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Ah, benissimo, un aggiornamento di Ecologia dell’acquario di piante, di Diana Walstad! Ma volete sapere la cosa più bella? In questo aggiornamento c’è molta Acquariofilia Facile!


Nel capitolo XI del suo Libro «Ecologia dell’acquario di piante» (capitolo X della versione italiana) Diana Walstad spiega in dettaglio come allestire e mantenere un acquario di piante.

ecologia acquario piante aggiornamento

Una parte importante di questo capitolo è dedicata all’illuminazione ma, dall’ultima edizione del libro che risale al 2013, diverse cose sono cambiate. Negli ultimi anni l’illuminazione a LED ha sostituito in molti acquari le CFL e i tutbi T5/T8. Come scrive l’autrice stessa, nel 2017 anche lei ha iniziato ad utilizzare le plafoniere LED al posto delle CFL.

In attesa di una nuova edizione del libro, Diana Walstad ha deciso di rendere disponibile sul suo sito alcune pagine aggiornate per parlarci proprio di questo argomento.

Prima di lasciarvi alla lettura permettetemi solo di felicitarmi a nome del nostro forum Acquariofilia Facile per questa nuova pubblicazione; per gli altri articoli o la sintesi del suo libro ci eravamo limitati a tradurre quanto era già stato pubblicato ma qui è stato diverso.
I due punti «nuovi» rispetto all’edizione del 2013 di cui parla sono l’illuminazione a LED e la possibilità di mantenere le piante con un fotoperiodo di 8/9 ore.
Visti i buoni rapporti che si sono instaurati con la Sig.ra Walstad, durante la stesura dell’articolo ci ha chiesto se avevamo informazioni sui LED in quanto le pubblicazioni che aveva letto erano troppo tecniche e poco chiare da comprendere; come potevamo non darle una mano? Le abbiamo quindi consigliato di leggere il nostro articolo «LED in acquario»: lo ha trovato completo e semplice da comprendere; finalmente le erano chiari diversi concetti.

E che dire del fotoperiodo? Chi ha letto l’intervista magari si ricorda una sua risposta:

Sarei curiosa di conoscere maggiori dettagli sugli acquari che stanno ottenendo una buona crescita delle piante con un fotoperiodo di 8-9 ore. Specie vegetali, immissione di CO2, dosaggio di fertilizzanti, luce della finestra…

 

Non potevamo ovviamente non risponderle; abbiamo raccolto in un topic le vasche low-tech di AF e gliele abbiamo fatte vedere per dimostrarle che anche un fotoperiodo ridotto di 8/9 ore funziona bene. Non abbiamo la pretesa che sia stato solo quello a farle cambiare idea, visto che ha sicuramente letto diversi studi a riguardo; ma un po’ di merito ce lo vogliamo prendere.

Per chi ha il libro o pensa di acquistarlo, quello che segue è una parte del Paragrafo C.

XI: L’allestimento e la manutenzione pratica dell’acquario

Paragrafo C

Nel luglio 2018, ho contattato la tipografia e chi prepara gli eBook per sostituire 4 pagine del mio libro. Con l’avvento dell’illuminazione a LED ho pensato che fossero necessarie delle modifiche sui temi dell’illuminazione e sulla lunghezza del fotoperiodo. Per il resto, il libro sarà IDENTICO alla 3a Edizione (2013). Queste modifiche, probabilmente, non saranno pubblicate in una nuova edizione prima del 2019.

2. L’illuminazione

[sezione rivista nel 2018 e Fig. XI-1 (del portalampada a pinza) rimossa.]

I consigli sull’illuminazione spesso degenerano in confusi suggerimenti pieni di termini tecnici. Con l’avvento dei LED siamo ora di fronte a vecchie definizioni insieme a tutta una serie di «nuove informazioni». Molti appassionati – e non solo i principianti – si trovano in una completa confusione.

Ho lasciato di proposito nel libro la sezione sull’illuminazione con luce fluorescente per dimostrare che le piante possono adattarsi agli spettri non ottimali. Negli anni ’90 i tubi fluorescenti a luce fredda erano molto criticati.

È vero: queste luci, con la loro luce verdastra, lasciavano molto a desiderare dal punto di vista estetico. Eppure non solo erano poco costose e facilmente reperibili, ma facevano crescere le piante sia agli studiosi che agli appassionati meno esigenti. La loro illuminazione, completata con la luce diretta dalle finestre, ha funzionato bene per molti anni. Il principale i problemi erano i «goffi» portalampada e i tubi che dovevano stare molto vicini all’acqua.

La situazione è migliorato decisamente con l’avvento delle CFL (lampade fluorescenti compatte).

Nel 2017 ho iniziato a passare ai LED. Ormai sono diventati la norma nell’acquariofilia. Lampade a strisce contenenti 2-3 file di LED sono ora facilmente disponibili e a prezzi ragionevoli. Le lampade sono leggere, eleganti e forniscono una luce forte senza la necessità di riflettori.

Ho scelto lampade a LED progettate per la coltivazione delle piante terrestri o delle piante da acquario con una temperatura di colore tra 5.000K e 6.700K. Tuttavia, queste temperature non sono vincolanti.

Le mie piante crescono con una luce a 10.000K e anche la resa luminosa non è poi così male. Lo so, perché ho ordinato per errore diverse lampade da 10.000 K ma ho scoperto che funzionavano ugualmente. Potendo scegliere, utilizzerei delle lampade con alcuni LED rossi, dato che i LED bianchi sono carenti nelle lunghezze d’onda emesse dai LED rossi.

Le uniche lampade che vorrei evitare di acquistare sono quelle progettate per gli acquari marini. Queste lampade hanno un’intensità luminosa e una luce blu molto maggiore di quella richiesta dalle piante acquatiche. La maggior parte delle piante sommerse sono fondamentalmente piante che stanno in ombra; hanno bisogno di molta meno luce di molte piante terrestri, delle piante emerse o galleggianti e dei coralli marini. L’eccesso di luce stimola solo le alghe.

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Le lampade a LED economiche che attualmente utilizzo nel 2018 [Beamswork e Feit (GLP24FS / 12W / LED)] producono luce sufficiente per i miei acquari da 40 e 75 litri che hanno un altezza di soli 30 cm. In generale, i marchi più costosi producono una luce più forte e sono più adatti ad acquari più profondi o che immettono CO2.

Copro la maggior parte dei miei acquari con dei coperchi di vetro. In passato ho usato dei rettangoli di vetro preparati da vetrai locali. Poi ho scoperto che le copertine di vetro per gli acquari sono facilmente disponibili nei negozi.

Uso dei semplici timer acquistabili nei negozi di elettronica per programmare automaticamente l’accensione e lo spegnimento delle luci nei miei acquari.

a) Fotoperiodo [Sezione rivista nel 2018]

La lunghezza del giorno (cioè il fotoperiodo) attualmente utilizzata dagli appassionati per i loro acquari varia enormemente da 8 a 14 ore.

Le piante acquatiche nei loro habitat naturali ricevono da 12 a 14 ore di luce al giorno durante la stagione della crescita. I giorni più brevi, dopo un periodo di diverse settimane, segnalano l’inizio dell’inverno, la stagione secca, ecc. Questo innesca un cambiamento ormonale all’interno della pianta. Le piante entrano in uno stato letargico, caratterizzato dalla fotosintesi ridotta e dall’incremento della senescenza fogliare.

Tuttavia le varie specie vegetali hanno un fabbisogno giornaliero molto diversificato. Inoltre i fattori ambientali possono modificare tale richiesta. Per esempio, uno studio sperimentale con la pianta sommersa Potamogeton wrightii [1] ha dimostrato che le piante cresciute con meno di 8 ore di luce sono deperite dopo 56 giorni. Al contrario, quando i ricercatori hanno coltivato le piante con nutrienti N e P ridotti non sono deperite; crescevano solo più lentamente con 8 ore di luce rispetto a quelle con 12 o 16 ore di luce.

Le piante in acquario ricevono un’illuminazione molto diversa dalle piante in natura. Nei ruscelli e negli stagni l’intensità della luce dipende dall’ora del giorno, dalla presenza di alberi sporgenti, ecc.

Nell’acquario, invece, le piante ricevono la stessa intensità luminosa artificiale per tutto il giorno. E, con l’avvento dei LED, quest’intensità è aumentata notevolmente. Questo potrebbe spiegare perché un fotoperiodo più corto di 8-9 ore funziona bene per molti appassionati, indipendentemente che lo loro vasca sia «high-tech» o «low- tech». In effetti, una luce intensa con un fotoperiodo superiore a 8-9 ore può causare gravi problemi di alghe.

Fotoperiodo brevi, di 8-9 ore, possono funzionare anche perché le specie vegetali non sono tutte uguali nella richiesta di luce.

Nei miei acquari utilizzo un fotoperiodo di 12-14 ore, ma con un periodo di buio (la «siesta») di 2-4 ore a mezzogiorno. Un acquariofilo esperto mi ha detto che gestisce le sue vasche «high-tech» con un fotoperiodo di 12,5 ore con una siesta mattutina (di 1,5 ore) e una siesta pomeridiana (di 3 ore).

Le sieste aiutano a controllare le alghe, specialmente negli acquari senza introduzione di CO2. Con una luce intensa e continua la fotosintesi delle piante esaurisce la maggior parte della CO2 entro la tarda mattinata. Questo significa che, durante il pomeriggio, le piante sono in competizione con le alghe per la presenza sempre minore di CO2.

Le alghe, che sono molto più abili delle piante nell’utilizzare la CO2 disponibile, sono quindi in vantaggio sulle piante.

Ho esaminato diversi dei miei acquari e ho scoperto che i livelli di CO2 aumentavano sempre durante il periodo buio di mezzogiorno. Per esempio, in una delle mie vasche la CO2 è risalita quasi ai livelli precedenti l’alba dopo una siesta di 4 ore (Fig. XI-2). Ritengo che questa produzione elevata di CO2 sia dovuta alla fotosintesi intensa dopo la siesta. La fotosintesi del mattino ossigena l’acqua e, a sua volta, stimola il metabolismo e la decomposizione batterica. I batteri iniziano quindi a produrre rapidamente CO2.

Il Siesta regimen riduce il vantaggio delle alghe durante il pomeriggio e fornisce un fotoperiodo «naturale» alle piante. E tutto questo permettendo anche di consumare meno elettricità. È un risultato doppio.

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Figura XI-2. Effetto della Siesta pomeridiana sulla CO2

Ho misurato i livelli di CO2 nei miei acquari utilizzando un kit di test LaMotte e il metodo metodo titrimetrico [titolazione fino al viraggio, lo stesso metodo usato nei test a reagente] per la CO2 libera.

Nel grafico, per la voce «luce continua – Continuous Light», le luci si accendevano dalle 7 di mattina (Punto «0» sul grafico) fino alle 21 (Punto «14» sul grafico). Ho fatto la mia ultima misurazione della CO2 alle 20, un’ora prima di spegnere le luci.

Per le «4 ore di Siesta – 4 Hr. Siesta» ho monitorato lo stesso acquario il giorno successivo, ma tenendo le luci spente da mezzogiorno alle 16.

Ho ottenuto risultati simili con gli altri acquari. La luce ricevuta dalla finestra non sembra aver modificato i risultati.

Fertilizzazione – La fertilizzazione artificiale con CO2, elementi traccia e macronutrienti non è necessaria se l’acquario ha un fondo di terriccio, i pesci sono nutriti bene e i nutrienti non vengono rimossi con continue e troppo zelanti pulizie.

Durezza dell’acqua – L’acqua non dovrebbe essere troppo tenera. L’acqua tenera non contiene importanti nutrienti. Le piante possono non crescere o anche morire (vedi pagina 114, Edizione 2013).

La tabella XI-1 classifica la durezza dell’acqua. Gli appassionati con acqua eccessivamente tenera (GH inferiore a 4) e scarsa crescita delle piante hanno necessità di aumentarne la durezza (vedere pagine 86-87, Edizione 2013).

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Clorammina – L’acqua di rete può contenere cloro o clorammine. I pesci possono tollerare tracce di cloro; quantità eccessive possono essere facilmente rimosse lasciando decantare l’acqua. La rimozione della clorammina richiede invece specifici condizionatori d’acqua. Alcuni allevatori hanno installato nelle loro vasche dei sistemi di depurazione per evitare sporadici casi di mortalità dei pesci a causa della clorammina.

Lumache – Anche se le lumache sono spesso denigrate, non mangiano le piante e sono in realtà abbastanza utili. Le lumache puliscono le foglie delle piante da detriti, alghe e batteri. Velocizzano la decomposizione, quindi i nutrienti si riciclano più rapidamente per le piante. Le Melanoides tubercolata scavano nel fondo in modo da aerearlo. Molti pesci (Chromobotia macracanthus, Betta, ecc.) mangiano le lumache e possono essere usati per controllare la loro eccessiva popolazione. Le ho in tutti i miei acquari.

Temperatura – la temperatura nei miei acquari varia dai 20-30 °C in base alla stagione, al riscaldamento, ecc. Durante l’estate spengo i riscaldatori e apro le coperture di vetro in modo che l’aria calda possa uscire. Dopo aver adottato il Siesta regimen e l’illuminazione a LED, i miei acquari hanno avuto meno problemi con il surriscaldamento.

RIFERIMENTI

1. Sultana M et al. 2010. Photosynthetic and growth responses of Japanese sasabamo (Potamogeton wrightii Morong) under different photoperiods and nutrient conditions. Chem. Ecol. 26: 467-477.

2. Richards K. July 1987. The effects of different spectrum fluorescent bulbs on the photosynthesis of aquatic plants. Freshwater and Marine Aquarium, pp. 16-20.

3. Mohan P. 1998. Converting foot-candles or Lux to PAR: Values for some common fluorescent lamps, and what to do with them. The Aquatic Gardener 11(6): 182-190.

4. Smith H. 1982. Light quality, photoperception, and plant strategy. Ann. Rev. Plant Physiol. 33: 481-5. MacRae TH and Pandey AS. 1991. Effects of metals on early life stages of the brine shrimp,Artemia: a developmental assay. Arch. Environ. Contam. Toxicol. 20: 247-252.

6. Barr T. Dec 2009. Dry-Start Method. Freshwater and Marine Aquarium, pp. 54-61.

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