiabili ha più libertà.
Sicuramente una buona qualità della lente è decisiva per immagini più nitide, poichè riesce a raccogliere più informazioni da inviare al sensore.
In linea di massima avremmo bisogno di obiettivi con aperture più ampie (più sono aperti e più costano) e con frequenze spaziali migliori di quelli di serie.

Sono consigliatissimi gli obiettivi macro, che hanno definizione e dettaglio ottimi e la possibilità di isolare facilmente il soggetto con lo sfocato.
Per ottenere immagini macro si possono usare anche gli economici tubi di prolunga da agganciare ai normali obiettivi: simulano l’elevato tiraggio (distanza lente-sensore) restituendo immagini simili a quelle ottenute con obiettivi macro.

Composizione e regola dei terzi

Alcune fotocamere sono provviste, nel mirino o sul display, di una griglia come la seguente:

Guide

Se non c’è… dobbiamo immaginarla.

Se noi mettiamo il nostro soggetto al centro – a meno che questo non sia così grande da riempire tutto il fotogramma – l’immagine non sarà gradevole.

Compo 1

Chi guarda una foto viene attratto maggiormente da una composizione che non metta il soggetto al centro ma in uno dei terzi laterali, in modo da ambientare il soggetto nel luogo dove è stato ripreso.

Compo 2

Compo 5

Allo stesso modo, chi guarda un paesaggio preferisce avere una visione dell’orizzonte di divisione fra cielo e terra in uno dei terzi estremi verticali.

Compo 3

Compo 4

Come abbiamo visto, in determinati casi questa regola può essere trasgredita… a patto di essere consapevoli dell’effetto che otterrà la nostra fotografia.

Altra causa di disturbo è avere di fronte l’oggetto non allineato o, nel caso di paesaggi, l’orizzonte obliquo.

Immaginate di fotografare il vostro acquario come nell’immagine seguente…

Vasca obbliqua

Punto di ripresa (PdR)

È il punto dal quale intendiamo fotografare il soggetto, in modo da ottenere la proiezione spaziale desiderata.
La scelta di questo punto e la relativa angolazione che vogliamo dare alla foto è di fondamentale importanza.
Esula da regole ben precise in quanto risponde a decisioni personali che rispecchiano l’estro, l’arte e la fantasia propria dell’autore in merito al messaggio fotografico che vuole dare; sono scelte che maturano nel tempo e rispecchiano i gusti personali.
Capita a diversi fotografi di riguardare scatti del passato e di trovarli pieni di difetti o privi di significato…

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