Vantaggi e svantaggi
Cominciamo con il dire che il costo del filtro esterno, mediamente superiore, è di per sé uno svantaggio.
Anche la manutenzione è più delicata, in questo tipo di filtro.
Innanzitutto ci sono raccordi, guarnizioni, tutta una serie di componenti che l’interno non ha (e quello che non c’è, diceva Henry Ford, non si può rompere).
Secondariamente, essendo esterno, ogni intervento porta con sé il rischio di avere acqua sul pavimento (e i guai coniugali che solitamente ne discendono).
Il filtro interno, essendo completamente immerso in acquario, non avrà mai di questi problemi.
Un filtro esterno non ha ingombro nella vasca, ma ne ha uno ben maggiore fuori di essa; e non tutti hanno un alloggiamento dove posizionarlo.
Il grande svantaggio del filtro interno, invece, è sicuramente di tipo estetico.
Molti acquariofili non sopportano di vedere “quell’orrendo scatolotto nero” in acquario.
Per quanto si possa coprire con la vegetazione, la visione di un oggetto ingombrante, in un ambiente il più possibile naturale e curato esteticamente, è un ostacolo insormontabile.
Questo è il principale motivo per cui molti acquariofili preferiscono spendere qualche euro in più, con qualche disagio maggiore, pur di non vedere la “black box” in vasca.
E “de gustibus”, dicevano i latini, “non est disputandum”.
Tutti questi argomenti, tuttavia, non hanno rilevanza tecnica.
Non ci fanno capire quale sia la vera differenza, tra filtri esterni e filtri interni, dal punto di vista dell’equilibrio biologico.
Affrontiamo quindi la questione dal punto di vista tecnico.
Volumi e portate
Il filtro esterno, dicono i suoi sostenitori, è più efficiente perché ha una portata mediamente superiore, rispetto ad un interno.
Ovviamente, ci si riferisce al rapporto con il volume filtrante.
Significa che questi filtri sono attraversati da una maggiore massa d’acqua, che viene spinta velocemente da potenti pompe.
Ma il punto è proprio questo: “di più” è davvero meglio?
Sugli effetti meccanici, ovvero la rimozione di antiestetiche particelle, siamo tutti d’accordo.
In quel caso, il filtro funziona come un aspirapolvere… più è potente, meglio è.
Ma sulla funzione biologica, dobbiamo pensare ai batteri che alloggiano in un filtro esterno, con una portata elevatissima.
Già si trovano in un ambiente poco accogliente, visto che preferiscono acqua ferma o poco mossa…
Ma soprattutto non hanno il tempo di svolgere la loro funzione, perché l’acqua gli passa sotto il naso troppo velocemente.
La scenetta di Charlie Chaplin mostra quello che succede all’attività batterica, nella maggior parte dei filtri esterni.
Questo è il motivo per cui alcuni acquariofili, con filtri esterni anche costosi e soprattutto potenti, lamentano problemi di alghe, cianobatteri, Volvox e nebbie batteriche.
Un filtro biologico, per funzionare bene, non dovrebbe andare oltre 1:70 – 1:80, nel rapporto tra volume filtrante e portata pompa; con gli esterni si potrebbe arrivare a 1:100, a causa del rallentamento per i maggiori attriti.
Nel caso di un filtro con 6-7 litri di volume, valore piuttosto comune tra gli esterni, dovremmo stare su una portata di 500-600 litri/ora, 700 al massimo.
Al di sopra di questo valore, la funzione biologica è drasticamente ridotta, la filtrazione diventa soprattutto meccanica.
Disgraziatamente, tra i modelli che troviamo sul mercato, molti superano i 1000 litri/ora, ma soprattutto finiscono in mano ad acquariofili che non ne conoscono gli effetti, che ritengono di doverli spingere al massimo perché così “filtra di più”.
Questo è un errore, soprattutto in fase di maturazione.
In quei modelli, la pompa è sempre regolabile, talvolta ci sono addirittura controlli digitali.
In un acquario di due-tre anni, maturo e stabile, si può spingere sulla funzione meccanica (gradualmente) perché la flora batterica è ormai dappertutto.
Ma andare a 1000 litri/ora, in un acquario appena avviato, è come andare a scuola guida…
…con una macchina da Formula Uno!
In altre parole, se proprio ci dobbiamo sbagliare sulla pompa, meglio di meno che di più.
Se mi servono 500 litri/ora, meglio andare sui 400, piuttosto che sui 600.
Questo problema generalmente non c’è, sul filtri interni, perché si rivolgono ad un mercato diverso.
L’acquirente di un interno, generalmente, chiede solo che il suo filtro funzioni; lo valuta in base all’efficacia della funzione che svolge, non lo considera uno status symbol da esibire agli amici, come spesso accade con l’esterno.
Le aziende si adeguano, secondo la regola del “conosco i miei polli”, di conseguenza forniscono pompe dimensionate in modo diverso.
Proponiamo un confronto tra due modelli della stessa marca, interno ed esterno, entrambi consigliati per acquari fino a 300 litri:
Nella tabella mostriamo solo gli aspetti tecnici. Per chi volesse sapere il prezzo, l’interno si trova sui 70-80 euro, mentre per l’esterno ce ne vogliono 110-120.
Ma la domanda dovrebbe nascere spontanea: con volumi e portate così diversi, come possono essere consigliati per gli stessi acquari?… E dalla stessa azienda produttrice?
E’ evidente che la differenza non sta nella capienza dell’acquario, ma nella mente del suo padrone: è quello il bersaglio da colpire.
Lascio decidere a voi, quale dei due funziona meglio.
Riassumendo: se proprio non sopportate l’idea della “black box” in vasca, e avete posto per mettere un esterno, state bene attenti al rapporto tra volume filtrante e portata della pompa.
Tecnicamente, la differenza è tutta lì.
Ci sarebbe anche una leggenda metropolitana, che gira da anni nelle chiacchierate tra acquariofili: i filtri esterni sarebbero superiori, anche nel volume filtrante.
Basta dare un’occhiata ai cataloghi, per accorgersi che non è così; esistono innumerevoli modelli, di tutte le marche e di tutte le categorie, grandi e piccoli, sia tra gli interni che tra gli esterni.
La sensazione che gli esterni siano più grossi, anche in questo caso, deriva dal mercato.
Quasi sempre, per il target a cui si rivolgono e per il prezzo che hanno, i filtri esterni si trovano abbinati ad acquari da 200, 300, 400 litri, mentre il piccolo acquario da 50-60 litri sta sempre con l’interno.
Per questo motivo, siamo abituati a vedere gli esterni con capacità superiori, tra gli acquariofili, ma solo perché mediamente abbinati ad acquari più grossi.
Concludo ringraziando gli utenti di AF, che con le loro esperienze e il loro “tifo”, hanno fornito preziose informazioni per la stesura di questo articolo.
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Se invece siete alla ricerca di un filtro magari questo articolo può aiutarvi nella scelta: La scelta del filtro in acquario.