Stick NPK
Esiste un comunissimo prodotto da giardinaggio, che negli acquari viene consigliato molto raramente: lo stick NPK.
Spesso viene stroncato da alcuni presunti esperti, con la solita scusa:
- Ma sei matto?… Quelli sono pieni di nitrati e fosfati!
(Oddio!… Vuoi vedere che abbiamo trovato la nostra soluzione?)
Talvolta la buttano su aspetti più tecnici, come il “pericoloso contenuto di azoto ureico”, ma sono cose su cui ci divertiremo più avanti.
Chi ha letto il nostro articolo sul Pogostemon stellatus, ad un certo punto è arrivato alla parte sulla fertilizzazione, dove si è imbattuto in questa immagine…
…ed avrà letto che è bene introdurre quei bastoncini nel terreno, sotto la pianta; si è trattato di un consiglio molto superficiale, senza spiegazioni, perché non era la sede adatta per un approfondimento.
Quella foto mostra solo la marca più famosa (e più facile da trovare), ma di stick simili a quelli ce ne sono a decine.
Questi sono solo alcuni…
…di quelli che gli utenti del forum hanno trovato in commercio.
Per tutta una serie di motivi, gli stick NPK sono ideali per risolvere il nostro problema; saranno proprio questi “motivi” a dividere i prossimi paragrafi del capitolo.
Cominciamo con il primo, quello più banale, che vi farà pensare: “Quanto è tirchio, questo qui…”
Il bassissimo costo
Di qualunque marca li troviate, quelle confezioni costano dai 2 ai 5 euro. Ognuna contiene 20-30 bastoncini.
Sotto le piante se ne mette un frammento, pari ad un terzo o un quarto di stick, che dura 2-3 mesi; un altro pezzo si lascia sciogliere nell’acqua, a beneficio delle specie che si nutrono per via fogliare.
Supponiamo di avere un acquario medio, 100-120 litri, con 5-6 specie a crescita rapida: presumibilmente ci serviranno 2 Stick, da spezzare in 6-8 parti.
Ripetendo la somministrazione ogni due mesi, una confezione da 25 durerà due anni… e avremo speso 3-4 euro, al massimo 5.
Anche se avessi fatto male i conti, se quella confezione durasse la metà, sarebbero sempre pochissimi euro l’anno.
Ma perché il costo è così importante, tanto da dedicargli il primo paragrafo?
Perché il nostro PMDD, come dicevamo all’inizio, non è un protocollo. È un metodo!
Mi spiego meglio…
Ogni bastoncino che troverete, secondo la marca e la tipologia, avrà un diverso rapporto tra nutrienti N-P-K (lo vedremo più avanti); qualcuno contiene anche alcuni oligoelementi… quindi…
Come faccio a sapere se ho scelto quello giusto?
Prima di comprarli, posso informarmi sulle esigenze delle varie specie, o posso capire dai test dove sono più carente, oppure posso farmi aiutare dal forum…
…ma solo la reazione dell’acquario ci darà una risposta certa.
Ecco perché il costo è importante.
Se dovessi sbagliare, avrò buttato via 3 euro… A quel prezzo, posso fare tutte le prove che voglio, fino a scrivere messaggi come questo…
…in cui il nostro DxGx esibisce una certa dose di fortuna, o forse un’ottima capacità di scelta, avendo ottenuto grosse soddisfazioni al primo tentativo.
La facile reperibilità
E’ quasi impossibile che non vi sia capitato di vederli, da qualche parte.
Garden-center e Consorzi Agrari ne hanno una varietà sorprendente… ma va bene… capisco che non tutti si occupino di giardinaggio.
…Nei supermercati, però, ogni tanto ci andiamo tutti; li ho visti perfino in quelli di quartiere.
Nei grossi centri da migliaia di metri quadri, se ne trovano di 3-4 tipi diversi.
Un altro assortimento notevole lo abbiamo nei centri di Bricolage, come Bricofer, Leroy Merlin, OBI, Brico-io, ecc. ecc.
Li ho visti anche dai fiorai, negli empori cinesi… perfino in qualche negozio di casalinghi.
Tra un po’ li troveremo pure al bar.
Questi qui sotto, per esempio…
…li ho visti da RisparmioCasa.
Quello che conta è leggere sempre l’etichetta, generalmente sul retro, dove si trova la composizione dettagliata.
Più avanti vedremo come interpretare quei numeri, ma non fate l’errore di considerarli tutti uguali.
L’estrema versatilità
I bastoncini NPK sono concepiti per un rilascio graduale, questo è un vantaggio notevole anche per l’acquario.
Dopo averli piazzati nel terreno, possiamo anche dimenticarli; non avremo necessità “da calendario settimanale”, come previsto da molti protocolli specifici.
Esistono prodotti simili anche per acquaristica, generalmente in pasticche o tavolette; ma normalmente…
…ormai l’abbiamo capito: “Non contengono nitrati e fosfati“, proprio ciò che cerchiamo di aggiungere.
Anche il costo è molto più alto, ma visto che non c’interessano passa in secondo piano.
La buona notizia è che lo stick ci offre tre diverse modalità di somministrazione, secondo le esigenze dell’acquario.
- Possiamo usarlo nel modo più ovvio: interrarlo sotto la pianta, come faremmo nel vaso sul balcone.
Ne trarranno beneficio le specie che si alimentano dalle radici, come Cryptocoryne, Alternanthera, Echinodorus, ecc. - Oppure possiamo lasciarlo sciogliere in acqua, per le piante galleggianti o che si nutrono dalle foglie (Ceratophyllum, Egeria, Cabomba, ecc.).
In questo caso, consiglio di usare il vano pompa del filtro; avremo una dispersione più omogenea, oltre a non vedere quel frammento sul fondo. - Infine, in caso di necessità urgente, possiamo adottare una terapia d’urto: sbriciolarlo.
Otterremo uno scioglimento rapido, con un rilascio più immediato dei nutrienti.
È utile in caso di carenze già in atto, con piante che stanno già manifestando gravi sintomi.
In qualunque caso, prima di tutto dovremmo capire come sceglierli… e sarà proprio l’argomento del prossimo capitolo.