Myriophyllum heterophyllum (o “Foxtail”)
Diffusione
Originario delle zone intorno al Golfo del Messico, dal Texas alla Florida, è ormai diventato infestante in tutto il Nordamerica fino al Canada.
Si sta diffondendo rapidamente anche in Europa centrale.
Sembra che la causa di tale invasione sia proprio il suo utilizzo come pianta ornamentale, non solo in acquariofilia; per questo motivo la sua vendita è vietata in alcune zone degli Stati Uniti.
L’immagine qui sotto mostra in modo evidente l’invasività di questa specie, che costringe il governo americano a spendere milioni per “ripulire” i fiumi.
In alcuni tratti, rende praticamente impossibile la navigazione fluviale.
Aspetto
Il suo nome (letteralmente “foglie differenti“) deriva dal fatto che la parte emersa differisce da quella sommersa in modo evidentissimo.
Senza vedere la pianta intera, nessuno penserebbe che si tratta della stessa specie.
Il termine “Foxtail“, letteralmente “coda di volpe“, è decisamente più efficace nel rappresentare la sua forma sommersa:
Insieme al pinnatum e allo spicatum, rientra nella categoria dei Myriophyllum “Red Stem“, per la colorazione rossa che assume lo stelo in presenza di ferro.
Sono piante che usano lo stelo come serbatoio di nutrienti, anche perché la loro abbondanza non è costante negli ambienti naturali.
Condizioni chimiche e fisiche
L’heterophyllum è così invasivo, nelle zone temperate, soprattutto per la resistenza alla temperatura.
Cresce senza problemi fin sotto i 10°, e sopravvive perfino in laghetti ghiacciati, anche se ovviamente si blocca.
Come l’aquaticum, Non è adatto ad acquari oltre i 25°.
Predilige un ambiente leggermente acido. I risultati migliori si ottengono poco sotto pH 7.
Allontanandoci dal valore ideale, meglio andare su valori più alti anziché più bassi.
E’ probabilmente per questo motivo che non è riuscito a diffondersi in Sudamerica, visto il muro di acidità rappresentato dall’Amazzonia.
Caratteristiche d’interesse
È il Myriophyllum che ha più speranze di sopravvivere nell’acquario dei Carassi.
Non solo per la temperatura, ma anche perché è la specie più ricca di Tellimagrandina, di cui abbiamo parlato nella prima parte.