Andiamo a conoscere un interessante anuro che risponde all’evocativo nome di Ululone dal ventre di fuoco, meglio noto come Bombina orientalis
La Bombina orientalis è un piccolo anuro appartenente alla famiglia Bombinatoridae (GRAY, 1825).
Questo anfibio è anche noto (nella letteratura, non certo tra gli appassionati!) come «Ululone dal ventre di fuoco», per via della colorazione della sua pancia e del caratteristico richiamo emesso dal maschio nel periodo dell’accoppiamento.
È originario di un vasto areale che si estende dalla Corea alla Russia sud orientale, passando per la Cina.
Descrizione
Le dimensioni si attestano intorno ai 5 cm, arti esclusi; la femmina è generalmente più grande del maschio, la forma del corpo è piuttosto appiattita con muso arrotondato e occhi sporgenti sulla sommità del capo.
Il ventre è arancione/rossastro con macchie nere, mentre il dorso varia da verde più o meno brillante a grigio verde con verruche morbide di colore nero.
Allevamento in cattività: alternative
L’acquaterrario
La migliore soluzione per ospitare questi anfibi è a mio parere l’acquaterrario.
Si può utilizzare un normale acquario con una colonna d’acqua di circa 10 cm e un fondo di sabbia silicea o per edilizia. A patto di fornire appigli necessari alla riemersione si può anche arrivare a qualche centimetro di acqua in più.
Più spazio si ha a disposizione, più esemplari si potranno ospitare: partendo da una vasca di dimensioni 60x30x30 potrete accogliere 4 individui (attenzione ad assicurare la giusta sex ratio).
La parte emersa può essere realizzata con tronchi affioranti dall’acqua, corteccia di sughero, pietre (ben ancorate), etc.
È ben gradita la vegetazione, che sia nella parte acquatica che in quella emersa fornirà ripari naturali ai nostri ospiti. Piantumando molto l’acquario si potrà anche fare a meno del filtro, effettuando magari qualche cambio d’acqua al bisogno.
Nel caso invece si preferisse non intraprendere questa strada, un piccolo filtro che non produca eccessive turbolenze di certo non può nuocere.
Per riempire la vasca si può utilizzare acqua di rubinetto opportunamente declorinata: è sufficiente una decantazione di 24/48h oppure l’utilizzo di un biocondizionatore.
Il terrario
E’ anche possibile optare per un terrario contenente una grossa vaschetta d’acqua.
Il substrato potrà essere costituito da un primo strato drenante di argilla espansa, sopra al quale metteremo semplice terriccio, torba oppure fibra di cocco.
Sarà opportuno separare le due componenti tramite l’uso di tessuto non tessuto non impermeabile oppure usando una zanzariera in tessuto molto fine, per evitare che i materiali si mischino.
Nonostante la praticabilità dell’opzione terrario, non sempre questa è la scelta più comoda. E’ vero che in un terrario ben progettato e con illuminazione adeguata si può coltivare praticamente di tutto (fiori, felci,…), ricreando un vero e proprio scorcio di sottobosco sulla riva di un torrente.
Il problema però è che l’acqua della vaschetta va cambiata ogni giorno (anche quando siete in vacanza) e l’insorgere di muffe è un rischio più che concreto se non si ha familiarità con la gestione di un terrario umido.
Attenti alle evasioni…
Qualunque sia la vostra scelta assicuratevi che la “casa” della vostre Bombina orientalis sia a prova di fuga.
Questi animali sono in grado di spiccare salti sorprendenti e nonostante possano sembrare anuri grossi e grassottelli riescono ad infilarsi e sgusciare attraverso pertugi davvero angusti!
Diffidate dai coperchi di serie degli acquari commerciali: i fori per il passaggio di cavi e tubi costituiscono una comoda via di uscita per questi animali.
Se avete bisogno di aiuto per realizzare il vostro coperchio DIY non esitate a chiedere consiglio nella sezione Bricolage del nostro Forum.
Temperature
Consultando schede di allevamento anche un po’ datate ma tutt’ora facilmente reperibili in rete, viene spesso riportato che “l’acquaterrario va tenuto a 26 gradi“.
Vediamo un attimo insieme le temperature massime e minime annuali riscontrate in alcune zone dove sono presenti popolazioni di Bombina orientalis.
Restando in Cina ma spostandoci di circa 650 km, arriviamo a Jinin, nella regione di Shandong, dove negli stessi mesi possiamo rilevare rispettivamente 28°C e -10°C.
Allevamento outdoor
Alimentazione
Anche le tarme della farina possono essere date, con altrettanta parsimonia in quanto poco digeribili.
Non è facile abituarle al cibo non vivo, sebbene su internet ci siano innumerevoli testimonianze di (fortunati) allevatori che con l’ausilio di pinzette, stecchini e pazienza somministrano loro anche pesce a pezzi, pollo, fegato e altro.
Si raccomanda di curare anche l’alimentazione del cibo vivo che verrà loro somministrato ed eventualmente fornire integratori di calcio/multivitaminici per il corretto sviluppo delle ossa nonché per la colorazione dei nostri anfibi.
Dimorfismo sessuale
Il dismorfismo sessuale in questa specie non è particolarmente marcato.
Gli esemplari giovani sono praticamente non sessabili. Al raggiungimento della maturità sessuale (intorno ai 12/18 mesi di vita) il maschio oltre ad essere più piccolo della femmina può presentare nel periodo di accoppiamento i caratteristici calli nuziali sugli avambracci oltre che emettere il caratteristico richiamo.
Riproduzione
La riproduzione della Bombina orientalis in natura inizia con i primi caldi e si protrae per tutta la stagione estiva.
Per ricreare questo specifico momento dell’anno in acquario sarà dunque opportuno esporre gli animali ad un periodo di freddo. Abbassate anche nel contempo il livello d’acqua in vasca (o diminuite l’umidità in caso di allevamento in terrario).
Non dimentichiamo infatti che la brumazione viene effettuata normalmente in ambienti umidi, per esempio sotto strati di foglie o pietre oppure all’interno di tronchi cavi, ma raramente in acqua.
E’ poi possibile andare ad alzare gradualmente la temperatura, magari simulando anche abbondanti piogge.
In queste condizioni i maschi inizieranno a “chiamare” le femmine dall’acqua, per poi saltare loro in groppa, abbracciarle, ed attendere che rilascino le uova, pronti a fecondarle.
Non è raro che nei siti di riproduzione siano presenti più maschi che femmine… qualcuno di loro potrebbe finire per essere destinatario di attenzioni non desiderate.
In questo caso il malcapitato emetterà un forte, caratteristico gracidìo per avvisare il focoso conspecifico del grossolano errore commesso.
Nel caso in cui tutto vada per il verso giusto, la femmina rilascerà da 3 a 45 uova avvolte da uno strato di gelatina in grado di assorbire l’acqua. Queste schiuderanno nell’arco di 3/10 giorni.
Ogni femmina è in grado di deporre una nuova covata ogni 7/10 giorni, per un totale di circa 38/257 uova per stagione (questo ovviamente in natura).
Pensateci bene…
Anche se la riproduzione dovrebbe essere il fine ultimo (nonché il più nobile) nella terraristica, spesso non è facile gestire un numero tanto elevato di nuovi nati.
Se avete già contatti certi con molti soggetti interessati all’adozione dei piccoli o con negozianti disposti ad ospitarli, non ci sono problemi.
In caso contrario lasciate che la Natura faccia il suo corso e che i girini muoiano d’inedia o vengano divorati dai loro stessi genitori.
Per qualsiasi dubbio o informazione vi aspettiamo sul nostro Forum Acquariofilia facile.