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La raccolta delle uova e l’incubazione

Per la deposizione sarà opportuno fornire dei contenitori con un paio di centimetri di torba di stagno e/o fibra di cocco, uno per maschio: vi condurranno le femmine e scacceranno tutti i concorrenti, con parate degne dei più famosi Betta.

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Foto di Alex_N

Vanno benissimo i barattoli trasparenti come quelli per la marmellata, che permettono di assistere ai rituali amorosi.
Consiglio di dotare il «nido» di coperchio, praticandovi un foro appena necessario al passaggio della coppia: questo accorgimento eviterà che la torba venga sparsa per l’acquario nei momenti di maggior eccitazione.

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Foto di Alex_N

Attenzione: la torba dovrà essere bollita per garantirne l’affondamento.

Ogni settimana sarà possibile raccogliere il substrato e strizzarlo in un panno, lasciandolo asciugare finché non si sarà ottenuta una consistenza simile a quella del tabacco da pipa: né bagnato né secco.

Il tutto dovrà essere sistemato in sacchetti dalla chiusura ermetica che garantiranno l’incubazione in ambiente sufficientemente umido.
Poneteli lontano da fonti luminose e a temperature attorno ai 20 °C: a seconda della specie, l’incubazione potrebbe durare 2-6 mesi.

La schiusa e i primi giorni

A questo punto è importante controllare le uova una volta a settimana per verificarne il buono stato.
Disporremo di un foglio A3 sul quale versare il contenuto del sacchetto, separando le uova dalla torba e osservandole con cura, per poi reimbustare il tutto.
Una soluzione meno laboriosa è quella di incubare le uova sulla superficie della torba, in capsule di Petri.

Capsule di Petri
Capsule di Petri

Capiterà a un certo punto di osservare il pesciolino apparentemente già ben formato

Attenzione: se, esaminato alla luce di una torcia, l’occhio appare completamente nero, non è ancora il momento della schiusa!

Bisogna guardare l’iridescenza: se l’anello dell’orbita dà una lucentezza metallica, allora si può procedere.
È meglio aspettare ancora una settimana a temperatura ambiente: si sarà così sicuri che la vescica natatoria sia completamente sviluppata.
Si potrà quindi bagnare la torba con acqua a 18 °C, simulando la pioggia.
Alcuni allevatori consigliano di utilizzare un nebulizzatore a pressione fino a raggiungere una colonna d’acqua di mezzo centimetro: questo per massimizzare la concentrazione di ossigeno disciolto.

Dalla schiusa le larvette potranno non essere in grado di nuotare liberamente anche per alcune ore: tramite il sangue l’ossigeno verrà trasportato alla vescica natatoria, gonfiandola.

Avannotto di Nothobranchius hassoni
Avannotto di Nothobranchius hassoni (foto di Robi.c)

Circolano leggende secondo le quali questi piccoli killi debbano nuotare in superficie a prendere «una boccata d’aria».
Questa cosa non ha senso: assorbono ossigeno dall’acqua tramite le branchie e, attraverso la circolazione sanguigna e a fitte reti di capillari presenti attorno alla vescica natatoria, regolano la concentrazione dei gas tramite scambi controcorrente. Non possedendo una connessione tra la vescica e l’esofago, non sono in grado di effettuare scambi diretti dalla bocca alla vescica natatoria e non hanno quindi bisogno di salire in superficie.

Seguendo questi passi, difficilmente avrete brutte esperienze con i cosiddetti «belly sliders»: esemplari nati prematuramente nei quali la vescica natatoria non si è sviluppata e che sono, quindi, incapaci di nuotare.

Per la crescita, la temperatura dovrà essere regolata a 22 °C o più.

Già dal primo giorno provvederemo ad alimentare gli avannotti con naupli di Artemia salina e «microworms» (Panagrellus sp.), ricchi di acidi grassi importanti per lo sviluppo del sistema nervoso.

Quando il terreno di coltura dei microworms è arricchito con spirulina, essi diventano fonte di amminoacidi molto importanti come metionina (fondamentale per la sintesi di nuove proteine) e cisteina.

La crescita

Si procederà seguendo una semplice regola: le pance dovranno essere sempre piene!

Dopo alcuni giorni nel contenitore adoperato per la schiusa, sarà opportuno spostare gli avannotti in una vaschetta di dimensioni maggiori.
L’acqua dovrà avere gli stessi valori e potrà essere addizionata di sale (un cucchiaino ogni 4 litri).

Vaschette per schiusa e accrescimento di Nothobranchius guentheri
Vaschette per schiusa e accrescimento di Nothobranchius guentheri (foto di Alex_N)

Ogni settimana si provvederà al cambio dell’acqua o, nel caso siano presenti piante a crescita rapida, al semplice rabbocco aumentando gradualmente il livello dell’acqua.
Per evitare sbalzi pericolosi, è meglio usare il metodo «goccia a goccia» con un tubicino per aeratore.

Avannotto
Avannotto (foto di Alex_N)

Nel giro di alcune settimane (il periodo esatto dipende dalla temperatura) i pesciolini saranno abbastanza grandi da accettare cibo vivo e surgelato come larve di Chironomus a pezzetti: a questo punto lo sviluppo sarà molto accelerato e dovranno essere trasferiti in un acquario di almeno 10-20 litri.

Nothobranchius guentheri, maschio di 2 – 3 cm
Nothobranchius guentheri, maschio di 2 – 3 cm (in cromatogenesi) nell’acquario dell’autore

Lo sviluppo può essere davvero esplosivo: Nothobranchius furzeri, potendo raggiungere la maturità sessuale a 18 giorni e completando il ciclo vitale in meno di tre mesi, è il vertebrato meno longevo sulla faccia della Terra!

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