Filtri esterni tradizionali
I filtri esterni tradizionali si presentano come un «barilotto».
Non sono proprio il massimo dell’estetica, ma sono pensati per essere posizionati nel mobile sotto l’acquario o sul pavimento (ben nascosti, ovviamente).
Qui ne potete vedere un classico esemplare.
Rispetto a quelli interni, il filtri esterni hanno il grosso vantaggio di non occupare spazio all’interno dell’acquario; lasciano quindi maggior spazio ai pesci e migliorano l’estetica dell’acquario.
Per tale motivo sono spesso utilizzati negli allestimenti di «aquascaping»; in questo caso anche i tubi di aspirazione e mandata – solitamente in plastica nera o verde – sono sostituiti da modelli in vetro trasparente poco visibili.
Il fatto che non occupano spazio all’interno dell’acquario implica che ne occupano… fuori; è pertanto opportuno, prima di acquistare un filtro esterno, assicurarsi di avere un alloggiamento che possa ospitarlo.
Oltre a questo, rispetto ai filtri interni hanno qualche controindicazione che riguarda il filtraggio; per approfondire vi consiglio la lettura di questo articolo: Filtro interno vs. filtro esterno.
In sintesi: i filtri esterni hanno un’ottima capacità di filtraggio meccanico grazie all’elevata portata d’acqua; tuttavia, per lo stesso motivo, possono avere problemi nel filtraggio biologico.
Un filtro esterno con pompa regolabile è la soluzione migliore: potremo regolare l’azione del filtro in base alle nostre esigenze.
Per quanto riguarda il rischio allagamento, ormai è praticamente nullo.
Tuttavia è sempre opportuno verificare con attenzione il fissaggio dei tubi e delle connessioni all’avvio del filtro e dopo ogni eventuale smontaggio per manutenzione.
Il suo funzionamento è analogo a quello dei filtri interni.
L’acqua viene aspirata dall’interno dell’acquario (1), entra nel filtro dove attraversa i materiali filtranti (2) e viene reimmessa in acquario (3).
Di particolare importanza nella scelta del filtro esterno è la sua prevalenza, cioè l’altezza massima oltre la quale la pompa non è più in grado di far tornare l’acqua in acquario.
Se questo accade il sistema «va in blocco» o, nel caso peggiore, l’acqua inizierà a uscire allagandovi la casa.
Tenete conto che maggiore è la prevalenza, maggiore sarà anche il consumo elettrico del filtro; meglio, quindi, acquistarlo in base alle proprie necessità, senza esagerare.
Ecco lo schema del filtro esterno che ho utilizzato in passato, tratto dal suo manuale d’uso:
- maniglia filtro;
- leva di sgancio delle valvole;
- ghiere di fissaggio tubi di mandata e ritorno;
- leva di apertura delle valvole e regolazione della portata;
- ganci di chiusura;
- tastino di sicurezza per la chiusura dei ganci;
- raccordi dei tubi per l’ingresso e l’uscita dell’acqua;
Il filtro è generalmente venduto assieme a diversi accessori e ai tubi per prelevare e reimmette l’acqua in acquario.
Questi sono i classici accessori normalmente compresi:
- spray-bar;
- raccordo a L;
- raccordo senza tappo;
- ghiera per fissaggio al tubo flessibile;
- ugello orientabile;
- tubo di aspirazione regolabile;
- griglia di aspirazione.
Ogni modello è diverso dagli altri; per un corretto montaggio riferitevi sempre alle istruzioni incluse nella confezione.
Anche il percorso dell’acqua può variare da modello a modello ma, nella maggior parte dei casi, l’acqua viene immessa nel fondo del filtro, risale attraversando i materiali filtrati e viene poi reimmessa in acquario.
In questo caso il posizionamento dei materiali filtranti sarà come nella figura seguente.
Partendo dal basso:
- lana di perlon per la filtrazione meccanica;
- spugne per la filtrazione meccanica/biologica;
- cannolicchi ceramici (o materiali analoghi) per la filtrazione biologica.
Nel caso in cui il filtro preveda l’inserimento dell’acqua dall’alto, i materiali filtranti dovranno essere invertiti.